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martedì 25 giugno 2013

La signorina Elisa e la domenica emiliana nella piscinona carnazza

Due adulti, due lettini, un ombrellone, colazione cornetto e cappuccio, l'Elisa c'ha il bikini marrone con la fantasia sul turchese, il capello lungo anni 80 semiriccio e semidritto che le scende sulla schiena ossuta e trovo che c'abbia il suo bel fisichino, con quelle peruline appuntite e la magrezza ben tenuta, la coscia e il piede ossuto e poi io c'ho una voglia di fica che mi si screpolano i femori, ma comunque, in onestà, l'Elisa non è certo da iscriversi nel registro delle top model, con quel naso importante e gli occhietti infossati, ma di sicuro e per certo vanno dette due cose, di cui la prima è che è armoniosa, seppur totalmente fuori da qualsiasi moda e la seconda è che con lei ci si può parlare di tutto, che stupida non è di sicuro, anzi, è in gamba e informata, per cui poco umorismo e avanti tutta.

La signorina Elisa si incammina verso i quaranta, è zitella e lavora all'Ufficio del Registro ed è per quello che ci siamo casualmente conosciuti, piaciuti, caffettati e scambiati i parlàfoni, nel senso dei numeri e allora sabato mi chiama e mi dice senti mo, di andare al mare c'è da essere matti, ma perchè non andiamo in piscina?, che ho apprezzato il pensiero, primo perchè ha fatto la mossa lei che vuol dire che c'è fame cazziale, secondo perchè ero ben stanco di stare da solo e un bel domenicone emiliano in mezzo al carnaio della piscina con a fianco la figa mi faceva tanto anni 80, come i suoi capelli d'altra parte, che un tuffo nel passato con Frankie Goes To Hollywood a cannone nella testa ci stava tutto, ma proprio tutto.

Pizza margherita e bibita, caffè e Ramazzotti e la Elisa mi fa una svolazzata periferica sulle sue sfighe, ma con garbo e scarsi dettagli, cosa che ho apprezzato, poi per errore il suo piedino liscissimo incrocia il mio sotto il tavolo e lei si scusa sentitissima e c'è mancato poco che mi si scappellasse la Minchia Tarella Randazza e mi uscisse dal bordo dello Speedo Espositore, che devo dire che l'ho beccata il suo bel sei o sette volte a rimirare il Pilone Pitonato a riposo.

Si fa una certa, lasciamo il carnaio, rilancio io questa volta, ma cosa dici se ti porto sul fiume a mangiare il frittone che come fine ci sta tutta e lei ride e mi dice devo passare per casa e io la faccio desistere, ma vai benissimo così, fa un caldo della Madonna della Bistecchiera, ci facciamo due aperitivi in piazza e poi così come siamo ci muoviamo verso il frittone e così facciamo, incuranti del fatto che ogni due per tre la terra accenna ad un passo di danza, ma che birichina.

Non vedevo una fica pelosa nature dagli anni novanta, lo confesso. E come tutte le cose inconsuete, quella fica a marmotta mi ha ingallato come un Zitrone Rampazzo e gliel'ho leccata e mangiata che a momenti le faccio la ceretta a leccate. Le tettine graziose triangolate di bianco col capezzolo regolare ed elegante mi stavano quasi tutte in bocca e in un impeto di disturbo bipolare le ho mormorato, arrapato come il miglior porno attore dell'epoca, che mi sarebbe piaciuto che avesse le ascelle pelose e lei si è ingrifata e mi ha massaggiato il cuoio capelluto in ricrescita, pronunciando la vocale "o" seguita da una serie di "Tazio" che ho scoperto essere lo strumento indicatore dello stadio calorile.

La signorina Elisa prende la pillola per motivi terapeutici ed io ne ho tratto beneficio, sborrando gioioso e copioso sulla e nella marmottina sbarazzina, conducendola a reiterati orgasmi conditi di riferimenti sacri quali "oddio", "madonna mia", ma anche invocazioni familiari quali "mamma mia" e un culmine familare sacro finale siglato da un "madre di dio" dal sapore vagamente riconducibile alla periferia di Tijuana, Messico. Nessun "Gesummaria" di lampedusiana memoria, no.

La signorina Elisa, all'interrogatorio di rito, non ha manifestato assolutamente niente di speciale, fatto salvo l'accumulo e la condensazione di una necessità minchiale ai livelli di guardia, essendo che la signorina Elisa il cazzo prima del mio lo aveva preso a Sharm, ad opera dell'egiziano-tritatutto di turno, nell'anno 2010. Non lo prende nel culo, mai provato, mai sentita l'esigenza, non ha mai fatto le corna, mai un triangolo, dell'orgia non ne parliamo, mai stata con una donna anche se dieci anni fa al mare con una tizia tedesca vicina di ombrellone per un attimo c'è andata vicina (al pensiero, intendiamoci), si masturba con regolarità quasi quotidiana con il solo uso delle dita e, talvolta, di una zucchina (ammissione che l'ha fatta arrossire e ridacchiare coprendosi il viso).

La signorina Elisa è la normalità assoluta, invidiabile, inviolabile, indeformabile.
Sarebbe un peccato forzarla a qualsiasi cosa fuori dal suo protocollo.
Un peccato e un sacrilegio, perchè alla fine la signorina Elisa è gradevole, galleggiando giusto quei cinquanta centimetri sopra il livello del nulla, facendolo con rassicurante eleganza e pacifico buonsenso, miscela che ha un sapore di pace che non sentivo da tempo.

Speriamo non mi prenda in parola e smetta di depilarsi le ascelle. 
Ma se anche smette, pazienza.