L'aver risentito la Milly ha riacceso in me esigenze articolate, suddivise in categorie precise, categorie a loro volta strutturate in sottocategorie dettagliate, con dettagli catalogabili con criteri uno a uno o uno a molti e mentre ieri sera sotto la doccia consideravo questo ordine di perfezione surreale, la minchia mi si è scappellata, pensando alla sua fagianona pelosa, ai suoi piedi, ai suoi occhi e così, a minchia randazza parallela al pavimento, ho rollato la rubri (a Milano si deve tagliare la parte finale delle paro) ho schiacciato il verdone e l'ho chiamata al cellu.
"Ciao Tazione!"
"Ciao Millona!"
E la rendo edotta delle condizioni del mio Supercazzofavazzorandazzo e lei mugola sorridente e mi strozzo la cappella pensando di allungarle il mio Femoredidinosauro nel culo e glielo dico pure e la sento respirare sozza, al che lei mi chiede Milano dove, Milano Milano Milano, rispondo solerte e poi dico e tu dove e lei mi dice Piacenza, al momento.
"Piacenza?" - "Eh sì, purtroppo"
"Ma cazzo, ma senti, stasera lavori? Hai clienti?" - "Uno alle dieci, un'ora."
"E uno alle undici esatte, che sono io!" - "Ma che te cliente, cazzooooo, ma davvero vieni?"
E da lì le battute si sono liquefatte luride, con tinte portuali e bestemmie e mi piace la Milly. Perchè la Milly è una risorsa, una potente risorsa. Si piega, ma non si spezza mai. Si cheta, ma poi riparte ruggendo. E' puttana da marciapiedi e signora del libertinaggio. E' tenera amante e spietata carnefice. Lurida topa di fogna e profumata orchidea del peccato.
***
Due e venti del mattino di oggi.
Nudi, in piedi, uno davanti all'altra, io con le mani legate dietro la schiena e la minchia dura come la kriptonite.
"Vuoi provarla una cosina 'forte'?" mi chiede con le occhiaie sudicie, bella come un delirio.
"Sì" rispondo senza chiedere.
"Allarga le gambe e non muoverti"
"Sì"
E lei porta indietro la tornita gamba di destra, sollevandola velocissima in un calcio a piede nudo sui miei coglioni.
Cado in ginocchio dal dolore.
Mi prende i capelli e mi sussurra "Piaciuto?" e non posso che rispondere un "Sì" sofferto, perchè era vero.
"Tocca a te adesso… prendimi a calci la figa" con un sorriso malato.
E mentre mi rialzo, barcollante, mentre lei è pronta davanti a me a gambe larghe, sibila: "Più forte che puoi".
E io la accontento, facendola accasciare sul pavimento in un rantolo di dolore.
La Milly è una risorsa.
Di sopravvivenza.
Assoluta.
Pagine
mercoledì 29 gennaio 2014
martedì 28 gennaio 2014
Sic transit
Cado sul letto del mio hotel superlusso 70s ieri sera alle dieci, quando d'improvviso il pArlàfono squilla e vibra, percorso da un sozzo piacere intestinale, lampeggiando sullo screen un nome che avevo dato per disperso dalle tremolanti notti dannunziane: Milly.
Rispondo.
Dall'altro capo una donna che ansima, in palese eccitazione sessuale, mi dice "Ciao… amore… come stai? … " e ansima, ansima, ansima. "Milly!" esordisco io, squillante "che piacere! Io sto bene, ma tu? Tutto ok?", con quella limpida idiozia allegra propria di Topolino e qualche altro citrullo.
"Tutto bene… il mio schiavo mi sta scopando alla pecora… è ingrifato come un toro… volevo mi sentissi godere… ", che è un pensiero delicato, se ci pensate.
"Ne sono onorato, Milly" ribatto con americana idiozia "spero tu ne goda moltissimo".
"Cazzo sì Tazio…" cupa e quasi al collasso bronchiario "vorrei il tuo cazzo nel culo… a secco… mentre lui mi scopa la figa… " e capisco che la situazione volge ad un'immantinete conclusione. Infatti, di lì a qualche secondo, Miss Milly comincia a ringhiare come una cagna, insultando lo schiavo che, pur non proferendo parola, grugnisce come un cinghiale maremmano, a imperituro segno della sua venuta.
Pausa.
Silenzio, ma non completo. Ordini secchi, mal percepibili dal telefono forse mollato rovescio sul materasso, ma poi dopo un po', ecco.
Click, flamm, sbuff. Sigaretta.
"Come stai Tazio?"
"Di merda, Milly. Pensa che per campare sono a Milano a fare il galoppino e vivo in albergo. E tu?"
"Di merda, Tazio. Pensa che per vivere faccio la puttana, ma il mercato è pigro."
"E lo schiavo?" chiedo io, Topolino.
"Un hobby" dice lei, Crudelia.
Miss Milly è caduta, come le dee.
Niente più Casa, niente più Madame Inquieta, niente più Habana, niente.
Modesta zoccola di provincia senza giro, specializzata in sozzure dolorose.
Malata di piacere, come me.
Non ho osato chiedere l'età dello "schiavo".
Ma mi sono immaginato un panzuto funzionario di banca pallido-verdastro, dalla peluria grigiastra, con in testa un improbabile cappuccetto di scai con una cernierina Rìrì.
Sic transit.
Rispondo.
Dall'altro capo una donna che ansima, in palese eccitazione sessuale, mi dice "Ciao… amore… come stai? … " e ansima, ansima, ansima. "Milly!" esordisco io, squillante "che piacere! Io sto bene, ma tu? Tutto ok?", con quella limpida idiozia allegra propria di Topolino e qualche altro citrullo.
"Tutto bene… il mio schiavo mi sta scopando alla pecora… è ingrifato come un toro… volevo mi sentissi godere… ", che è un pensiero delicato, se ci pensate.
"Ne sono onorato, Milly" ribatto con americana idiozia "spero tu ne goda moltissimo".
"Cazzo sì Tazio…" cupa e quasi al collasso bronchiario "vorrei il tuo cazzo nel culo… a secco… mentre lui mi scopa la figa… " e capisco che la situazione volge ad un'immantinete conclusione. Infatti, di lì a qualche secondo, Miss Milly comincia a ringhiare come una cagna, insultando lo schiavo che, pur non proferendo parola, grugnisce come un cinghiale maremmano, a imperituro segno della sua venuta.
Pausa.
Silenzio, ma non completo. Ordini secchi, mal percepibili dal telefono forse mollato rovescio sul materasso, ma poi dopo un po', ecco.
Click, flamm, sbuff. Sigaretta.
"Come stai Tazio?"
"Di merda, Milly. Pensa che per campare sono a Milano a fare il galoppino e vivo in albergo. E tu?"
"Di merda, Tazio. Pensa che per vivere faccio la puttana, ma il mercato è pigro."
"E lo schiavo?" chiedo io, Topolino.
"Un hobby" dice lei, Crudelia.
Miss Milly è caduta, come le dee.
Niente più Casa, niente più Madame Inquieta, niente più Habana, niente.
Modesta zoccola di provincia senza giro, specializzata in sozzure dolorose.
Malata di piacere, come me.
Non ho osato chiedere l'età dello "schiavo".
Ma mi sono immaginato un panzuto funzionario di banca pallido-verdastro, dalla peluria grigiastra, con in testa un improbabile cappuccetto di scai con una cernierina Rìrì.
Sic transit.
Iscriviti a:
Post (Atom)