Come comincia il banchetto carnivoro? Comincia con un passo stentato e
poi si assesta massiccio su muscoli tesi e carni frementi che bramano il
sudicio più di ogni altra cosa. Perché nel privato della Casabestia, dove la
Donna Bestia ed il Marito Bestia vestono panni casalinghi, diversi da quelli pubblici
che indossano nel Teatro Del Delirio di Milly, ebbene, in quel privato molto di
più è concesso e Renè è assolutamente più propenso alla partecipazione
disinibita.
Serata casuale, non in programma, la Skizza festeggia compleanni ed io
mi unisco ai miei carissimi amici per un caffè dopocena e la Silvana indossa un
leggero vestito a fiori e infradito e Renè pantaloncini kaki e polo e poi la
linguona odorosa di vino di lei che si fa strada nella mia bocca e io la palpo
mentre lui osserva seduto accanto e le faccio scendere le mutande alle caviglie
e le strizzo la sorca bollente e lei sorride affilata con gli occhietti del
lercio, guardando ora me, ora lui, elettrizzata dalla voglia di prender due cazzi
e propone, mormorando, di andare tutti sul letto e si va.
Si va.
Si va, attorcigliati come un groppo di bisce, leccando, succhiando,
annusando, mugolando, grugnendo e sudando, insignendoci di titoli: troia,
frocio, porco, animale, con la consueta stima ed immutata ammirazione. Succhio
il cazzo a Renè che nudo è bellissimo, ricoperto di una densa peluria corta da
calvo, gli succhio il cazzo fino a sentirmelo in gola, mentre Silvana mi lecca
il culo e le palle da dietro, mungendomi la minchia di ferro che mi svetta tra
le gambe, ma io non mi faccio distrarre, perché è lui che voglio, è lui con
quel bel cazzo odoroso e quei bei coglioni pelosi, così sexy, così maschio,
così porco depravato che mi arrapo solo a guardarlo.
Il banchetto carnivoro fa fluire nuova linfa in me, dopo tanto tempo
passato a tremare di dentro e di fuori. Ora tremo di voglia per i miei
stimatissimi compagni di sudiciume morale, godo di dentro e di fuori a vedere
la bocca del bel Renè che si ingoia il mio cazzo che tira da far male, spompinandolo
gran bene anche se è la prima volta, ma ha talento, si sente che gli piace il
cazzo, si sente benissimo e Silvana è drogata di quella scena entusiasmante, lo
insulta, lo chiama culattone di merda e lui si infoia come un bufalo, perché la
sua dolce metà mentre lo insulta lo sega, lo sega chiedendogli,
pleonasticamente, se gli piace il cazzo e lui mugola e sbocchina e questo è
semplicemente divino.
Giaccio con il petto schiacciato sul letto succhiando i piedi odorosi
di gomma e sudore di Silvana che, seduta a gambe aperte davanti a me, si lascia
leccare masturbandosi, mentre Renè sulla mia schiena mi scopa il culo
palpandomi con voracità maschile e questa immagine deliziosa mi rimarrà per
sempre negli occhi.
Il delirio dei sudici porci si compie in maniera perfetta e
corroborante, immutato nonostante lo spavento, più forte di prima, se mai si
potesse. Lo sento mugolare e pulsare mentre mi schizza nel culo leccandomi la
schiena e, come prova della loro unione perfetta, lei appena percepisce cosa succede
dentro al mio culo comincia a venire grugnendo e strapazzandosi la fica con
vigore scomposto.
Torno a casa rinato. Mi faccio una doccia e mi masturbo, aspettando che
la Skizza ritorni.
La aspetto nudo sul letto e quando entra in camera le dico di abbassare
le mutande e di farsi annusare la fica, perché voglio sentire se ha odore di
cazzo o di sborra e questa rozza volgarità la eccita come una cagnolina puttana
in calore e fottiamo come animali arrapati per ore.
Rifluisce la linfa, si ritorna normali, si pensa a dell’altro, al
presente, al reale e non più solo a ciò che si è perso o che si rischia
costantemente di perdere.
“Chiaretta ti amo”
“Tazietto ti amo”
E si spegne la luce e si dorme abbracciati, che domani c’è il sole.