Un’evoluzione? Un segno di cambiamento? Una forzatura a cui lui ha
ceduto ob torto collo?
Non mi importa. La trovo divinamente lurida, con quella camicetta nera
trasparente, allacciata sino al collo, sotto la quale si stagliano due bei
capezzoli ovali induriti dall’eccitazione di mostrare e essere guardata. La
Signora Bionda siede accanto al marito a quel modo e lui appare nervoso. Gonna
a vita alta, nera, calze con la riga, décolleté importanti, molto eleganti, che
le sfilano il già magro piede sensuale.
Vorrei masturbarmi guardandola e lei apprezzerebbe. Ma non voglio
sbilanciare il già precario equilibrio, meglio non creare situazioni di
collegamento palese.
Mi piace pensare, però, che quella trasparenza sia un omaggio a me.
Illusione?
Probabilmente.
Vorrei avere in bocca il suo piede velato da quella calza sudata. Mi
eccito. Visibilmente. Terribilmente.
Appoggio il bicchiere e lascio il salotto ed il camminare peggiora
l’erezione impetuosa.
Penso a quanto mi piacerebbe schizzarle sui seni senza farle togliere
la camicetta trasparente.
E il pensiero mi eccita irreversibilmente.
Il Vecchio Giudice siede coi pantaloni sbottonati e Cora gli succhia il
gigantesco cazzone gonfio di Viagra, sotto gli occhi dell’attempata e plissettata consorte che
osserva da vicino accarezzandogli l’interno coscia, rapita dall’osservazione
della bocca dell’esperta Puttana.
Che coppia deliziosa.
Vorrei essere al posto di Cora. Quel tozzo cazzone mi attira.
Indugio errante, di qua e di là. Serata pigra, come molte da un po’.
Poi l’evento. Rapido. Inatteso.
Nella penombra del corridoio la Donna Bestia ed il Marito Bestia si
addossano a me, stretti, premuti, eccitati, ubriachi, vogliosi. Tutti palpano
tutto, le lingue si intrecciano, là nella penombra del nulla. La Donna si
masturba, sollevando il vestito sotto il quale non ha altro che calze, reggicalze,
culo e fica, sbottono la camicia al Marito, scoprendo il torace peloso, scuro, eccitante,
sensuale, gli succhio i capezzoli, lei diviene Bestia e ci insulta, mentre io
allungo la lingua nella bocca di lui e gli strozzo il cazzo durissimo sopra i
pantaloni di preziosa lana Tasmania. Mani che mi strizzano i coglioni, l’Assatanata
ci chiama froci di merda e tocca, pantaloni che scendono, cazzi che sfregano,
lui mi piace più di lei e mi inginocchio
a succhiargli la minchia calda e di marmo, che bel cazzo, che bella cappella
gonfia, che bell’odore di cazzo eccitato, scopami la bocca, coi pantaloni
calati per terra e la camicia sbottonata, senti che bocca che ho, sono meglio
di questa troia e di tutte le troie che te l’hanno ciucciato sino ad ora, sii
sincero, premimelo in gola, così, scopami la gola forte, ti voglio strizzare la
cappella coi muscoli del collo, chiavami in bocca, mentre tu, Vacca, segami
sotto, fammi godere, con quel sorriso alienato da porca in calore, così, adesso
leccami il culo, che me lo apro e mi appoggio a quel muro, lecca bagascia che
voglio prendere il cazzo del tuo uomo nel culo, leccami, dilatami, che lui c’ha
voglia, non vedi come si sega? poi mettigli il guanto che lo voglio di dentro
mentre mi succhi l’uccello e un dolore eccitante mi colpisce nell’ano, le sue
mani sui fianchi, preme, entra, mi scopa e gode, fottimi Granmaiale, fottimi il
culo e tu succhiami il cazzo, così, fatemi godere come un lurido porco, che ho
la voglia di maschio nel culo che pulsa, dai, sbatti, più in fondo, ti incito,
mi chiami troia e questo mi eccita al punto di aver voglia di schizzare in
bocca alla tua, di troia, ma poi comincio a strizzare e aderisci alla mia
schiena sbavando, che ti faccio godere, ti sento vibrare, pulsare, ansimare e
la tua donna si strappa la fica da quant’è eccitata e succhia come una vitella
e tu cominci a venire e io schianto nella sua bocca tutta la sborra che ho e c’è
gente silente che guarda, la Moretta dai Capellicorti, il Giovanotto Solitario,
vieni cane, vienimi nel culo, poi scivoli fuori e restiamo impalcati a quel
modo, gli uni sugli altri, ansimanti, svuotati, mezzi nudi, lei sorride
alienata con il fiato che odora di sborra e ci bacia tutti e due e ci tiriamo
su i pantaloni, mentre il pubblico muto si allontana discreto e la tua Troia ci
spinge a darci l’ultimo bacio profondo e le tue mani corrono sulla mia pelle e
io lo so che lo vorresti nel culo, ma non hai il coraggio di chiedermelo, ma lo
troverai, dammi retta, lo troverai.
E’ una droga, è una droga stupenda.