La serata al Circolo volge al termine.
Un venerdì pigro, come ogni venerdì. Milly sosta in corridoio, chiacchierando
col Giovanotto Solitario.
La raggiungo e la saluto. Mi accarezza sorridente il viso, dicendomi
che non sperava di vedermi e che è contenta della sorpresa.
Mi prende sottobraccio e camminiamo sino al Salone Principale. Inquieta non c’è, è già andata via. Me lo dice
con un guizzo negli occhi. Le verso da bere, mi chiede come sto. Come sto. Già.
Come sto?
Le accarezzo le natiche sopra il vestito nero di organza di seta. Credo
sia una risposta esaustiva.
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro, in una tirata sintetica
senza pause, la mia visione della scena mai vissuta, di lei non lavata e
discinta come una vacca da postribolo decadente, delle sue sudice infradito e
dei suoi piedi da leccare, del pavimento della sua cucina, di Habana dietro di
me nudo, carponi, che le offro culo, coglioni e cazzo da mungere.
Occhi sozzi, sorriso affilato, sopracciglia che si sollevano e si
riabbassano in un guizzo maligno.
“Vai di là e fatti dare da Haby
un accappatoio e aspettatemi… ne avrò per poco… cercate di resistervi… non
vorrei dovervi punire entrambi se vi colgo a copulare…” sibilato a un
millimetro dalla mia bocca. Profumo di whisky e nicotina mescolati a un parfum dolce, sensuale e lascivo.
---
Lecco. Nudo, oscenamente
inginocchiato su quel deprimente pavimento fatto di piastrelline dal colore
ospedaliero. Lecco le stringhe di gomma dozzinali, con la lingua piatta,
sentendo la pelle nuda ai bordi. Succhio le dita della Padrona, godendo del
profumo della sua pelle sudata che muta tonalità allo spargere della mia
saliva. Lecco e succhio. Succhio le dita una ad una, lecco la suola della
ciabattina estiva impressa dell’impronta scura del suo sudore mischiato alla
polvere e allo sporco. Strofino la faccia bagnandomi le guance. Spingo
all’infuori il culo come una puttana, offrendo alle sapienti cure di Habana il
mio buco del culo ed i miei genitali.
Milly fuma, lenta, compiaciuta, puzzolente tanfo di sigaretta popolare
francese che mi eccita.
Sollevo lo sguardo, di tanto in tanto, per cogliere il suo piacere.
Le dita di Habana si fanno strada dentro di me, la sua mano impugna
gentile il cazzo, mungendo, tirandolo verso il basso, piegandolo all’indietro.
Unghie che graffiano appena, strozzature esaltanti, lingua leggera, dita che
allargano, due, tre, quattro.
Mi deformo la bocca accogliendo tutte le dita di Milly, che si muovono
sensuali sulla mia lingua ed il mio palato. Olfatto, gusto, vista, tatto e
udito.
---
Mentre dedico tutto me
stesso a leccare la fica pelosa di Milly, Habana indossa quello strapon nero.
Talmente grosso da fare paura e gola allo stesso tempo. Milly me lo fa
sbocchinare e la cosa mi eccita. Mi chiama lurida
troia, perché lo sa bene che godo ad essere chiamato così. I capezzoli di
Haby sono stretti, duri, sporgenti. Succhio, sono la loro lurida troia. Non voglio altro.
---
La Dea Nera mi agguanta
saldamente per i fianchi mentre ficca veloce nel mio culo. E’ delizioso, sono
in delirio, in coma, in estasi. La sento ansimare dall’eccitazione. Milly mi
graffia la schiena, mormorando che adora vedermi sotto. Sotto. Sì, voglio stare sotto
come una lurida troia in calore. Mi
tira per i capelli guidando la mia bocca verso la sua fica. Milly adora che le
si lecchi la fica. La fica e il culo. Incita Haby a sbattermi più forte e io
sento il mio buco teso bruciare caldo come poche volte l’ho sentito in vita.
---
Una macchia di lucido sudore
tra i seni di Haby la rende ancor più irresistibile. Mi ricopro di gel
lubrificante il cazzo, mentre Milly sale su Haby impalandosi la fica con quel
cazzo finto gigante. Resta curva su di lei, aspettandomi. Mi sistemo e le entro
nel culo. E sincronizziamo il movimento, l’onda, l’andatura. La carne nel panino. Mi lampeggia nella
mente quella frase della Ade. Sudiamo tutti e tre, godendo, faticando
intensamente per dare alla Padrona il piacere che merita. Odoriamo di umanità
sudata, lurida.
Godiamo senza freni.
Mordo la spalla di Milly che laida bestemmia dio sotto voce, gradendo,
incitandomi a morderla ancora.
Le mordo la nuca, inculandola forte. Come un leone fa con la leonessa e
Milly sbava di godimento.
---
Un urlo nella notte, un
rantolo osceno, turpiloquio irripetibile, blasfemia che mette in imbarazzo
anche me.
Poi carezze, capelli sudati appiccicati alla faccia macchiata di trucco
sbavato, denti felini che sorridono la soddisfazione, baci, saliva, fiatone. La
Padrona è venuta ed ora si scioglie nell’umano degrado molle del dopo.
Rimaniamo io e Habana, serpi arrapate, fedeli servitori dei piaceri carnali
della Bestia, a guardarci, a sperare in un segno indulgente della Miss
appagata.
Milly sorseggia dell’acqua, nuda, in piedi, accanto al letto su cui
giaciamo io e la Bella d’Ebano, incapaci di non tormentarci ciascuno i propri
genitali, pendendo dalle labbra della Belva.
“Sbranatevi” impartisce
secca, dopo aver acceso una fetida Gauloise.
---
La lingua nel culo. Gliela
spingo divaricandole le natiche, assaggiando i sapori amari esotici ed erotici
di quella Bambola di Carne Nera. La voglio ripagare del godimento anale che mi
ha regalato e la inculo. Forte, sentendo il cazzo che brucia mentre le violo il
buco scuro, godendo del suo urlo di piacere. Ficco nell’intestino bollente,
estasiato dalla sensualità della sua schiena e della sua testa nuda. Lecco
pieghe tenerissime, sudore salato, pelle del cranio unta e lucida. La abbraccio
sbattendole il cazzo nel culo, cercando di generare tenerezza nell’abbraccio al
suo corpo e violenza deliziosa negli affondi isterici. Mi piace, mi fa
impazzire, sento le sue mani lievi che mi carezzano la pelle mentre abuso,
svangandolo, del suo ano.
---
La Miss giace accanto a noi,
fumando, godendo sgualcita della bestialità di quell’amplesso furioso. Non
smetterei mai di scoparla, è una Divinità Nera, sovrannaturale, stupenda. La
lecco ovunque, la assaporo ovunque, mi sciolgo nei suoi occhi scuri che mi
raccontano quanto le stia piacendo essere trafitta a quel modo. Sudata, lucida,
odorosa, saporita. Le lecco la sommità del cranio, non riesco a resistere e lei
mugola di tenero piacere quando la mia lingua lascia una scia bagnata sulla sua
pelle. La faccio urlare battendo i pugni due, tre, quattro volte, resistendo,
sentendo una voragine gonfia aprirsi dentro al cazzo, ma non smetto, ficcandomi
in bocca i suoi piedi, fino al momento in cui non posso più non cedere.
---
Esco impugnando il cazzo e
la Bella di Ebano scatta felina e si accoccola ai miei piedi, chinando il capo
ad indicarmi dove vuole essere colpita dal mio seme rovente. Strofino la
cappella su quel cranio sensuale e poi strozzo veloce e macchio di lattiginose
gocce abbondanti il suo capo, con lei che mugola piacere sottile e Milly sorride mormorando un “aaah” gutturale di stupito piacere. Le
dita di Milly spalmano lente, mentre io mi chino ad abbracciare la Dea Nera,
leccandole via dal cranio ciò che le ho spruzzato. Le sue dita mi accarezzano
lievi e i suoi occhi sono chiusi. La bacio. Guardo Milly. Stringo Haby. La
annuso. Accarezzo Milly che si avvicina all’abbraccio mormorando in inglese,
per essere sicura che Haby comprenda, che sarò l’unico Maschio con cui avrà
facoltà di accoppiarsi. Un regalo sublime, la ringrazio baciandola.
Superba serata. Superba.