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venerdì 8 marzo 2013

IntelligenTazio


Sono nella mia cameretta dell'alberghetto con le tre stellette.
Sono nudo, seduto allo scrittoio, sperando che qualcuno mi veda, dal palazzo dall'altra parte della strada.

Sullo scrittoio, accanto al mio portatile, giace un riquadro di carta colorata e bianca.
E' un biglietto.
E' un biglietto del treno.
E' un biglietto del treno TGV, partenza Parigi, arrivo Londra.
E' un biglietto del treno TGV, partenza Parigi Nord ore 16:13, arrivo Londra St-Pancras alle 17:39, prima classe, data 9 marzo 2013.

Dio quanto godo a stare nudo, mi tocco punti del corpo che adoro, mi scappello, mi strizzo il cazzo tra le cosce, gioco col buchino della cappella, col frenulo.

"Ciao sono io senti non parlare ascolta che io se tu mi dici di sì sto per entrare in una biglietteria e comperare un biglietto TGV per venire a Londra domani sera e portarti a cena da Ramsay e lo so che a questo punto della telefonata tu starai pensando 'questo è rincoglionito non è così che funzionano le cose' e io potrei anche in linea di massima essere d'accordo con te però credo anche che in qualche modo si debba cercare di farle funzionare cioè se nessuno ci prova e stiamo qui come due coglionazzi senza muovere una paglia è certo che non si muove niente non so se afferri il mio punto che è il punto per cui vorrei chiederti se ci vieni a cena da Ramsay con me se io domani sera sono a Londra che se non fossi a Londra come potremmo cenare assieme d'altra parte…"
"TAZ FERMATI!"
"Ok"
"Non attacca con me la manovra alla Woody Allen. Tu non sei agitato perchè stai parlando con me, tu non sei Woody Allen, per cui dacci un taglio."
"Ok"
"Bene. Quindi?"
"Niente, tranquilla. Anzi, scusami se ti ho seccata, ci sentiamo, ciao."
"Eh no, ciccio. Troppo comodo così. Troppo facile. Non funziona così Taz, cazzomerda."
"Cosa vuoi dire?"
"Mi hai invitata da Ramsay e io ci vengo, cazzomerda, puoi scordartelo che mi manco un'occasione del genere a scrocco. Ci vediamo là? Passi di qua? A che ora?"

Ho il cazzo mezzo duro e apro di tanto in tanto le tende, sperando di incrociare lo sguardo di qualcuno. Quanto ci godo ad esibirmi nudo.
Sento di avere fatto la cosa più intelligente degli ultimi tempi e mi sento molto eccitato.
Ramsay, olè.

giovedì 7 marzo 2013

Il talento del mungitore e i dubbi del munto

Nudo e durissimo, completamente cosparso d'olio, con l'anello che mi stringe la base del cazzo e i coglioni e l'anal plug che mi allarga il buco del culo se mai ve ne fosse dell'altro bisogno. Giro la sedia e mi siedo a gambe aperte, appoggiando il petto allo schienale, forzando il cazzo a piegarsi all'indietro, schiacciandolo tra me e il bordo del sedile e guardo lo specchio dove mi vedo così sensualmente osceno con quel gran pezzo di cazzo stupendo, viola, zeppo di vene gonfie che mi esce da dietro, sensuale come uno stallone sudato col cazzo che tira.
Impartisco ordini, pacati, trattenendo la voglia di sbragare e la mia ancella li esegue, precisa, bellissima, inginocchiata nuda dietro al mio culo, cosparsa d'olio come me. Con quelle mani calde mi munge lentamente, sussurrandomi seria che una vacca la sa mungere veramente e io la immagino nuda, nella stalla odorosa di feci animali, scalza, che munge la vacca e glielo dico e lei sospira, mungendomi e le dico anche che mi piacerebbe vederla mungere un cavallo maschio col cazzo duro e lei sospira di nuovo.

Che talento in quelle mani, che talento.
Il cazzo mi duole per la piegatura e lei mi dà un piacere lentissimo e lurido, cerebrale e fisico, con scosse elettriche che mi percorrono le gambe e la schiena sino a farmi rizzare i capelli. Le ordino di scorrere le unghie dal buttplug sino alla cappella, graffiandomi più dura che può e urlo di piacere e lei ha un'espressione estasiata e ripete, scorre, graffia, io bestemmio dal piacere mescolato al dolore e lei si eccita, la vedo, i capezzoli duri, gli occhi fissi sul cazzo color vinaccia.
"Trova cavallo e io mungo per te" mi sussurra laida e io sono una bestia dentro, vorrei incularla sino a farla sanguinare, ma mi trattengo, perchè lei mi ha insegnato che a volte è più bello tenersi la voglia.

Io gliel'ho spiegato alla Chiara.
Il problema è la disparità della fretta che ciascuno di noi ha, la percezione del tempo che è difficile sincronizzare due disponibilità di tempo diverse, date da due età diverse. E quando non si sincronizzano le velocità, nascono turbamenti, quesiti, incertezze. Senza mettere in dubbio i sentimenti.

Che talento quelle manine, piccola scandinava troia.
Si guarda nello specchio, rossa in viso, godendosi come la godo io.
Le ordino pacatamente di togliermi il buttplug e lei tira e io stringo forte lo sfintere, perchè voglio sentire che si apre quella deliziosa voragine dolorosa e bruciante e godo e lei lo sfila, mentre sento chiudersi parzialmente l'ano.
"Mettitelo nel culo" chiedo a voce bassa e lei appoggia le tette sul pavimento, guardando lo specchio, cominciando a gemere di dolore e piacere, mentre io mi accarezzo la minchia di pietra da solo, guardandola che si infila quel cono nel culo.
 
Io non pongo nulla di definitivo, gliel'ho detto alla Chiara.
Le ho anche detto che non occorre che stabiliamo le regole di questo periodo, perchè non vi sarà mai nessuna regola che ci porrà al riparo dai rischi da lontanza che stiamo correndo. Nessuna regola, nessuna etichetta. Congeliamo e manteniamo la freschezza? Non lo so.

Chiedo alla Holga di mostrarmi il culo e farmi vedere quant'è bello col buttplug e lei esegue.
Cos'ha la Holga da darmi? Nulla.
Che sentimenti mi induce la Holga? Nessuno di particolare, al di là di quel "bene" generico che non si può non volerle.
Che futuro avrò con la Holga? Nessuno. Non so nemmeno se domani la rivedrò.

Rilassante prospettiva, fuga dalla realtà, incoronamento della coglioneria imperante, forse tutte queste cose assieme.
Guardo nello specchio e la vedo ansimare e guardo la sua manina lucida che munge e le sue ditina sottili che mi frugano nel culo e godo come un lurido vecchio porco schifoso che ha traviato la giovane vergine e questo pensiero mi esalta e mi piace farmi cullare da lui anche se la giovane vergine è una pornostar che è disponibile anche a prestazioni sessuali a pagamento e che bisognerebbe pagarla perchè tenesse chiuse le gambe e io non sto traviando proprio nessuno perchè la giovane vergine, con un'altissima probabilità, di questi deliziosi trattamenti proctologici ne avrà già fatti chissà quanti.

L'unica cosa certa è che sto diventando vecchio, ma d'altra parte ogni minuto tutti diventiamo più vecchi e continuare a farsene un cruccio forse non ha alcun senso o forse ce l'ha, perchè impedirebbe ai puttanieri come me di interessarsi alle ragazze, pornostar o meno, designer di talento o meno, bariste dell'est dalla fica emozionabile o meno, perdendo così meno tempo, distraendosi di meno, diventando finalmente adulti ed in grado di maneggiare le situazioni con un raziocinio più consono con la loro età, anzichè rimanere a culo aperto e cazzo nero di sangue a farsi masturbare sino a sborrare il cervello nel cesso, probabilmente assieme alle opportunità che la vita, sciocca puttana, gli ha nuovamente dato.

Godo, sento la sborrata che si muove di una lentezza devastante, con doloroso eccitante piacere, mentre lei mi munge, alitandomi sul perineo, baciandomi la pelle dei coglioni, in un tempo rallentato che mi fa urlare come un porco sgozzato e la cosa non solo non sembra affatto stupirla, ma mi sembra appagarla, in uno switch improvviso da me schiava a me mistress estasiante e mentre la vedo e la sento frugare con maligno godimento in fondo in fondo al mio retto mi scoppia il cazzo in una sborrata appiccicosa che la colpisce tra i seni perfetti, mentre sulle sua labbra sorge la luce fluorescente del sorriso soddisfatto di chi ha raggiunto lo scopo e allora mi alzo, brandendo la minchia nera davanti al suo viso e lei comincia a succhiare, sapendo che ora lei è la mia bestia e ora io sono il suo mandriano che la domerà col dolore.

Dai Holga, alza quelle chiappe maestose e sparisci a Praga a fare la porca, che io DEVO impormi una definizione dei volumi e dei confini e non posso perdermi tutto il giorno nei tuoi sacri buchi senza trovare appagamento, ma solo un desiderio crescente, bestiale, cannibale, ma non è colpa tua, no Holga, ho solo bisogno di un pretesto per stancarmi di essere evanescente e stonato come un'apparenza e farla finita, a quarantatre anni, di spruzzare cazzate come una ragazzina adolescente e capire, finalmente, che cazzo mi sta succedendo, su questa altalena suicida che mi porta dalla nostalgia struggente alla necessità di isolamento.

lunedì 4 marzo 2013

Sereni pomeriggi parigini

Ne abbiamo viste tre di case oggi pomeriggio, tutte in zona. Una mi fa impazzire, la più grande. Non so neanche come si scriva la cifra dell'affitto, ma è fantastica. Ha anche un terrazzino che dà nel cortile interno, sul quale mostrarsi mentre ci si masturba deve essere meraviglioso.
Poi la Finny mi ha chiesto se vado a una festa con lei stasera, ma io ho declinato con garbo e cortesia.
Stasera ho altri progetti. Mangio qui sotto e poi devo fare una cosa.
Gliel'ho spiegato, lei non ha detto niente, cioè ha detto ok.
Poi l'ho portata in albergo e l'ho chiavata.
E l'ho fatta venire.
Era sudata.
Le ho leccato il sudore e mi piace.
Le ho chiesto se, per me, fosse disponibile a non lavarsi per un paio di giorni.
Ha riso.
Poi mi ha sussurato "Te ecita me sudata?" - "Sì"
E la conversazione si è conclusa. D'altra parte, cosa vi era da dire oltre l'essenziale? Nulla.
Poi si è alzata, in tutta la sua raggurdevole lunghezza e prima di andare nel cesso a pisciare mi ha confidato una cosa.
"Me piace tu fai me schiava" e poi si è sofficemente seduta sulla tazza tintinnando una pisciatina corta.
E' una bambina la mia Renna.
Ma tanto figa.
E tanto porca, pare.

Pensandoci, però, a chi non servirebbe una schiava figa e porca?
Ci rifletto Finny.

Lutèce

Bonsgiur.
Sono seduto all'aperto, dietro le vetrinette di un bistrot, suggendo caffè americano ed il fungo rovente mi sta cuocendo un orecchio. Accanto a me siede una pornostar finlandese, vestita come una pittrice francese, assorta nella lettura come una professoressa vallese. Che c'azzeca lei col porno lo sa il Buon Dio.
A pomeriggio andrò a vedere una casa, qui vicino, assieme alla pornopittriceprofessorale.
Per l'intanto sfanghiamo la mattinata come due turisti.

Alloggio all'Hotel Vaginesfondait, tre stelle, pulito, centrale, poco caro e pieno di turisti.
La Pornofinny non ha fatto una pince quando ha saputo che ieri sera mi sono sistemato in albergo e questo atteggiamento mi è piaciuto assai.
Fa un bel sole a Lutezia, anche se è un freddo artico e a me me ne frega zero che dicono che "ùh! mais mais mais sci sono tre gradì!", come per dire che sono figa io che non reggo il freddo.

La Finny parte la settimana prossima per Praga, dove interpreterà l'amante lesbica della protagonista, oltre a prendere tutti i cazzi e leccare tutte le fighe presenti. Le ho chiesto se è mai stata con una donna e mi ha risposto che a una festa, ai tempi della scuola, una tipa se l'è fatta e lei c'è stata, per provare.
Bilancio? Mh, so so.
Al che le chiedo se é mai stata con più di un manzo nella stessa volta e lì, invece, mi dice di sì con la testa, sorridendo pacatamente orgogliosa.
Bilancio? Un sorriso disegnato con Illustrator mi lascia intendere che il bilancio è stato positivo.

Siamo un gruppo di umani strani io e la Finny.
Non ci rompiamo i coglioni, parliamo poco, lei non mi chiede nulla, se le chiedo risponde sempre, se non le chiedo non parla mai di sè.
E' di una strafigaggine aliena. Va detto.
Per cui ecco la programescion: cercasi casa, ma neanche tanto disperatamente che qui è un A' LOUER dietro l'altro. Gli affitti sono cannibali, ma io me ne chiavo perchè pagano quelli. La casa con garage è una chimera altamente esilarante, però ci sono moltissimi garage a pagamento, per cui da qualche parte la macchina la metterò. Quale macchina?, chiederete voi? Un noleggio a lungo termine, vi risponderò io.
Per cui questa è la settimana della cerca e vorrei anche che fosse quella della trova.
Domattina la Finny ha un servizio fotografico, niente hardcore, semplici vestiti.
E quindi per ora va così: cerca, Pinot de Charentes, qualche sega tantrica e molta meditazione.

Mi fa bene l'aria della Ville Lumiere.
Mi stabilizza l'ansia.

domenica 3 marzo 2013

La e-mail

E' arrivata, stanotte alle quattro.
Molto ben strutturata, molto pacata, molto dettagliata.
"Ti scrivo non perchè non ho il coraggio di dirti ciò che sto per scriverti, ma perchè, impedendomi di parlarti al telefono, la mail è l'unico mezzo che ho per comunicare con te"
Mai una scivolata sul patetico, mai una striatura di vittimismo, una regolazione perfetta, che è sfuggita alle tentazioni della mail del dolore, senza diventare mai di quell'imposta impersonalità usata a vessillo del dolore accecante, di quel dolore da discorso funebre.
Davvero una gran bella mail di addio.
Soprattutto perchè la parola 'addio' non l'ha usata mai. Ha fatto convergere una serie di ben composti e validi ragionamenti, portandoli all'unica ovvia e sensata conclusione: l'addio. L'addio non come atto di uno verso l'altro, ma come stato di fatto.
Un addio non murato e blindato, di quelli che si confezionano per ripicca: "tu non mi vuoi, sicchè non farti mai più sentire", ma al contrario, un addio pieno di disponibilità al dialogo, "[…] qualora qualche forma di dialogo avesse ancora un senso per entrambi".

Nessuna numerazione dei giorni di assenza, nessuna petulante lamentela in merito a dove sono e cosa sto facendo, mai un riferimento ad altre donne. Una mail perfetta.

E sapete qual'è il fatto che, stamattina, mi fa stare malissimo?
Che leggendo e rileggendo la mail, ritrovo la Chiara dietro ad ogni sillaba e quella Chiara mi manca.
Credo di essere ancora innamorato di lei.
Ho bisogno di riflettere, molto.