Allora, dov’è che sbaglio? No, perché è evidente che sono io quello che
sbaglia. Non sono certo uno di quelli che sostiene che tutto il mondo sbaglia
perché lui è sempre nel giusto. Assolutamente no.
Però vorrei cercare di capire una fottuta volta.
Cos’ho fatto alla Frank per meritarmi di essere preso a calci nei
coglioni a quel modo? Cosa le ho fatto? L’ho forse forzata a fare cose che non
voleva? Oppure non l’ho forzata a fare le cose che desiderava la forzassi a
fare? Oppure ho solamente perso del tempo perché io vedevo cose che
nella realtà non ci sono mai state?
Perché questa è una strada che sento probabilissima. Dà spiegazioni su
molto: la Vichi, la Tanya, la Nica e la Frank. Analizzo tutti i casi e vedo che
questa teoria calza a pennello. La Vichi non voleva essere salvata da niente,
la Tanya non era innamorata come diceva ed era forse desumibile con un minimo
di obiettività, la Nica è una che si vuol divertire guadagnando potere facendo
big porn show tecnicamente perfetti a platee sempre nuove di omuncoli sbavanti,
la Frank vuole spaccarsi di emozioni e di robaccia, altro che solitudine e
problemi e amore sadomaso.
E il Costa? Il Costa che era il mio alter ego, l’amico fidato? E’
perché abbiamo scopato? E’ così sensibile, come una teen ager, che siccome
siamo stati a letto non possiamo più essere amici? O gli stava stretto di
provarci seriamente con la Giulia
senza dirmelo? E la Squinzy? Dove cazzo ho sbagliato con la Squinzy?
Ho sbagliato con tutti in un senso solo: gli ho attribuito
gratuitamente, senza analisi, ruoli e caratteristiche che IO desideravo
avessero.
Li ho vestiti dei miei modelli ideali senza valutare se ne avessero
davvero avuto le caratteristiche reali.
Oppure è che io sono senza filtri. Chiunque bussi alla porta della mia
disponibilità trova sempre aperto.
E io mi comporto con lealtà, trasparenza e questi ospiti della mia
disponibilità interpretano il mio comportamento come sinonimo di imbecillità e
allora, beh, basta. Basta porte, basta ospitate.
Sono imbecille? Benissimo, lo sono. Ma non vedo motivo di regalare parchi
gioco ai pezzi di merda.
Basta chiuso. Con Tizio, Caio e Sempronio lavoro? Bene, che si lavori
allora, ma al termine ognuno per la sua strada. Con Tizia ci scopo? Perfetto,
si chiava e quando ci si è asciugati dal bidet, fuori dalle balle. Nessuno
spazio ad approfondimenti e allargamenti.
E poi, diciamocelo. Ho quarantuno anni e di tutte le persone che
conosco di normali ce ne sono solo due: N e la Giulia. Che poi: la Giulia è tutto un dire. Mica mi posso
auto flagellare e poi far passare come normale che quella sia una scopamica eh.
Perché se ho finito di dire che è normale,
il fatto della scopamica non ci sta. E quella è una donna normale, basti
guardare come si è ripresa in mano la vita.
Per cui ci sarà dell’altro, del non detto, del non visto da me, ma qualcosa
ci sarà. E io devo starci attento, cazzo, prima che anche quello mi piova in
testa come un’incudine, come l’ennesima incudine.
Io dovrei proprio prendere esempio dal cambiamento strutturale,
radicale, profondo della Giulia. Un anno fa era una trombona pedante che si
impiccava a cazzate frutto della diffusa mentalità di merda dei Topoloni e dei loro
modelli e oggi è una donna dinamica, pragmatica, agguerrita, disinibita,
concreta, con obiettivi precisi e instancabile tenacia. Le persone in gamba
cambiano, quindi, ma io non cambio mai. Cosa vorrà dire? Due cose può voler
dire: o io non sono affatto in gamba o non faccio niente per cambiare
effettivamente.
E mi girano i coglioni in entrambi i casi.
E poi è inutile, è inutile. Rileggo queste riflessioni e mi rendo conto
che non ci siamo nemmeno nell’incazzatura. Anche qui, anche con chi non conosco
e non mi conosce, mi concedo una pietosa deroga attorno ad un elemento che
diviene una causa fortissima nei rapporti con le persone: il sesso. La mania. L’ossessione,
la fame. Questo è l’ostacolo vero, il vero fumogeno che mi impedisce la vista. Perché
io passo dalle mutande per arrivare al cuore. E questa strada non conduce al
cuore, ma è sempre un vicolo cieco che muore nelle mutande. Questo è l’ostacolo
insuperabile, il grande distorsore, la lente deformante. Io stasera dovrei
prendere donna Giulia e parlarle, seriamente, costruttivamente, per ricavare
elementi su di me e su di lei, per capire. E invece mi dimeno su questa sedia,
incazzato di delusione, ma soprattutto arrapato come un gorilla al pensiero di
quello che le farò e dirò e di quello che mi farà e dirà.
Ed è per questo che gli altri cambiano e io no.
Perché io, fra due giorni, fra uno, fra sei ore, adesso, mi rimetterò a
caccia di carne genitale e mi farò così tanto coinvolgere ed esaltare dai
risultati positivi che matematicamente avrò che questo momento di analisi sarà
tempo perso, e scoprirò miei nuovi lembi di schiena per farmeli fustigare da
chiunque senza valore.
Questa è la verità.