Porsche 356 speedster |
Quindi no, stasera non lavoro Domi.
Certo che mi sto razzolando il mio bel harem eh: la signorina Elisa, la Domi Reloaded e adesso questa bella fattrice con cui tutto è da costruire, ma considerata la rapidità dell'aggancio, qualcosa mi dice che non sarà molto oneroso. Ed è che non c'ho tempo manco per scorreggiare, altrimenti razzando nel rusco, come si dice qui da noi, sai quante ne salterebbero fuori.
E così si siede tranquilli sotto la pergola del ristorantino tranquillo. Io e Audrey Hepburn de noantri che stasera, così, per dare un po' di brio alla serata, indossa due sandali fottimifottimi tacco trentasei con (ma guarda un po') uno smalto Rouge Noir Chanel di stesa recente, oserei dire mattutina. Perfettamente agghindata, tensostruttura Capelli con la sua bella agibilità rilasciata dal geometra del Comune di Domiziopoli, tutto a norma.
"Ma senti" le chiedo in un momento di immotivata curiosità "ma come mai 'sta cosa degli anni '50?" e lei attacca il Revox spiegandomi che è socia di un circolo di lettura e cultura letteraria americana, dove si leggono i libri di Miller e allora ecco che nota tutti si calano nella parte degli americani del tempo, chi più e chi meno e poi c'era questa ragazza che invece ci dava dentro di brutto e si sono conosciute e lei le ha consigliato un sacco di negozietti e poi quest'anno c'è un ritorno e un paio di neuroni sani del mio cervello si sono alzati in piedi, si sono tolti le cuffie e mi hanno citofonato di sotto mandandomi affanculo e dicendomi che loro quella roba si rifiutavano di trasmetterla e io non ho potuto certo biasimarli e ho detto loro di mandare il memovideo dei buchi della schiena della Monica ed ho sentito un "Ohhhh là, si ragiona" in coro di due.
"E poi vuoi che ti dica?" domanda che prevederebbe anche l'opzione "no", ma da convenzione di Ginevra è ammesso solo il "sì" per cui io ho detto sì e lei mi ha ghiottamente confessato di avere comperato una Porsche 356 speedster del 1950 che attualmente è in carrozzeria per un maquillage (anche le macchine fanno maquillage, l'ho scoperto ieri sera) e che presto sarà pronta a completare quest'icona degli anni cinquanta della bassa.
E si ritorna e guido con lei di fianco che a un tratto random solleva il culo e si toglie le mutande e me le strofina sulla faccia facendo delle moine da Marylin in calore e io annuso e sento solo profumo, lo stesso che sentivo in macchina, cioè il profumo che si era messa, ma ho emesso un "Mmmh" esortativo e così il sandalo è saltato e i piedi nudi si sono appoggiati a larghezza ginecologica sul cruscotto, sublimi ed immortali, mentre lei, languidamente bagascia, con la sinistra mi carezzava il braccio guidante e con la destra faceva fare ginnastica prechiavistica alla rasatissima passera bulimica.
Mentre la stavo pistonando come un V8 GMC, sortendo sudore, muggiti, grugniti, barriti e bramiti di varia natura, le ho leccato il già leccatissimo ed inodore e sterile piede di destra e mi sono sentito punto dalla vaghezza di approfittare di cotanto scompiglio uterino per approfondire un altro tipo di sonda e così ho schiacciato la chiocciola, ho messo il cambio su S sport e ho cominciato a grugnirle bavoso una serie di vaccate luride, tanto per condurre la mente verso il più maleodorante dei cessi pubblici e poi, dopo averle paventato un paio di eventualità oscene che le hanno portato il reattore ficale al novantacinque percento della potenza, ho preso a chiederle con finta morbosità erotica quanti cazzi si è fatta e si fa mettere e dopo avermi risposto con sincerità apprezzabile che non sono mai tutti quelli che vorrebbe farsi mettere, ha lentamente cominciato ad allentare i cordoni della borsa dei segretuzzi, snocciolando questo e quello, divertita dal fatto che ad ogni racconto io mi mostravo parossisticamente ingrifato, anche se più interessato alle verità del retrobottega domiziano.
Ruota libera. Una liberatoria ruota libera snocciolante ogni cosa e mentre le allungavo nel culo senza molte cure il mio stanco pezzo di carne di porco crudo, la deliziosa cultrice dell'America anni cinquanta mi confessava che, dopo aver provato con me le delizie del retto, non è più riuscita ad esimersi dall'esigere da ogni manzetto random da cui si è fatta montare, una ispezione accurata alla fogna merdosa, così, per rivivere i brividi impareggiabili che solo il mio cazzo imperiale sa darle.
Ma che puttana.
Dopo averle glassato i piedi come da rituale ufficiale, ci siamo docciati e a brucia capello le ho chiesto: "Si può sapere a distanza di tempo perchè cazzo mi hai mollato?".
Ed è risultato evidente che la bella rossa aveva già contemplato la possibilità che sgorgasse quel quesito e, avendo avuto un'intera settimana di tempo, ha impalcato ardita una risposta condita di parzialissime verità oggettive e di non verificabili questioni psicologiche intimistiche che suona, in estrema sintesi, come un "Non mi sentivo all'altezza delle tue aspettative, mentre Massimiliano mi metteva a mio agio, a quell'agio consono alla mia età".
Ma che puttana e che puttanate.
In ogni caso io i coglioni da svuotare una volta alla settimana ce li ho e lei è assai più figa della signorina Elisa.
La svolta è nei buchi della schiena della mia quasi coetanea Monica.
Ma che puttanate.
E che puttanazza, 'sta Domi.
E che sexy i buchi della schiena della Monica. Ora vado a dar loro un tributino shakerato.