“Ho deciso di abbassare la soglia
di selettività, Tazio” – mi dice Milly infossata nel vecchio divano di pelle,
con addosso la vestaglia di seta nera semiaperta – “e così ho ricontattato alcuni esclusi dell’anno scorso. Una parte
erano quelli che c’erano qui stasera”
Mi informo su quali fossero i precedenti criteri di selezione.
“Non c’era un criterio
matematico, si consideravano molti elementi, non ultimo quello della
possibilità, per alcuni, di essere riconosciuto da altri che avrebbero potuto
usare la notizia contro di loro. Veti dal consiglio, se vuoi.”
Capisco. Bisogna avere soldi e essere o innocui o amici degli amici
degli amici.
Habana siede ai suoi piedi, sul tappeto, aggrappata al suo polpaccio,
con addosso una camicia a quadri da uomo, molto, ma molto più ampia di lei.
L’uomo se ne sarà andato e la camicia sarà restata, in assonanza con la
vestaglia di Milly. I capelli le stanno ricrescendo, è stupenda in ogni modo.
“A che punto sei con la
meditazione sulle feste Milly?” chiedo anche per organizzarmi.
“Buono. Anzi ottimo, direi. Ti
aggiorno. Le feste non verranno fatte qui, ma in Villa […]. Ho ottenuto l’uso
da uno dei soci benemeriti. Verrà fissato un giorno della settimana, che credo
sarà il venerdì, che così anche se si fa mattina il giorno dopo è un sabato. Le
feste saranno a pagamento, ma certo non per te Tazio. Ogni venerdì una festa,
alcune a tema, altre semplici feste di gala danzanti con buffet”
Semplici feste di gala danzanti
con buffet. Fatico a isolare il minimalismo dalla frase.
Grandiosa, però, l’idea delle feste in quella Villa. E’ enorme, dai
miei ricordi. Ci sono entrato solo una volta, sei milioni di anni fa. Molte
potenzialità, sì, molte.
Poi scende in dettagli economici. Prezzo per persona, persone
potenziali. Un botto. A quel punto chiedo diretto quant’è la quota associativa
annuale. Moltiplico per i soci, aggiungo le feste e rimango basito.
Mi guarda con un ghigno satanico.
“Vuoi sposarmi adesso, amore,
vero?” e ride, portando la mano dietro la nuca di Habana, tirandola a sé, e
la Bella d’Ebano capisce al volo, scivola sinuosa tra le gambe di Milly che si
spalancano e comincia a leccarle le fica, mentre l’Imperatrice si accende una
fetida Gauloise.
E geme lieve, soffiando il fumo
verso l’alto.
Adoro i post serata nella zona demilitarizzata degli appartamenti
millyani.
“Hai una data di debutto?” le
chiedo.
“Non ancora” - mormora
palesemente distratta dalla lingua rosa che le guizza rapida tra i peli corvini
– “ci sono alcuni lavori di completamento,
imbiancature, tappezzerie, arredi che devono essere completati. Penso verso la
fine del mese prossimo, approssimativamente” e poi aspira aria tra i denti,
guardando il viso di Habana con un sorriso, carezzandole la testa ispida di
capelli in crescita.
“Notizie di Inquieta?” – le
chiedo assestandomi sulla seduta, perché alla Bella d’Ebano è scivolata la
camicia scoprendo una spalla e quella pelle nera e quello slurpare rumoroso, zuppo
e compulsivo me l’hanno fatto diventare durissimo ed avrei bisogno di tirarlo fuori
per dargli sollievo.
“Quella vecchia troia. Sembra
che…” – ed interrompe per mugolare a bocca aperta sorridendo alla vitellina
leccante – “… sembra che voglia aprirsi
un Circolo.. su…suo…” – e geme di nuovo scivolando sulla seduta per offrire
di più la fica alla divinità nera – “… ma
io me ne sbatto… tirerò fuori qualcosa di impe…di imperiale da qui… non la temo
di cer..to” – ed ondeggia il bacino, arricciando le dita dei piedi. E io
conosco bene quelle dita dei piedi e so che quando si arricciano Milly comincia
ad essere vicina. Come non capirla, d’altra parte, con una vitellina così
dedicata e devota che le slurpa salivosa la fica infilandole le dita in tutti i
buchi dilatati.
“Ti sei chiavato la su…sua tro…ia?”
mi chiede scomposta, con palese riferimento a Svetlana.
“No” rispondo godendo di vederla godere.
“Cosa aspetti? Fattela… vai a… a
prend…derla…” mi dice abbandonandosi sullo schienale, oramai incapace di
sostenere la conversazione. Subdola Milly, a questo punto si fa senza
esclusione di colpi, vero?
Adoro i post serata qui.
Taccio e le guardo. E penso che questo è un vero Universo Parallelo e
che lei è veramente un’Imperatrice.
E dopo un certo tempo Milly si tira i capezzoli sino a deformarli, con
l’acconciatura disfatta riversa all’indietro, squarciando l’aria con un urlo
violento, sollevando i piedi da terra, con quelle belle dita arricciate.
Sì, è un meraviglioso Universo Parallelo.
E io ne faccio parte attiva.
Delizia.