Pagine

sabato 24 dicembre 2011

Buona Vigilia


Una telefonata con la Domisanta mi fa avvertire nette le vibrazioni di tensione produttiva che si svolgono là, dove i cotechini bollono, le acque anche, i forni arroventano, le padelle spadellano e il corpo della mia Pollastraporno suda. Suda, suda, inzuppa, intride, si aromatizza di secondo in secondo e quest’attesa mi dona un arrazzo randazzo rampazzo che non ci potete credere.

Domani sera.
Sento che ce la posso fare anche se non sarà facile.
Sento che stasera mi farò del male, menandomelo senza sborrare, primo perché è la Vigilia e bisogna essere rispettosi, secondo perché voglio sborrare nel Pandoro, domani sera.
Rileggendo colgo una lieve contraddizione sul tema della rispettosità, ma sorvolo.

Amenità a parte, non vedo l’ora di darle i regalini, quelli canonici. Il ninnolo e il vaso.
Domani sera arriva presto, sento che ce la posso fare.

Per il momento vi faccio gli auguri, sperando che tutti stiate bene e possiate passare questa serata famigliare con tanta serenità.
La serenità è una cosa molto importante.

Vado a mettere su il brodo per due passatelli.
Noi zitelle siam così.

Il sonno del giusto


Bon jour, bon jour, bon jour, buona Vigilia e buone cose a tutteqquant.
Ho fatto una dormita sul divano stanotte che erano secoli che non dormivo così.
Perché ho dormito il sonno del giusto e dell’onesto, ecco perché.
Ma davvero eh? Credo di essermi schiantato alle dieci e mezzo, che Crozza ieri sera mi era un po’ pigro.
La Carla Signoris c’aveva un impegno e così, avvolto di caldo pile ho improvvisamente avviato lo stand by che si è interrotto questa mattina alle sette e tre quarti, incredibile.
E alle otto, mentre caffettavo con una Mazza Dura Del Mattino commovente, mi sono reso conto che la dispensa mi chiedeva un cambio di incarico e voleva diventare una scarpiera, da quant’era la sua vuotezza interiore.

Per cui, missione Alba al Supermercato. Mi apre alle otto e mezzo? Ed io alle otto e venticinque sono lì davanti, a piè fermo. Fatto benissimo eh. Piacevole aggirarsi in tuta con la Mazza Randazza distesta sensualmente lungo la pelle della gamba, ancora appiccicaticcio delle sgarbelle della notte, che meraviglia.
Ho razziato quello che dovevo razziare e poi ho trovato la Mitica Giuliana, che oggi era di assistenza alle casse rapide. Le ho fatto gli auguri. Che bella MILF, ma forse anche Mature, decisamente non Granny.
Che sessuale che è la Giuliana. Chissà se se la rasa. Secondo me sì. Ma magari anche no, magari conserva una piccola Mohicana.

“Scoltamo, eri mica al Flamingo giovedì sera?”
“Erm, temo di no”
“Alora si vede che mi son sbagliata, perché da lontano ho visto uno che mi sembravi te”
“Eh no, mi spiace. Ma dov’è ‘sto Flamingo?”
“Il Flamingo è a Zampognazza, al posto di quella discotecona, te la ricordi l’Odissea?”

E come no, ma io andavo all’Iliade. Ma come cazzo le chiamano ‘ste discotechemmerd?
Comunque ho capito.

“E ‘sto Flamingo è una discoteca?”
“Noo, c’ha due sale, una fan liscio e una latino americano”
“Capito, capito. E tu cosa balli?”
“Tutti e due, che ho fatto i corsi di tutti e due”
“Ah! Complimenti. E ci vai spesso?”
“Sì, sì, tutti i giovedì sera”

E vai Giuliana, sei una capa, una numera una. Sei riuscita a dirmi come cuccarti extra supermercato. Ha! Che enormerrima esperienza di dragaggio volatiliano. Ma io devo essere sicuro di aver capito e sicuro di farle capire che ho capito.

“E tuo marito ti fa da partner? Balla?”
“Mo vorrai mica scherzare? Quello là c’ha il divano come partner. No, no, ci vado con delle mie amiche che poi là troviam sempre da ballare con qualcuno"
Che questo non cela nessun peccato in sé, poiché la balera funziona così, senza doppi fini. Che poi si innesti nella dinamica il doppio fine è un altro discorso, ma di base lo spirito da balera è così.

Tanti auguri Giuliana, buon Natale e vai mai a sapere che ci incontriamo al Flamingo un giovedì sera.
“Io son là” mi dice con l’occhio suino, anche se un po’ gonfio di sonno.
Che bella MILFona sessuale stupenda, chissà che piedi c’ha, che tette c’ha, come lo succhia, dove lo prende e così via.

Ma io non occhi che per la mia Faraona Odorosa.
Per questo dormo il sonno del giusto.
Anche se una sega pensando alla Giuliana, una volta tornato a casa, me la sono tirata. Eh beh.
Perché sega mica fa corna.
O no?

venerdì 23 dicembre 2011

Tutto sotto controllo


Ok.
La Domi è sulla strada di casa. E si mette giù dura a fare tortellini. Tortellino selvaggio. Glielo faccio io il tortellino selvaggio appena le metto le manazze addosso. Il tortellone ripieno, le faccio.
Il tortellonone ripieno di cazzone.
Ok.

Ok.
Io stasera faccio quello che cena? Sì, anche perché ho una bella famazza. Dove potrei andare a cena? Vediamo, vediamo, vediamo, vediamo. Guarda. Mi sa che vado alla Solita. Massì, colpo di vita.
Ok.

Ok.
Dopo cena, micro passeggiata digerente e poi a casa. Quasi quasi mi guardo Crozza. O un porno. L’ideale sarebbe vedere un porno con la moglie di Crozza, che mi scalda il cazzo. Ma anche guardare un porno assieme alla moglie di Crozza, poi chi c’è c’è nel porno, chi se ne frega, a un certo punto. Eh. No?
Ok.

Ok.
Ho mandato un messaggino al Luchino dicendo che “Accidenti!” ho purtroppo un impegno “Mi spiace!” ma domattina vediamoci al Centrale che ti palpo l’interno coscia e ti sussurro che ho addosso un perizomino micro di pizzo e ho tanta voglia di cazzo. Il pizzo sul cazzo tu ci vai pazzo e ti prende l’arazzo e mi pianti il cazzo nel mazzo di Apelle figlio di Apollo che faceva le palle di pelle di pollo, che a pensarci mi vien da vomitare.
Ok.

Ok.
Domani è la Vigilia e si vedrà.
Ok.

La situazione è totalmente sotto controllo, sì.

Dalla macchina


“Ce l’hai l’auricolare vero?”
“Sììììì, tutti e due”
“E a quanto stai andando?”
“Aaaaa coooodiceeee”
“Brava. Che non voglio che…”
“…tu vada troppo fooorteeee…lo so Taz, dai, mi sembri mia madre”

E mi sono visto, per un attimo, un po’ Tootsie, con il reggicalze e le calze tinta carne, il reggiseno con le coppe a punta, la parrucca e il trucco e, vi dirò, non è che l’idea mi lasci indifferente.

“Ma la tua mamma sotto non c’ha il cazzone che ho io…oppure sì? Potrei corteggiarla altrimenti….”
“TAZIOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! E’ LA MIA MAMMAAAAA”

GIà. E chissà com’è. C’ha cinquantasei anni, se è figa come la Domi è scopabile eccome. Ma tralascio l’inciso, per educazione.

“Allora, Domi, allora, Domi, Domi, Domi, Domi, allora fai il regalino al Taziuccio che non frequenti la doccia sinché non ci vediamo, vero Domi? Domi? Domi? Domi? Domi? Domi? Vero, Domi?” e schiocchi una risata con un finale acuto che mi tira quasi l’uccello.

“Taz ci provo, te l’ho detto, magari tutti e tre i giorni no, ma un paio ci provo” e ridi come una matta.
“Provaci tutti e tre”
“Va bene ci provo. E tu? Tu ti lavi invece?”
“Vuoi che non mi lavi?”
Silenzio.
Silenzio.
“Magari mi sento meno a disagio se a puzzare non sarò solo io”
Minchia.
Minchia.
Minchia.
Mi tira la minchia.
“Mi tira la minchia”
“Addirittura?” e ridi con un altro acuto eccitato.
“Sì, addirittura. E mi sa che mi faccio una sega pensando a ieri sera, anche” e ridi sommessa e poi sussurri.
“Sei un maniaco sessuale”
“Orgogliosamente sì. Ma allora cosa devo fare? Mi lavo o no?”
“Sei un maschio, tu puzzi come una capra dopo tre giorni. Non so”
“Potrei farmi l’ultima doccia domani a mezzogiorno. E’ un giorno e mezzo”
“Mh. Sì. Ok allora, ultima doccia domani a mezzogiorno tutti e due?”
“No, Domi, Domi, Domi, Domi, me lo avevi promesso, Domi, Domi, Domi, Domi, Domi, tu tre, Domi, Domi, eh?”
“BASTAAA. VA BENEEEEEEEEEEE”
“Viva!”
Ci provo e te ne pentirai
Mi sto menando l’uccello
Maiale
Vedessi che cappella Domi
“Oh Taz, basta che vado fuori strada. Poi sono quasi al casello, ti chiamo dopo?”
“Se non rispondo riprova ancora, potrei essere impegnato col vibratore nel culo”
“Scemo, dai ti chiamo dopo”

E mica tanto scemo eh.
Ehbehbeh.

Puttanstyle


Pigro decido di scendere giù a mangiare qualcosa, dopo aver spedito della roba alla banca.
Scendo giù, al bar della cerebro priva.
Che sul far del Natale Letizio come si agghinda?
Come una baldracca.
Camicetta di raso rosso strizza tutto, aperta a momenti fino all’ombelico, che sotto lascia trabordare un rotolino di laido grasso della pancia, perché è corta, oltre che piccola.
Jeans discutibili, scoloriti male, pieni di cuciture inutili. Stivali marroni da cowgirl, ma anche un po’ orientaleggianti, con quelle impunture oro. Orridi.

Incredibilansgi


Amisgi, amisgi, è l’antivisgilia du Nadalu, tuto mondo più bbuonu, tuto mondo più bbbelu.
Anche ala Bancansgi sono tuti più bbuonu e tuti più bbelu. Diretturansgi ha chiamato Taziubelu per diri che zua richiesta fidansgi è stata aprovadu!

Tutto ciò ha dell’incredibile, ma è assolutamente vero.
Fortunatamente, và.

E ADESU TUTI INSIEME BALA SAMBA DU NADALU!

Antivigilia


Bon jour, bon jour, bon jour.
Sono rientrato adesso a casa, con in tasca un biglietto che conserverò a vita e che dice  “Dormivi così bene che non ti ho voluto svegliare. Il caffè è pronto, basta schiacciare. Ci sentiamo dopo . TI AMO :) “  con tanto di cuoricino stilizzato, che se non fosse stato che la maledetta banca di merda mi vuole vedere alle undici, rimanevo lì tutto il giorno a menarmelo. Attaccherò il prezioso biglietto nel mio diario di Hello Kitty con una goccia di sperma, ammesso che io ne abbia una, ma dopo controllo.

Che bella ‘sta cosa, però. Da oggi c’è la serrata tortelliniana e fino a dopo domani sera ci si dà di polso.
Purtroppo quella casina ha ancora il cellophane, nel senso che non ci sono le tracce del vissuto permanente. Ma dal primo di gennaio la Domicooper si sposta definitivamente qui ed allora sarà bello restare ad affondare le mani nella sua cesta della biancheria sporca , ispezionando e masturbandosi, oppure nella scarpiera, scopando gli zoccoli estivi, che spero che dentro abbiano la footprint, l’impronta sudata del piede.
Delizioso. Mi sento natalizio a disperdermi lungo questa poesia.

Purtroppo la mattinata non è avvolta della molle pigrizia che speravo. Come dicevo ci si è messa la banca a rompere il cazzo e anche un messaggino di Luchino che mi dice che è per stasera alle venti la cena dell’Impero, ma io me ne batto il coglione con abbondanza e, non dico che li mando a fare in culo, ma a uno che ti invita a cena la mattina per la sera manco rispondo.

Ieri sera, quando sono arrivato, ho scoperto che la piccola Pornoquaglia era arrivata prima di me e si era fatta la doccia. Sacrilegio. E’ stato gradevole impersonare Jack Nicholson in Shining, correndo dietro a Wendy amore che era ancora in accappatoio rosa confetto e Hawaianas nere che mi fa tirare la Mazza Randazza anche se è vestita da Zorro per poi arrivare a ingropparla in cucina, tra il frigo ed il muro.
Che bello aprire l’accappatoio ed avere servita e pronta all’uso la Domiporn. Che bello chiavarla sulla tavola della cucina con ai piedi le Hawaianas. Che bello essere capiti in questo senso. Capiti e favoriti.
Una delizia.

“La sera di Natale ti preparo il panettone amore” le dico fottendola “ci infilo dentro il cazzo e me lo scopo davanti a te finchè non ci spruzzo dentro la crema e poi lo mangiamo” e lei grugnisce strizzandosi le tette e con voce ansimante sbotta “Che maiale schifoso, ma come ti vengono queste porcate?” e io rispondo con un sorriso tagliente “E’ il puzzo del tuo utero e dei tuoi ormoni, amore, che mi fa montare dentro la bestia” e lei piega la testa all’indietro in un rantolo, assestando un pugno sul tavolo, nuda, a gambe aperte, piena di cazzo. Perché oramai è certo, la Domi con le mie porcate si arrapa. Insisto, perché mi piace spiazzarla “Allora, lo vuoi il panettone che ti preparerò? Lo vuoi mangiare con la cremina di Tazio?” ficcando come un pistone della Mini John Cooper Works.

Ed incredibilmente, stupendamente, mi spiazza lei, con un colpo da maestra, divina, deliziosa, imbattibile, insuperabile: “Puoi mica venire in un pandoro che il panettone non mi piace?” che vi giuro, detta con il fiatone e la voce rotta, nuda, a gambe spalancate sul tavolo, prendendo rapidissime botte di Minchia, è stata una performance da MoMa.
Enormerrima Domi, chapeau.

giovedì 22 dicembre 2011

Vacanza


L’ufficio dorme e si riposerà per un po’.
Vacanza, ufficiale, scritta, per tutti.
Domani cazzeggio con l’uccello di fuori, un po’ mi vuole.  
La DomiCooper invece no. Lavora fino a sera, ma che cazzo la fanno lavorare il 23? Boh.
Adesso parto e faccio prua verso Domiziopoli.
Speriamo di farcela con quel ferro antidiluviano che può tirare le cuoia ogni secondo. Ma quando mai?
MA QUANDO MAI?
La Marzedes è eterna. Punto.

Ci siamo. Domani è il ventitre.
Forse c’è spazio per tentare di battere il record. Già.
Ci rifletterò, ci rifletterò.
Pensate. A caratteri cubitali: Tazio si è fatto ventuno seghe in un giorno.
Mi vengono i brividi a pensare a certe grandi azioni.

Bene, cruzaderos. Vado.
Vi amo tutti. A domattina, con l’uccello che mi penzola in mezzo alle gambe.
Buona serata.

Digestione


Buonaseeeeeeera.
Minchia oh, come dice il dottissimo Costa, se stavamo a tavola un altro po’ ci servivano la cena.
Le faighe, che temevo ci dessero buca, sono venute tutte. Al pranzo, intendo.
Tranne la Betta che è allettata con l’influ.
Veramente di rilievo l’intervento del Loca al riguardo “Oh, ma ci pensate a quanto se la deve sgrillettare la Betta sotto le coperte? Per forza non guarisce, cazzo, quella si debilita a colpi di medio”.
Scorci di grandissima classe. Dei signori rinascimentali.
I’m proud of my filthy crew.

Tutto bene, comunque. Ho tolto il Costa dalla carbonella accesa su cui pareva essere seduto all’inizio, l’ho portato fuori e c’ho fatto due ragionamenti. Primo ragionamento. Questa è l’ultima chiamata, se me lo tira in culo in quel modo un’altra volta (in quel modo, perché se me lo volesse tirare in quell’altro, potremmo parlarne) non ci saranno chance ulteriori. Secondo: a me non me ne frega un cazzo se si chiava la Giulia, ma dirmelo, secondo me, non ci stava poi così male. Detto questo fine. Pranzo.
Storia dimenticata e io se dico fine è fine.

Alcuni epici momenti, tutti sex based, ovviamente.
Epico momento quando la ciurma maschile schiumante di ormoni ha proposto alla Marghe Margherita di far vedere le tette a tutti, che tanto non c’era nessuno se non noi. La Marghe ha resistito dispensando auguri di rapporti anali, ma poi il mitico Umbe ha lanciato la proposta: siamo in dieci maschi, cacciamo la 100 euro a testa e tu ci servi il caffè nuda.
Prima di mandare affanculo l’Umbe con raffinatissime rivelazioni in merito all’attività lavorativa della mamma, della sorella e anche della nonna dell’Umbe, abbiamo notato tutti che la Marghe s’è fatta due conti, per un attimo ben visibile.
Si è riso allo sfinimento, un autentico girone di bestie, proprio molto natalizio, yes.
Quando c’è l’eleganzia, no?

Altro Epico momento quando Matt Matteo Matthew, carico di vino come un autotreno della Zonin, ha sguaiatamente confessato alla Giogia che ci son delle volte che a guardarle il culo quando porta un particolare tipo di jeans gli diventa duro l’uccello. Un successone di critica e di pubblico. La Giogia rossa con un sorriso di sale e il Loca che, alla guida dell’altro autotreno della Zonin, chiama l’alzata di mano su quanti se la farebbero, la Giogia. Aggiungendo che ha chiamato la votazione per eliminare il pensiero che Matt fosse un porco, in quanto tutti siamo porci là dentro. Che finezza, che classe.

Terribile passo falso, sempre del Loca, che in un momento di entusiasmo grappeo reiterato è andato a dire a tutti che c’ho una minchia tanta. E le ragazze non erano ubriache, badate. E le ragazze, che sono precise, hanno subito chiesto come mai il Loca lo sapesse. Pirla di un pirla. Io l’ho lasciato dimenarsi a cercare di salvare la situazione, godendo nel vederlo precipitare.
E’ stato bello vedere come, solidali con la Giogia, lo abbiano massacrato dandogli del culattone.
Bello anche vedere che a me nessuna m’ha rivolto un lazzo, pirla di un Loca. Eh.
Alla fine sono intervenuto dicendo che la sua morosa prima era la mia e che ha sempre avuto la brutta abitudine di non tenere la bocca chiusa e non solo per parlare.

Bello, dai.
Nemmeno durante il militare quando facevamo i campi ne venivano fuori di così infami.
Bello davvero.

Autoarrazon


Adesso non è che voglio far prendere al mio sozzo blog del cazzo la piega melensa di merda di quello di quella troia sommersa di CiabattinaOdorosa79, però il pensiero che la vedo stasera e poi la rivedo la sera del dì di Natale mi mette del dispiacere.
Le ho chiesto se mi lascia almeno un paio di mutande luride con cui sollazzarmi, ma il fatto che mi abbia percosso con una copia di Quattroruote arrotolata dicendomi "maiale, maiale, maiale, maiale, che schifo" mi lascia presagire che tale cadeau non ci sarà sotto il mio albero. E quando dico “mio albero” sappiamo tutti di cosa sto parlando.

La copia di Quattroruote non era, come facilmente avrete evinto, mia ma della Domotor che è appassionata di macchine un botto. E io non ci capisco un cazzo. Però sono un creativo e allora con incomprensibile sicumera comincio a tessere le lodi qualitative della mia stimatissima Marzedes arcaica. Ma vengo stuprato, abusato, mortificato. E nemmeno senza l’esteriore cattiveria che si esigerebbe in corrispondenza di simili offensive parole.

Io non ho un’automobile. Io ho un ferro. Non ho indagato se da stiro o vecchio, poiché entrambe le soluzioni non mi parevano esaltanti. Ho un guizzo di orgoglio e dico che, cazzo sì, non sarà da strafighi, ma trovami tu una macchina che con un milione di chilometri sul telaio va da dio come la mia.
Vengo schiaffeggiato con noia.

“Il problema delle macchine, Tazio, è che quando si fermano non ti mandano una mail tre giorni prima, si fermano e basta. E nel caso di macchine vecchissime come la tua, se si fermano, lo fanno per sempre. E tu così resti a piedi, ma per un bel pezzo, che significa che girerai a piedi per delle settimane prima di averne un’altra e questo può essere un bel disagio. Per questo si cambia auto. Non dico una volta all’anno, ma ogni quattro, cinque, conviene.”

Minchia. E’ una killer. Ma io l’ho comperata quest’anno la Marzy. Non abbiamo ancora fatto un compleanno, non abbiamo potuto brindare con una fiala tergi vetro, ancora. Però sorvolo e faccio due (2) domande: la prima è che macchina comprerebbe lei se la dovesse cambiare.
“Hai Internet qui?” mi dice. Rispondo di sì e le prendo l’iPad.
Smanetta veloce e mi dice: “Io di mio, se avessi una valanga di soldi, questa
Ho paura.
Una Mini da 211 CV e 238 Km/h che fa 0-100 in 6,5 secondi. Ma da chi cazzo devi scappare Do-mi? Trenta e passa mila euro? Le impongo le mani sulla testa e dico “Esci da questo corpo”.

Poi pongo il quesito numero due: con che macchina mi vedresti? Smanetta e picchietta e taptap e vualà:
Audi A6 Avant Quattro S Tronic 3.0 Tdi 245 CV automatica sessantaduemila euro.
Ti guardo, ridi. Abbiamo appena ipotizzato di spendere centomila euro per due automobili.
“Ok” ti dico con senso esaustivo dell’argomento. “Ok” mi dici esaurendolo a tua volta e chiudi l’iPad.

“Domi?”
“Dimmi?”
“Mi dici che ti piace il cazzo ?”
Abbassi gli occhi e li sbatti due volte, ti imponi la serietà, avvicini la bocca al mio orecchio e sussurri lentamente “Adesso voglio il cazzo”.

Me ‘sta rossa mi piace assai assai assai di più di una Ferrari.
Ha!

L'Ultimo


D “Cos’hai fatto l’anno scorso per l’ultimo?”
T “Credo di averlo passato riverso sul Divindivan strafatto di erba e pieno di vodka”
D “Che immagine allegra. Da solo?”
T “Totale. E tu?”
D “Credo di aver guardato la tele e poi di essere andata a letto alle undici”
T “Col vibratorino?”
D “Nah. Con Le memorie di Adriano”

Minchia. Proprio uguali i nostri Capodanno.

Le donne sono sempre più toste degli uomini. Noi si resta soli per l’ultimo dell’anno e si deve inscenare la tragedia mortale, loro guardano la tele, vanno a letto, leggono un libro e si svegliano il primo che tutto è finito mentre tu ti curi la balla mortale.

T “Quest’anno cosa facciamo Domizio?”
D “Boh” e mi guardi con l’aria della mucca appena sorridente che guarda passare il treno.
T “Per certo potremmo andare a una festa danzante” dico pensando al relais relax resort.  

Mi guardi, ti insacchi nelle spallucce, fai la bocca strizzata e il naso arricciato e gli occhi della tristezza.

T “Ok. Dai allora, dimmi cosa ti piacerebbe fare. Hai amici che fanno cose, che vedono gente?”
D “Quelli sono in montagna con gli sci addosso, come tutti gli anni.”
T  “E tu non vai mai con loro?”
D “Sempre.”
T “E quest’anno?”
D “Quest’anno purtroppo mi sono innamorata di un salame che non scia, ma io lo amo tanto, così sto con lui nella pianura umida e inospitale.”

Imparerò a sciare.

T “Dai Domi allora, cosa vuoi fare?”
Cazzo, era preparata nel dettaglio. La DomiCEO. Allora, incominciamo con fare la lista di TUTTO quello che ci serve per organizzare una cenetta nella mia casetta in mezzo alla brughiera. Ma quando dico TUTTO intendo TUTTO, perché la Domi non tollera carenze organizzative quando c’è una settimana intera per pensarci. Comandi. Poi sabato lei va a prendere il pesce e lo porta all’interno della casetta, nella quale sarà caldissimo perché io avrò arso mille quintali di legna e avrò sparato il riscaldamento a mille gradi. Lei comincerà a preparare il pesce, io avrò il permesso di masturbarmi guardandola. Se farà caldo a sufficienza cucinerà nuda con solo il grembiule, me lo ha approvato. Penso che forse duemila quintali di legna è meglio. Farà cose semplici, handly: spaghetti col tonno fresco, capesante gratinate, gamberoni carabineros ai ferri o vediamo come. Si pasteggia a champagne.
Se è caldo, ok, ceniamo nudi, mi ha approvato anche quello.

T “Ma scopiamo un po’ anche vero Domi?”
D “Incominciamo alle undici in punto a scopare. E scopiamo ininterrottamente sino al primo dell’anno. Quando arriva la mezzanotte, non importa a che punto è la scopata, la si interrompe, si stappa giusti, si brinda e si ricomincia a scopare a oltranza” e ride.

E questa mi piace assai! Wow! Non l’ho mai fatto.
Mi piasge amisgi che numerossi mi seguite da cassa.
Che bell’ultimo dell’anno.
C’ho già il Tarello imbirillato.

mercoledì 21 dicembre 2011

Fine del mercoledì


Sono stanco la quantità giusta.
Adesso vado nel buco di merda che risponde al nome casa, almeno per il momento, mi faccio un doccione, un Campari ed aspetto indovinate chi? La Domi.
Ceniamo alla Solita che così dico due cose alla Marghe per domani e poi credo che torneremo qui, dove la sodomizzerò  a lungo, con tanto amore e tanti condivisi miasmi fecali che fa un’intimità pazzesca.
Prima di possedere il suo sfintere, però, potrei discutere di etica della comunicazione o di cambiamento della società capitalista, o anche della crisi della borghesia.
Lo farò per Psykhe. MUAHAHAH.
Bacio, Psykhe. :D

E’ stato stupendo, ragazzi.
Vi lecco gli orifizi con trasporto.
A domani.