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sabato 9 novembre 2013

Tappa uno di diludendo spinge avanti Tappa due

Ex capannoncino industriale, molto discreto, ma individuabile, ampio parcheggio, ampia security, arredamento Biedermeier ovunque nelle aree pubbliche, tentativo di "modernità di desaign" nelle camere, un vero guazzabuglio dove tutte le luci erano sbagliate ed il clima freddo da clinica sterilizzata, ma pazienza. Cento zucconi l'entrata, nei quali è compreso un buffettino non male, molto aviolinea, accompagnato da un "vino del Reno" generically speaking, che secondo me era Merlot.
Mentre mangi vieni assalito dal querulo andiamo andiamo delle ragazze che, ho scoperto in seguito, non fan parte del locale, ma sono delle free-lance che pagano al locale l'uso delle infrastrutture.

Non ce n'era UNA di austriaca: rumene, polacche, ungheresi, ceche, slovacche.
In compenso di austriaco c'era il gruppone dei boscaioli altoatesini che parlano fortissimo, pronunciano una parola di 178 lettere lentamente, con gli amici in lievitazione sospesa, parola seguita da una sganasciata furibonda, nel mezzo della quale uno con voce sottile ne aggiunge un'altra da 69 lettere ed è il trionfo dell'ilarità.

"Andiami belu?" mi chiede un'estiva completamente nuda, prendendomi la mano.
"Ma andiami dove?" chiedo con interesse e ritrosia.
"Sopra fare amore"

Troppo impegnativo amica mia, troppo impegnativo. Fare l'amore è un casino.
E poi io sono stanco e lo spezzatino è duro da alienare, ciao.
Passeggio nel nulla organizzato e poi salgo in albergo e mi schianto di sonno.
Un tantino diludendo, ma forse anche no.

Sicchè ho rimodellato la mia roadmap.
Niente giorno a Innsbruck, che tra l'altro piove. Finito qui faccio su i ferri e vado a fare colazione. Poi scalderò il Merzedezone, farò casollio, collegherò AUX il mio iPhonno all'impianto, selezionerò Dave Brubeck e farò prua verso Stoccarda, comodissimo e caldissimno per 319 tranquillissimi Km di libidine e bontà.

venerdì 8 novembre 2013

Tappa uno

Trolley(s) fatti, borsa fatta, mac ok, doccia fatta, barba fatta, abiti invernali ok, look da nero misterioso puttaniere ok, gasolio, olio, acqua, tergi, gomme, catene, ok. Tutto in perfetto ordine di marcia, per la partenza pomeridiana verso l'Alto Adige cuminato e crautato, nonchè saporoso di altre sostanze non biotipiche, ma ubiquitarie: fica, bocca e culo.

L'organizzazione teutonica di questa gita è stata talmente rigorosa che potrei partire anche tra mezz'ora, ma siccome avevo detto che partivo dopo pranzo, partirò dopo pranzo.
E' sempre essenziali attenersi a regole astruse, rende serio il comportamento.

Il clima, qui al campo base, è nebbioso-piovigginoso, ma non freddo. Non genererà nostalgia, ne sono certo. Questa mattina passerò in banca per alcune formalità, poi pranzerò leggerissimamente alla Solita e, sul fare delle tredici e trenta, salirò su quel confortabilissimo gioiello di fabbricazione tedesca e mi avvierò, nel silenzio del suo abitacolo, verso il vicino casello dell'autostrada, autostrada che lascerò solo quando sarò in territorio austriaco e, quindi, pressochè a destinazione.

Il primo giorno è facile, è di riscaldamento.
Domani sarà già di riposo, con altra serata relax.
Mi piace questo programma, mi piace.
A presto amici, buon weekend.


mercoledì 6 novembre 2013

Trasvolata solitaria: il Tazio va in gita (forse)

Avendo ricevuto la telefonata numero seimilaquattordici del Costa che continua a chiedermi, autistico ed alienato, quand'è che sali a Praga, quand'è che sali a Praga, quand'è che sali a Praga, quand'è che sali a Praga, quand'è che sali a Praga, quand'è che sali a Praga, quand'è che sali a Praga, mi sono soffermato a meditare su che grancazzo c'ho da fare qua a Taziopoli e, considerato l'incasso di una tranche intermedia per i miei servigi di inutile ed inascoltato "consigliere di desaigner", mi sono pragmaticamente chiesto: ma perchè minchia non salgo a Praga?

Bene, questa la premessa.

Valutando che, per esperienza,  la salita in una tirata a Praga è alquanto faticosa e a tratti potenzialmente mortale, ho deciso di fare il turista con tutto il tempo che voglio in tasca.
Per cui ecco che l'itinerario praghiano si snoda lungo le seguenti tappe di massima:

Giorno uno, venerdì 8 novembre:
Partenza da Taziopoli nel pomeriggio e raggiungimento di Innsbruck. Circa 300 Km. Pernottamento la notte dell'arrivo, stazionamento giorni uno, altro pernottamento e partenza domenica 10 novembre.

Giorno tre, domenica 10 novembre:
Partenza da Innsbruck al mattino, direzione Stoccarda. Circa 300 Km. Pranzo a Stoccarda, pernottamento della domenica, stazionamento il lunedì e pernottamento lunedì notte.

Giorno cinque, martedì 12 novembre:

Partenza da Stoccarda al mattino appena sveglio, direzione Praga. Circa 500 Km. Ma tanto io arrivo quando arrivo e se mi stanco mi fermo e dormo nel mio carro funebre di ultralusso, come fanno i trafficanti rumeni.

Giorno otto, venerdì 15 novembre:
inizio del ritorno non organizzato. O tutto un lento tiro, o tappe casuali.

Condizione generale: NON avvisare il Costa che arriverò a Praga, onde evitare forzate convivenze con lui e Dimavosco in chissà quale topaia di merda. Alloggerò, quindi, in pieno centro in Hotel a **** molto borghese, lasciandolo solo per "le zeratone" che il mio Costafrate organizzerà non appena gli telefonerò da lì, dandogli la lieta novella.

Vispi ed attenti come siete, vi chiederete come mai non taglio per Monaco di Baviera accorciando i 2.100 Km di gita e invece mi spingo a Stoccarda passando per Innsbruck. La risposta, forse intuibile, è comunque molto semplice: le puttane e i bordelli, nudisti e non.
Non dubitate, vi darò conto di queste mie signorili avventure non lesinandone di certo i dettagli.

Costo stimato dell'operazione, al netto della carne umana viva: circa 800 euri, tra lattisel, l'autostrada e gli alberghi (tutti di elevato lignaggio per davvero, stavolta).
Insomma, alle ore 17:58 di oggi mi pare un piano geniale.
Ma adda passà 'a nuttata.

martedì 5 novembre 2013

Ubir il Tartaro di Astrachan

Questa è la storia di Ubir, Tartaro di Astrachan dell'etnia del Volga, ultimo discendente della nobile stirpe che occupò la vasta area che si estendeva dalla Romania sino all'Oceano Pacifico.
Ubir è un omone enorme che di professione fa il boscaiolo e, l'ultimo martedì del mese, si reca puntualmente a Mykolaiv a vendere il suo legname.
Al termine della vendita, sul far della sera, Ubir mangia alla solita taverna e, dopo cena, è aduso accompagnarsi ad una meretrice.
Una sera egli incontrò Irina, una giovane biondina dall'esile fisico e, dopo un delicato negoziato, la seguì nella sua abitazione e lupanare.
Quando Ubir si denudò, già in avanzato stato di erezione, Irina osservò il suo membro e disse: "Ciccio dove pensi di andare con quel paracarro? Vai in bagno, dove troverai unguenti viscidi che gioveranno alla bisogna" e Ubir eseguì.
Quindi tornò nella penombra rossastra del talamo del peccato e lì si accoppiò con la giovane.
Dopo circa ventisette minuti in cui Ubir stantuffava come un pistone di un'Alfa 75 Twin Cam, la giovinetta prese a preoccuparsi, pensando tra sè e sè "Ma costui quando eiaculerà?".
I minuti si fecero settantadue e Ubir reggeva come un reggimento di giubbe rosse, pistonando e sudando, ma senza alcuno schizzo definitivo.
La giovinetta prese a sentire dei dolori e dei bruciori, sopportò per altri diciannove minuti e poi urlò un "Fermati!!!!!" dettato dallo spirito di conservazione della specie.
Ubir sgusciò dalle sue pudenda gonfie e la giovinetta, a quel punto, vide che il penone dell'omone era ricoperto da una patina bianchissima.
"Ma Ubir!" esordì stupita la giovinetta "ma cuslè sta roba chi?" e Ubir, un tantino spaesato, rispose che era uno degli unguenti viscidi da lei consigliati, che avrebbero dovuto giovare alla bisogna, porgendo alla giovinetta il tubo dal quale tale sostanza bianca proveniva.
E la giovinetta lesse sul tubo: "Sbiancodent - Elimina la carie e non fa venire il tartaro".

domenica 3 novembre 2013

Tazio e le relazioni "normali"

Comincia tutto martedì sera che lei mi piaceva un bel po' datasi la vaga somiglianza con la Cuddy del Dr.House e poi si scambiano paroline cortesi e morta lì sino a mercoledì in cui ci si saluta e presenta, Tazio, Martina, chiacchierami Tazio, ma sì Martina, si beve, ma senti, domani sera un boccone qui che ne dici? perchè no, ma non ti prometto, son presa col lavoro, tranquilla vediamo domani e domani si è visto, al tavolinetto da due laggiù, un antipastino, un primino, chiacchiere serie, raccontami di te Martina, che errore pazzesco, lei attacca blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah c'ho quarantatre anni  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah son separata da maggio  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah quello stronzo  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah il bastardo capisci  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah che se trovavo un pusher avrei attaccato con l'eroina riserva cuvee imperiale, ma mi piaceva, la Martina, che mentre mi infarciva di sfighe noiose io ripassavo la solita check list, come c'avrà i piedi? e i capezzoli? la brogna se la rapa? lo prende nel culo? e così, aggrappato alla fede, supero quella serata allucinante, ma sono recidivo, perchè a mezzanotte le dico 'magari ci vediamo domani sera' e lei, che usualmente a quel punto viene mandata a menare cazzi neri, sorridente mi dice 'ma certo, ci vediamo qui' e tornando a casa mi coglie la perplessità di essere un tantino giù di mano con le no pay, ma memore di fasti lussuriosi mi incaponisco e giovedì son presente all'appello, che farebbero due volte e il pompino premio si andrebbe anche configurando, anche perchè dopo due Chardonnay la Cuddy mi chiede di passeggiare e lì attacca di nuovo per ventisette miglia con blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah c'ho quarantatre anni  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah son separata da maggio  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah quello stronzo  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah il bastardo capisci  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah e io reggo, ex paracudista, ufficiale, massiccione e tengo la botta come un'incudine di Kriptonite e come da copione ci scappa il bacetto della buonanotte e io mi illudo, dicendomi 'certo, capiscila, è appena separata, è confusa, fragile, addolorata e spaesata, giù di mano' ma certo, ma è così e allora le dico 'senti, ma domani sera?' masochista coglione, perchè la Cuddy sorride estasiata nell'aura della bella matura che sta trovando l'amore e mi dice un 'sì' sussurrato e scompare nella notte, dandomi modo di guardarle il culo e iniettare nuova speme nelle mie membra fiaccate e si fa venerdì, winebar, ma che caso, si cena e si chiacchiera periferici e tangenti, ma poi la gravità ci riporta lì come un proiettile e la bella ricciuta morbida attacca la minchia blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah c'ho quarantatre anni  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah son separata da maggio  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah quello stronzo  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah il bastardo capisci  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah e io voglio morire, materializzando immagini BDSM cruente che mi aiutano a sopportare, perchè a quel punto mollare è da idioti, dopo tutto quel patire mi merito la brogna addolorata e reggo, stoico, come un Navy Seal, concedendomi una piccola scivolata scorretta, dicendo che purtroppo l'indomani la sveglia sarebbe suonata alla cinque e la Cuddy, in tackle, mi spara un ' domani sera sei impegnato?' a cui rispondo solerte un 'no, ti va se ti preparo una cenetta nella mia topaia leptospirotica?' e lei ride e mi dice di sì, così ieri mi prodigo alla preparazione di piatti semplici e la attendo, ore otto e puntuale mi arriva sull'uscio con in mano una Vedova infiocchettata ed è aperitivo, musica, magia, cena, risate, che mi pareva quasi che il vomitare fosse terminato, ma poi sul divindivano, sorseggiando Armagnac le scappa la mano e allora blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah c'ho quarantatre anni  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah son separata da maggio  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah quello stronzo  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah il bastardo capisci  blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah blah fino alle due, stivaletti che giacciono attoniti sulle tavole Maxiane e lei in fantasmini neri, jeans neri, maglionone nero a celebrare la litania del fallimento supremo, sinchè non mi si stracciano i coglioni con un botto apocalittico e la ingroppo selvaggio, spogliandola come un mulinello e cazzo sì, figa è figa, la brogna se la pela sì, i piedi son belli, fa dei pompini da schifo, chiacchiera con tono da bar anche mentre succhia la minchia, o impermeabile o morte, ripete cento volte che ce l'ho troppo grosso, ma poi quando lo prende assume l'aria di Bernardette Soubirous che ha visto la Madonna, buco del culo tassativamente off limits, leccata di piedi avoided perchè soffre il solletico, pompino con l'ingoio figurati, totalmente inodore come una garza sterile e mi sgommo e le sborro sull'ombelico, ritirandomi in bell'ordine a coccolare il mio fallimento di target.

"C'è qualcosa che non va?" mi chiede spettinata e molto nuda mentre ansimo sul Divino.
"No Marti, tutto a posto" rispondo con l'aria menzognera di chi asserisce che Renzi è di sinistra.
"A me non sembra" incalza incauta.
"Ti dico di no"
"Dai sputa il rospo"

E lì mi viene in mente una sapidissima gag di Aldo, Giovanni e Giacomo più Marina Massironi, quando Aldo si propone personalmente di dire a quest'ultima, con garbo e savoir-faire, che aveva stancato.

"Dai Tazio, parla"
"Ok, niente di personale Marti. Sei parecchio figa e mi piaci, ma scopi da schifo e mi hai rotto i coglioni a dismisura col lamentario sulla tua separazione. Però, a parte questo, nessun problema."

E la furia si veste, stizzita, mentre io penso a dove ho messo quell'erbetta residua e lo slam della porta lo si sente per quattro isolati e tracanno dalla bottiglia l'ultimo goccio di Vedova e tiro un sospiro di sollievo.

Peccato, figa era figa.
Da oggi troie free o troie pay.
Esperimento fallito.