Mi sono cotto il riso rosso.
Ah, io adoro il riso rosso. Ci vogliono i suoi bei quaranta / cinquanta minutoni, ma poi è una risorsa. Sta lì nel frigo, lo puoi inzuppare di salsa di soja e wasabi, oppure limone e olio, puoi metterci due gamberetti bolliti, una patata e worchester, oppure mangiarlo secco così.
Sono a casa.
Col cazzo di fuori e una bellissima felpa nuova che mi sono comperato a Milano. Una felpa nera, identica alla precedente, ma nuova, quindi morbidissima e profumata di felpa nuova.
Mi sono anche drogato, ma con grano salis. Poca erbetta, poca farinetta. Indosso un anello di metallo lucidissimo alla base della cappella, o della corona del glande, per gli appassionati di anatomia.
Riso rosso e un anello sotto la cappella.
Che sexy.
La Aledellapale non sa se viene, stasera.
Io sono sicuro che vengo, stasera.
Dio se stringe, l'anello.
Pagine
mercoledì 22 gennaio 2014
lunedì 20 gennaio 2014
Tayra
Me la consiglia il Ruggi, mi esseemmeessa il cellu, fidati amico mio, massì, anche se son due parole che mi accaponano la pelle, "fidati" e "amico mio", dette da te Bocciolodirosavogliosa, ma alle ventidue e diciassette la chiamo, la chiamo, la chiamo, la chiamo, la chiamo, la chiamo, ma poi verso le ventitre e zerodue comincio a cagarmi la minchia, ma poi mi risponde, Tayra, dammi la via, eccola, spè che arrivo, ti aspetto amore, sì, aspettami amore, non possiamo che amarci dopo tutta questa conoscenza.
Pelle di cuoio, lucida e cioccolatosa, un culo superbo, due gambe lunghissime, di dove sei amore, Liberia, ma che bello, ecco le rose, tesoro che bello che sei e mi ciucci i capezzoli e io sotto ti ravano la fava barzotta, madonna dell'incipit che pezzo di tronco di cazzo di ebano c'hai, signora gentile, poi nudi sul letto, leccalecca amor mio, ti mangio io biscione e il bucone sfondato, le palle e il perineo e ti tira la fava, amore di sempre, mentre la mia ti scoppia in bocca e mi dici che vuoi il mio cazzone, ma non temere Tayra, ce lo tiriamo nel culo per tutto il tempo che ci vuole e io pago, cazzo me ne chiava, pago.
Tette di cioccolato fondente con coni capezzolari di cioccolato al latte, ungimi il culino amorina esotica e fottimi forte, fammi piangere di piacere, fammi sanguinare, c'hai una bestia impressionante e io smignotto da frocia, esaltando il tuo lato maschile, sei arrapata, mi inculi, io godo, cristosantissimo fin dove mi arrivi nelle budella e i tuoi coglioni sui miei e mi succhi la lingua e io ti esorto a stuprarmi e mi monti da bestia, come sei bella, sento il mio buco sfondarsi e non riesco a contrarlo e tu lo capisci e mi pompi chimamandomi troia con quella voce mezzo e mezzo che mi fa impazzire, pompami amore, pompami il culo che domani ogni volta che mi siedo voglio pensarti, sì amor d'ebano, che zoccola sei, certo che voglio che mi sborri in gola, voglio ingoiarti tutta, amore e mi esci dal culo in un lampo e sento il mio odore e ti sgommi e mi chiavi la bocca, dai, dai, dai, ti stringo le chiappe spingendoti in fondo e sborri piegata su di me, baciandomi i capelli.
Voltati, troia, dammi il gel, bagascia, un goldone e del gel, dai, muoviti, aiutami, girati, ecco, son dentro di te e pompo vigliacco, senza nessuna gentilezza e sento che la minchia, lenta, lenta, ti si imbarzottisce mentre, incollato alla tua schiena sudata, ti sfondo il budello e mi esorti a sborrare, sudata e odorosa, mentre ti palpo i coglioni e mi sgommo a mia volta e ti schizzo in gola felice.
Momenti di pace.
Carezze e una canna.
"Ti rivedo?"
"Puoi contarci."
Un bacio d'amore sintetico e la notte piovosa.
Devo andarmene da stammerda.
Pelle di cuoio, lucida e cioccolatosa, un culo superbo, due gambe lunghissime, di dove sei amore, Liberia, ma che bello, ecco le rose, tesoro che bello che sei e mi ciucci i capezzoli e io sotto ti ravano la fava barzotta, madonna dell'incipit che pezzo di tronco di cazzo di ebano c'hai, signora gentile, poi nudi sul letto, leccalecca amor mio, ti mangio io biscione e il bucone sfondato, le palle e il perineo e ti tira la fava, amore di sempre, mentre la mia ti scoppia in bocca e mi dici che vuoi il mio cazzone, ma non temere Tayra, ce lo tiriamo nel culo per tutto il tempo che ci vuole e io pago, cazzo me ne chiava, pago.
Tette di cioccolato fondente con coni capezzolari di cioccolato al latte, ungimi il culino amorina esotica e fottimi forte, fammi piangere di piacere, fammi sanguinare, c'hai una bestia impressionante e io smignotto da frocia, esaltando il tuo lato maschile, sei arrapata, mi inculi, io godo, cristosantissimo fin dove mi arrivi nelle budella e i tuoi coglioni sui miei e mi succhi la lingua e io ti esorto a stuprarmi e mi monti da bestia, come sei bella, sento il mio buco sfondarsi e non riesco a contrarlo e tu lo capisci e mi pompi chimamandomi troia con quella voce mezzo e mezzo che mi fa impazzire, pompami amore, pompami il culo che domani ogni volta che mi siedo voglio pensarti, sì amor d'ebano, che zoccola sei, certo che voglio che mi sborri in gola, voglio ingoiarti tutta, amore e mi esci dal culo in un lampo e sento il mio odore e ti sgommi e mi chiavi la bocca, dai, dai, dai, ti stringo le chiappe spingendoti in fondo e sborri piegata su di me, baciandomi i capelli.
Voltati, troia, dammi il gel, bagascia, un goldone e del gel, dai, muoviti, aiutami, girati, ecco, son dentro di te e pompo vigliacco, senza nessuna gentilezza e sento che la minchia, lenta, lenta, ti si imbarzottisce mentre, incollato alla tua schiena sudata, ti sfondo il budello e mi esorti a sborrare, sudata e odorosa, mentre ti palpo i coglioni e mi sgommo a mia volta e ti schizzo in gola felice.
Momenti di pace.
Carezze e una canna.
"Ti rivedo?"
"Puoi contarci."
Un bacio d'amore sintetico e la notte piovosa.
Devo andarmene da stammerda.
domenica 19 gennaio 2014
Sfümatüre di gran classe
Eccomi qui, nella MIA Milano. Nel MIO albergo. Che figata raga. Sono al massimo, sono a Milano, sono realizzato, che figata, finalmente. Un bel weekend da provinciale alle spalle, ma che soddisfazione, veramente: un venerdì sera di classe, intellettualmente stimolante, bella gente, bel locale, bella musica, veramente top. E poi sabato. Cazzo sabato veramente toppissimo.
Alla mattina ho ronfato un pochetto, poi mi sono svegliato, cannetta, scritto il post, mangiato al Centrale, quiche e tre Campari orange, cannetta ricca con la Aledellapale alle due in macchina in piazza che poi lei tornava alla pale, che sesso che mi fa con quelle leggins, poi via, in macchina, argine, pioggia, pedale a canna, vai, fittizio del boschizio arginizio pre alluvione, eccola lì, FIAT Stilo berlina rossa, gente intorno, distanti, c'è movement, c'è movida, c'è sozzida, che la notte arriva alle tre nella bassa e allora vai, Tazietti, ispeziona, toccati il cazzo dalla tasca dei jeans che così si imbarzottisce, plic-plic sul cappuccio di plastica, ciaf-ciaf sotto le suole di gomma, eccola lì la maiala, mezza nuda che se la mena lato passeggero e il cornuto è in mezzo a sta orda di merde e non si sa chi è, che bella troiona, occhiali da sole, abbondante, tra i cinquantacinque e i sessanta, la fica rasata, le autoreggie, lo stivale, bionda tinta o parruccata, che meloni fracassati sulle pieghe di lardo della panza, la lingua guizzante, ma aprilo quel cazzo di finestrino che il tuo cornuto è qua che sbava per vederti succhiare le minchie straniere, flash-flash-flash, i maiali fotografano, io riprendo con l'aIfon e la minchia che tira, sega di gruppo, ma che culo c'ha sto cornuto?, bei cazzi, guarda lì il maruchen che bel cazzo che c'ha, dai Tazietti, sfodera la sciabola che quella apre, giù di polso a sei centimetri dal finestrino, dai troia apri, grugnisco maniaco e lei apre, cazzomerda e succhia a pelle me, il maruchen, il pallidone, palladilardo e palladipelo, ma io voglio chiavarla e faccio il prepotente, "scopare no" sbava la scrofa stizzita, ci mancherebbe madame, certamente, "sborrami sulle tette", mavaffanculo sacco di merda putrefatta, fatti pisciare dal tuo cornuto e, per dispetto, sborro da solo dandole le spalle, sulle foglie marce.
Toh maiala, questo è per il tuo "scopare no".
Piscio dove mi trovo, incrociando il suo sguardo e mi spiace che non mi scappi da cagare.
---
Righe, righe, righe, righe, righe, il tavolino sembra un gessato, Ale amore, ma che storia sta bamba, ma taci Tazione che c'ho preso un gustone che non te lo immaginone.
Me lo dai il culino?, amore lo sai che mi sanguina facile, ma ti piace amorella?, mi piacerebbe come sensazione se poi non mi bruciasse infiammato sei mesi, ma amorella, ma fuori piove? ma guarda te fuori, che io mi pippo sta polistil un attimino.
E allora galoppami, Ale diverrima, che voglio urtarti la cervice senza ritegno, ma certo Tazione, questo sì, è un male bellissimo che me lo fai solo tu, mi ami Alina?, ma certo Tazino, quella stronza bagascia sull'argine non può capire quanto c'ha perso a non darti la figa amorone, ma senti Alina, ma i tuoi piedi puzzerebbero se non te li lavassi con quelle sette industrie chimiche che usi?, movè sì amore, a chi non puzzano i piedi?
Ai falsi, Ale.
Solo ai falsi farabutti.
Sborrami dentro Tazio.
Sì, amore.
---
E da domani, tutta vita. Non vedo l'ora. Che bel momento della mia vita dimmerda.
Alla mattina ho ronfato un pochetto, poi mi sono svegliato, cannetta, scritto il post, mangiato al Centrale, quiche e tre Campari orange, cannetta ricca con la Aledellapale alle due in macchina in piazza che poi lei tornava alla pale, che sesso che mi fa con quelle leggins, poi via, in macchina, argine, pioggia, pedale a canna, vai, fittizio del boschizio arginizio pre alluvione, eccola lì, FIAT Stilo berlina rossa, gente intorno, distanti, c'è movement, c'è movida, c'è sozzida, che la notte arriva alle tre nella bassa e allora vai, Tazietti, ispeziona, toccati il cazzo dalla tasca dei jeans che così si imbarzottisce, plic-plic sul cappuccio di plastica, ciaf-ciaf sotto le suole di gomma, eccola lì la maiala, mezza nuda che se la mena lato passeggero e il cornuto è in mezzo a sta orda di merde e non si sa chi è, che bella troiona, occhiali da sole, abbondante, tra i cinquantacinque e i sessanta, la fica rasata, le autoreggie, lo stivale, bionda tinta o parruccata, che meloni fracassati sulle pieghe di lardo della panza, la lingua guizzante, ma aprilo quel cazzo di finestrino che il tuo cornuto è qua che sbava per vederti succhiare le minchie straniere, flash-flash-flash, i maiali fotografano, io riprendo con l'aIfon e la minchia che tira, sega di gruppo, ma che culo c'ha sto cornuto?, bei cazzi, guarda lì il maruchen che bel cazzo che c'ha, dai Tazietti, sfodera la sciabola che quella apre, giù di polso a sei centimetri dal finestrino, dai troia apri, grugnisco maniaco e lei apre, cazzomerda e succhia a pelle me, il maruchen, il pallidone, palladilardo e palladipelo, ma io voglio chiavarla e faccio il prepotente, "scopare no" sbava la scrofa stizzita, ci mancherebbe madame, certamente, "sborrami sulle tette", mavaffanculo sacco di merda putrefatta, fatti pisciare dal tuo cornuto e, per dispetto, sborro da solo dandole le spalle, sulle foglie marce.
Toh maiala, questo è per il tuo "scopare no".
Piscio dove mi trovo, incrociando il suo sguardo e mi spiace che non mi scappi da cagare.
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Righe, righe, righe, righe, righe, il tavolino sembra un gessato, Ale amore, ma che storia sta bamba, ma taci Tazione che c'ho preso un gustone che non te lo immaginone.
Me lo dai il culino?, amore lo sai che mi sanguina facile, ma ti piace amorella?, mi piacerebbe come sensazione se poi non mi bruciasse infiammato sei mesi, ma amorella, ma fuori piove? ma guarda te fuori, che io mi pippo sta polistil un attimino.
E allora galoppami, Ale diverrima, che voglio urtarti la cervice senza ritegno, ma certo Tazione, questo sì, è un male bellissimo che me lo fai solo tu, mi ami Alina?, ma certo Tazino, quella stronza bagascia sull'argine non può capire quanto c'ha perso a non darti la figa amorone, ma senti Alina, ma i tuoi piedi puzzerebbero se non te li lavassi con quelle sette industrie chimiche che usi?, movè sì amore, a chi non puzzano i piedi?
Ai falsi, Ale.
Solo ai falsi farabutti.
Sborrami dentro Tazio.
Sì, amore.
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E da domani, tutta vita. Non vedo l'ora. Che bel momento della mia vita dimmerda.
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