"E con la tua compagna di stanza va meglio?"
"Quella merda putrefatta spocchiosa del cazzo con l'alito che sa di merda, la affogherei nel water"
Perchè se c'è simpatia, tra di noi, tutto scorre meglio, sì.
***
"Cosa si mangia di buono qua a Manchester?"
"Merda"
"Dai, cazzo, ci sarà un piatto tipico locale, no?"
"Merda"
Perchè se ci si integra nel luogo in cui si deve stare, tutto scorre meglio, sì.
***
"Cazzo se fa freddo di notte, qua"
"C'è un clima di merda. Lo odio."
Perchè se ci si sforza di apprezzare la novità, tutto scorre meglio, sì.
***
"Cosa c'è di bello da vedere qui a Manchester?"
"La vedi quella cazzo di ruota di merda?"
"Sì"
"Ecco, sei a posto"
Perchè se si impara ad apprezzare le bellezze del luogo, tutto scorre meglio, sì.
***
"Cazzo, amore, mi hai disinstasato il budello del culo… vado a cagare"
"Cazzo, tesora, ma lo sai che la permanenza nel Regno ti rende molto raffinata?"
Da dietro la porta del cesso odo uno scorreggione.
"Dici amore? Perchè io mi sento proprio così come dici te."
Come faccio a non amarla alla follia?
Pagine
sabato 12 gennaio 2013
Rilflessioni in palmo di mano
Bonjour dalla camera del Marriott Victoria and Albert di Manchester.
Fuori fa buio, dentro no, c'è la luce, fortunatamente. Che città dimmerda, mi sta sul cazzo oltre misura.
La Chiarissima è appena partita per raggiungere il suo supplizio, dal quale riemergerà alle 13:00, ora locale. Chissà se per quell'ora sarà sorto il sole.
Programma del pomeriggio: fottere parecchio di sicuro, poi si vedrà.
Scrivo nudo, seduto in pizzo alla sedia, col bordo del sedile che mi preme il perineo. In tal modo mi basta strizzare il buco del culo per far affluire sangue al cazzo, guadagnando lentamente l'erezione senza dovermi palpeggiare. Perchè vi dico ciò, mi chiederete ed io vi risponderò. Non mi sono mai fatto una sega a Manchester e quindi, al termine di questo inutile post, colmerò la lacuna. Inutile dire che adorerei l'entrata della cameriera mentre mi sgroppo la minchia, perchè le fantasie da film porno di serie B sono sempre le migliori.
Non vi ho totalmente reso edotti dei miei programmi, ieri, no.
Lunedì lascerò questa fogna dimmerda e anzichè ritornare a casa, mi fermerò a Londra.
Motivo? Beh, cominciamo con quello ufficiale: controllare che tutto sia a posto a Camden e dare un segno di vita alla Sheera. Passiamo a quello reale? Mi piacerebbe tanto ingropparmela, la Sheera, che le ragazze indiane hanno dei piedi stupendi. Poi, se non riuscirò ad ingropparmela, potrò sempre masturbarmi annusando e leccando con la sua biancheria intima sporca, che è sempre una signora attività.
Amenità a parte, ho qualche incontro che vorrei fare e non solo con estemporanei culattoni viziosi come me che adorano succhiare cazzi a sconosciuti nei cessi.
Insomma, voglio provare un po' a sbloccare la mia situazione personale e lavorativa, ecco.
(Per dovere di informazione vi dico che in questo momento, a furia di strizzare il buco del culo, ce l'ho quasi duro.)
La Chiaretta è visibilmente stanca e scazzata. Devo riflettere anche su questo, nel weekend. Il punto è che della roba che le ficcano nelle orecchie da mane a sera non gliene fotte autenticamente un cazzo e credo sia anche lecito che sia così.
Certo, aggiungere il nome di questo mostro di agenzia al curriculum aiuterebbe, mi dico.
Ma poi mi dico anche: ma a chi cazzo gliene fotte dei curriculum? Specie in questo Paese dove è buona norma che i curricula siano di una brevità didascalica perchè, alla fine, ciò che conta e quello che sai fare.
Urge riflessione.
Urgono molte riflessioni.
Ma adesso, soprattutto, urge una smanettata veloce, che il cazzo mi tira per bene.
A dopo.
Fuori fa buio, dentro no, c'è la luce, fortunatamente. Che città dimmerda, mi sta sul cazzo oltre misura.
La Chiarissima è appena partita per raggiungere il suo supplizio, dal quale riemergerà alle 13:00, ora locale. Chissà se per quell'ora sarà sorto il sole.
Programma del pomeriggio: fottere parecchio di sicuro, poi si vedrà.
Scrivo nudo, seduto in pizzo alla sedia, col bordo del sedile che mi preme il perineo. In tal modo mi basta strizzare il buco del culo per far affluire sangue al cazzo, guadagnando lentamente l'erezione senza dovermi palpeggiare. Perchè vi dico ciò, mi chiederete ed io vi risponderò. Non mi sono mai fatto una sega a Manchester e quindi, al termine di questo inutile post, colmerò la lacuna. Inutile dire che adorerei l'entrata della cameriera mentre mi sgroppo la minchia, perchè le fantasie da film porno di serie B sono sempre le migliori.
Non vi ho totalmente reso edotti dei miei programmi, ieri, no.
Lunedì lascerò questa fogna dimmerda e anzichè ritornare a casa, mi fermerò a Londra.
Motivo? Beh, cominciamo con quello ufficiale: controllare che tutto sia a posto a Camden e dare un segno di vita alla Sheera. Passiamo a quello reale? Mi piacerebbe tanto ingropparmela, la Sheera, che le ragazze indiane hanno dei piedi stupendi. Poi, se non riuscirò ad ingropparmela, potrò sempre masturbarmi annusando e leccando con la sua biancheria intima sporca, che è sempre una signora attività.
Amenità a parte, ho qualche incontro che vorrei fare e non solo con estemporanei culattoni viziosi come me che adorano succhiare cazzi a sconosciuti nei cessi.
Insomma, voglio provare un po' a sbloccare la mia situazione personale e lavorativa, ecco.
(Per dovere di informazione vi dico che in questo momento, a furia di strizzare il buco del culo, ce l'ho quasi duro.)
La Chiaretta è visibilmente stanca e scazzata. Devo riflettere anche su questo, nel weekend. Il punto è che della roba che le ficcano nelle orecchie da mane a sera non gliene fotte autenticamente un cazzo e credo sia anche lecito che sia così.
Certo, aggiungere il nome di questo mostro di agenzia al curriculum aiuterebbe, mi dico.
Ma poi mi dico anche: ma a chi cazzo gliene fotte dei curriculum? Specie in questo Paese dove è buona norma che i curricula siano di una brevità didascalica perchè, alla fine, ciò che conta e quello che sai fare.
Urge riflessione.
Urgono molte riflessioni.
Ma adesso, soprattutto, urge una smanettata veloce, che il cazzo mi tira per bene.
A dopo.
venerdì 11 gennaio 2013
Decidere
Buon pomeriggio, amici di sempre, silenti e scriventi, più silenti che scriventi e non so il perchè.
Mi chiamo Tazio, presto compirò 43 anni, sono proprietario di una cazzo di società di produzione del cazzo sperduta nella nebbia del cazzo, ho un grandissimo futuro dietro alle spalle, un passato da defezionato per instabilità mentale, sono stanco di ciò che faccio e necessito di un cambio d'aria, ho un pene di straordinarie dimensioni e durezza, sono di una bellezza che Adone ha prenotato il lifting e amo.
Amo una donna immorale, arsa da pulsioni bestiali, animata da un'intelligenza confortante, dotata di un talento sovrannaturale e da una tenacia irreale.
Mi chiamo Tazio e sono intriso di crisi del cazzo, che se non vi spostate vi gocciolo crisi sulle tomaie e di 'sti tempi non è una bella cosa macchiare le cazzo di tomaie del cazzo.
Ho fatture insolute per importi a sei cifre del cazzo e sono, fondamentalmente, un assoluto cazzo di fottuto genio del cazzo.
Per questo gocciolo crisi del cazzo, perchè se fossi un postino, gocciolerei miseria e problemi, che ora è da stabilire chi sta peggio, ma secondo me il postino e non lo dico per merdoso cazzo di populismo del cazzo, ma solo perchè realizzo che esseri fottuti geni del cazzo sia una condanna che si meriterebbero tutti, ma tanto presto condividerò la miseria col postino, che quella livella e gli racconterò cosa vuol dire essere assoluti geni fottuti del cazzo, che così oltre ai suoi cazzi, il postino, dovrà pure sorbirsi le mie menate del cazzo.
Mi chiamo Tazio, so usare la cazzo di Internet e avevo un cazzo di rollino di banconote d'emergenza nel cassetto della cucina del cazzo, nascoste di fianco al cazzo di sacchettino dell'erba.
Le tre cose, apparentemente, non matchano tra di loro, lo so, ma sostanzialmente invece sì.
Perchè se sei Tazio, il Cazzo di Divino Folle Genio del Cazzo e se c'hai dell'erba, Internet e un rollino di banconote e ami una donna immorale dalle pulsioni bestiali che è surgelata a Manchester a fare solo il cazzo di dio cazzo sa che cazzo di cosa, ti arriva spontaneo che ti devi cercare un cazzo di volo del cazzo e, ci metta quel che cazzo ci metta, volare su da lei in quella cazzo di città del cazzo e così faccio io, a pomeriggio, alle 19 del cazzo.
Mi chiamo Tazio, mi sono andato ad abbronzare al cazzo di inferno del cazzo e adesso ho bisogno del gel doposole rinfrescante perchè la pelle del culo mi brucia ancora e sono convinto che il miglior cazzo di gel doposole del cazzo sia a Manchester ed io è là che vado.
Io vado a Manchester.
Sì.
Mi chiamo Tazio, presto compirò 43 anni, sono proprietario di una cazzo di società di produzione del cazzo sperduta nella nebbia del cazzo, ho un grandissimo futuro dietro alle spalle, un passato da defezionato per instabilità mentale, sono stanco di ciò che faccio e necessito di un cambio d'aria, ho un pene di straordinarie dimensioni e durezza, sono di una bellezza che Adone ha prenotato il lifting e amo.
Amo una donna immorale, arsa da pulsioni bestiali, animata da un'intelligenza confortante, dotata di un talento sovrannaturale e da una tenacia irreale.
Mi chiamo Tazio e sono intriso di crisi del cazzo, che se non vi spostate vi gocciolo crisi sulle tomaie e di 'sti tempi non è una bella cosa macchiare le cazzo di tomaie del cazzo.
Ho fatture insolute per importi a sei cifre del cazzo e sono, fondamentalmente, un assoluto cazzo di fottuto genio del cazzo.
Per questo gocciolo crisi del cazzo, perchè se fossi un postino, gocciolerei miseria e problemi, che ora è da stabilire chi sta peggio, ma secondo me il postino e non lo dico per merdoso cazzo di populismo del cazzo, ma solo perchè realizzo che esseri fottuti geni del cazzo sia una condanna che si meriterebbero tutti, ma tanto presto condividerò la miseria col postino, che quella livella e gli racconterò cosa vuol dire essere assoluti geni fottuti del cazzo, che così oltre ai suoi cazzi, il postino, dovrà pure sorbirsi le mie menate del cazzo.
Mi chiamo Tazio, so usare la cazzo di Internet e avevo un cazzo di rollino di banconote d'emergenza nel cassetto della cucina del cazzo, nascoste di fianco al cazzo di sacchettino dell'erba.
Le tre cose, apparentemente, non matchano tra di loro, lo so, ma sostanzialmente invece sì.
Perchè se sei Tazio, il Cazzo di Divino Folle Genio del Cazzo e se c'hai dell'erba, Internet e un rollino di banconote e ami una donna immorale dalle pulsioni bestiali che è surgelata a Manchester a fare solo il cazzo di dio cazzo sa che cazzo di cosa, ti arriva spontaneo che ti devi cercare un cazzo di volo del cazzo e, ci metta quel che cazzo ci metta, volare su da lei in quella cazzo di città del cazzo e così faccio io, a pomeriggio, alle 19 del cazzo.
Mi chiamo Tazio, mi sono andato ad abbronzare al cazzo di inferno del cazzo e adesso ho bisogno del gel doposole rinfrescante perchè la pelle del culo mi brucia ancora e sono convinto che il miglior cazzo di gel doposole del cazzo sia a Manchester ed io è là che vado.
Io vado a Manchester.
Sì.
Report zero
Nessuna novità di rilievo, amici. Nessuna.
Ieri sera mi sentivo erotico e triste. Triste perchè non avevo nessuno e nessuna da sedurre col mio erotismo. Ho girovagato per casa nudo, col cazzo scappellato, strusciandomi su quel muro freddo e ruvido e pensando al da farsi, che non è cosa semplice. Poi mi sono fatto questa foto e dopo ho iniziato a masturbarmi. Adesso l'ho sistemata nel mio stile e adesso ve la dono. Spero che a qualcuno e qualcuna venga voglia. E' bello avere voglia, secondo me. Sì.
Ieri sera mi sentivo erotico e triste. Triste perchè non avevo nessuno e nessuna da sedurre col mio erotismo. Ho girovagato per casa nudo, col cazzo scappellato, strusciandomi su quel muro freddo e ruvido e pensando al da farsi, che non è cosa semplice. Poi mi sono fatto questa foto e dopo ho iniziato a masturbarmi. Adesso l'ho sistemata nel mio stile e adesso ve la dono. Spero che a qualcuno e qualcuna venga voglia. E' bello avere voglia, secondo me. Sì.
mercoledì 9 gennaio 2013
L'Amleto, il Ruggi, il business e la migrazione
Adesso, qua, è inutile che ci mettiamo a fare i fenomeni ulraterreni che vivono nel Cosmo Delta Diciassette.
Io c'ho dei problemi economici non indifferenti in questo periodo, tra stronzi che non pagano un pacco di grana, clienti che non entrano e una lievitazione bertoliniana delle mie spese personali causa amore distribuito ed in cloud europeo.
Insomma c'ho i miei cazzi e ci sto rimuginando sopra a cannone da un bel po', ma poi ieri, non so sotto l'influenza di quale astro amico, decido che anzichè continuare a parlare col commercialista che, come soluzione ai miei problemi mi suggerisce i problemi medesimi, prendo un consulto col Ruggi, ma mica per chiedergli dei soldi, eh, ma solo per sentire cosa cazzo farebbe lui al mio posto.
Gli racconto tutto, per filo e per segno, gli racconto anche di che colore c'ho le mutande e di che colore ce le avevo il sette settembre e lui prende nota su un blocchetto con la sua Montblanc nera cicciona che è la mia preferita. Poi alza le spalle con la bocca ricurva e io temo che il verdetto sia di cassazione, mentre invece lo squalo diventato buono esordisce con un "Io non ci perderei il sonno Taz, la situazione è assolutamente risolvibile in più di una maniera".
E questo me lo fa piacere già parecchio, il vecchio Ruggi drago del business.
"Immagino tu sarai propenso verso le ipotesi a comportamento corretto" mi dice guardandomi da sopra gli occhiali e io dico seccamente di sì.
E allora egli formula.
Aprire opzioni di acquisizione di quote della società ai guasconi, tirandoli dentro e incassando la liquidazone della mia parte. Rimanere proprietario dei muri perchè il capitale non si aliena mai e incassare un affitto commisurato e ragionevole dalla neoassettata società. Passare la delega di amministrazione e di direzione creativa al Loca e fissare un mio emulomento mensile basso, basso al punto che affitto più emolumento non superino quello che guadagno oggi. Nessuna partita IVA italiana, libera professione esercitata in territorio britannico, per il quale sono già regolarizzato.
Ottimo, dico, ma quelli i quattrini non ce li hanno.
Beh sai, mi dice, tu devi essere un po' robusto nel fargli piacere l'idea, anzitutto. Chiedo come e mi risponde: tutto deve partire dicendo che tu vuoi chiudere tutto, con dispiacere immenso, ma che esiste questa ipotesi alla chiusura. E siccome sai che loro non navigano nell'oro avresti anche pensato a come potrebbero reperire i fondi e quel modo sono io, il Ruggi. Ma non si chiama ricatto? No, Taz, si chiama opportunità di business.
Li vuoi spennare?, chiedo, ma lui mi risponde che solo un pazzo spennerebbe dei beginners. Lui vuole solo collocare denaro ed entrare como socio di capitale.
Non indago, ma mi pare fili come un canotto sull'olio.
Sì, perchè in questo modo potrei ridurre il tempo da dedicare alla società qui e muovermi libero verso l'Inghilterra. E lui aggiunge: non solo. Potresti pure aprire una filiale del tuo studio inglese a Milano. Ma io non ce li ho i soldi, Ruggi. Lo so, mi dice, ma io ho un ufficio a Milano e una stanza te la calo a costo zero. Metti la targa sulla porta ed il giuoco è fatto.
Supponiamo che tutto ciò sia ok, dico, ma che stima dò alla società? Mica gliela devi dare tu, mi dice, gliela dà una società di revisione dei conti, magari di loro scelta. Che così rimani nel giusto che più giusto non si può. Dei dettagli me ne occupo io.
Minchia, dico. Con due mosse guadagno come prima, se non di più, mi ritrovo reidratato di liquidità, lavoro un sedicesimo qui, ho tempo di muovermi verso l'Inghilterra, mi tolgo dai coglioni le peste e c'ho pura la filiale italiana del mio studio londinese. Mi piace tantissimo.
A parte un lieve sentore di zolfo diffuso, di cui chiedo se anche lui ne ha sensazione.
"Taz, sei tu che sei venuto da me con un problema. Io ti sto indicando la più parrocchiale delle risoluzioni. Se vuoi puoi rimanere coi tuo casini."
Già.
Io c'ho dei problemi economici non indifferenti in questo periodo, tra stronzi che non pagano un pacco di grana, clienti che non entrano e una lievitazione bertoliniana delle mie spese personali causa amore distribuito ed in cloud europeo.
Insomma c'ho i miei cazzi e ci sto rimuginando sopra a cannone da un bel po', ma poi ieri, non so sotto l'influenza di quale astro amico, decido che anzichè continuare a parlare col commercialista che, come soluzione ai miei problemi mi suggerisce i problemi medesimi, prendo un consulto col Ruggi, ma mica per chiedergli dei soldi, eh, ma solo per sentire cosa cazzo farebbe lui al mio posto.
Gli racconto tutto, per filo e per segno, gli racconto anche di che colore c'ho le mutande e di che colore ce le avevo il sette settembre e lui prende nota su un blocchetto con la sua Montblanc nera cicciona che è la mia preferita. Poi alza le spalle con la bocca ricurva e io temo che il verdetto sia di cassazione, mentre invece lo squalo diventato buono esordisce con un "Io non ci perderei il sonno Taz, la situazione è assolutamente risolvibile in più di una maniera".
E questo me lo fa piacere già parecchio, il vecchio Ruggi drago del business.
"Immagino tu sarai propenso verso le ipotesi a comportamento corretto" mi dice guardandomi da sopra gli occhiali e io dico seccamente di sì.
E allora egli formula.
Aprire opzioni di acquisizione di quote della società ai guasconi, tirandoli dentro e incassando la liquidazone della mia parte. Rimanere proprietario dei muri perchè il capitale non si aliena mai e incassare un affitto commisurato e ragionevole dalla neoassettata società. Passare la delega di amministrazione e di direzione creativa al Loca e fissare un mio emulomento mensile basso, basso al punto che affitto più emolumento non superino quello che guadagno oggi. Nessuna partita IVA italiana, libera professione esercitata in territorio britannico, per il quale sono già regolarizzato.
Ottimo, dico, ma quelli i quattrini non ce li hanno.
Beh sai, mi dice, tu devi essere un po' robusto nel fargli piacere l'idea, anzitutto. Chiedo come e mi risponde: tutto deve partire dicendo che tu vuoi chiudere tutto, con dispiacere immenso, ma che esiste questa ipotesi alla chiusura. E siccome sai che loro non navigano nell'oro avresti anche pensato a come potrebbero reperire i fondi e quel modo sono io, il Ruggi. Ma non si chiama ricatto? No, Taz, si chiama opportunità di business.
Li vuoi spennare?, chiedo, ma lui mi risponde che solo un pazzo spennerebbe dei beginners. Lui vuole solo collocare denaro ed entrare como socio di capitale.
Non indago, ma mi pare fili come un canotto sull'olio.
Sì, perchè in questo modo potrei ridurre il tempo da dedicare alla società qui e muovermi libero verso l'Inghilterra. E lui aggiunge: non solo. Potresti pure aprire una filiale del tuo studio inglese a Milano. Ma io non ce li ho i soldi, Ruggi. Lo so, mi dice, ma io ho un ufficio a Milano e una stanza te la calo a costo zero. Metti la targa sulla porta ed il giuoco è fatto.
Supponiamo che tutto ciò sia ok, dico, ma che stima dò alla società? Mica gliela devi dare tu, mi dice, gliela dà una società di revisione dei conti, magari di loro scelta. Che così rimani nel giusto che più giusto non si può. Dei dettagli me ne occupo io.
Minchia, dico. Con due mosse guadagno come prima, se non di più, mi ritrovo reidratato di liquidità, lavoro un sedicesimo qui, ho tempo di muovermi verso l'Inghilterra, mi tolgo dai coglioni le peste e c'ho pura la filiale italiana del mio studio londinese. Mi piace tantissimo.
A parte un lieve sentore di zolfo diffuso, di cui chiedo se anche lui ne ha sensazione.
"Taz, sei tu che sei venuto da me con un problema. Io ti sto indicando la più parrocchiale delle risoluzioni. Se vuoi puoi rimanere coi tuo casini."
Già.
Ritardato aggiornamento del lunedì sera
E' lunedì, son quasi le venti, mi spazzolo i denti e poi mi reco di sotto con un preciso progetto, riesumare la Susy e portarmela a letto, ma giunto di sotto mi accorgo all'istante che la sozza succhiante sta uscendo, elegante, con un toro arrapato un pochino attempato e leggermente pelato. Abbandono il progetto, mi dispero un secondo e poi prendo la macchina e me ne vo' per il mondo.
***
Che i casi della vita sono davvero puttani, lasciatemelo dire amici. Non andavo in quel ristodiscofrittosugnobar dal Cretaceo e sarebbe stato meglio che avessi continuato a non andarci. La verità è che avevo fame, il winebar era chiuso e mi son detto (che non è nel mio stile) stai a vedere che mentre sbocconcelli qualcosa ti rimorchi una figa letamaia che un pompino nel parking te lo meriteresti davvero. Tutto sano e logico, sin qua.
Se non che avviene un fatto strano, che all'inizio mi aveva raggelato, ma poi mi ha rassicurato. Son lì che trangugio un club sandwich al banco, quando sento una mano di femmina bianca che mi accarezza la schiena e poi odo una voce nota che cinguetta sensuale "Ma guarda, guarda, guarda, guarda chi si rivede… l'anno inizia proprio bene…" e si appollaia sullo sgabello di fianco al mio, con quelle belle gambe nude, abbronzate e lucide e quei sandali che, cazzo, zitti tutti e poi sposta la corvina chioma lucidissima, abbagliandomi di un sorriso a quattromilasettecentoventisei denti.
La Aledellapale.
Mi attendevo uno shampoo all'orina o qualcosa del genere e invece niente, molto sorridente, palesemente fumata o fatta o tutte e due, gentilissima, straripante di parole in libertà, di notizie su di sè che a me non me ne poteva di meno, ma è una piena, una travolgente piena e così, mio malgrado, apprendo che il marito e il bambino sono a Torino e lei finalmente ha la sua libertà, apprendo che la pale va sì, ma anche no, apprendo che è la morosa ufficiale di un tizio arcinoto per un QI paragonabile a quello di un paracarro di granito e apprenderei anche moltissime altre cose, se non fosse che d'improvviso mi insorge quel disturbo di ricezione, quel difetto neurologico per cui le parole si stirano e capisco solo muuUUUUuuuuoooOOOOoooo aaaAAAAaaaaAAAaaaaaaaeeeeEEEEEeee e perdo il senso complessivo del sì affascinante monologo.
Che figa da urlo. Vestita come se fosse il sedici di luglio, senza reggiseno, con due punte ipnotiche così e poi quei piedi che, cazzissimodimerdissima, mi riportano alla mente saporite chiavate consumate nel suo laido e promiscuo appartamentuccio. E parla, parla, parla, parla, e io odo senpre ooOOooOOooOOoooooouuUUUUuu, ma poi, a un tratto, tra le frequenze spurie e aberrate dal mio difetto neurologico, odo un nome di donna che conosco e allora mi concentro e sì, son sicuro, è quel nome lì e allora la blocco strizzandole un ginocchio e faccio chiarezza.
"In che senso 'la Ade mi ha detto'? L'hai vista? Dov'è?"
"Ma come dov'è Tazietto, è a Modena, non lo sapevi?"
"Non so un cazzo della Ade da che era presidente Saragat."
"Ma dai???? Ma non ci credo!!! E' tornata a settembre che col tipo là finish, chiuso, fine e poi è stata da me per un po' e poi ha conosciuto il Federico e adesso sta con lui che ci aiuta al locale."
Rimango di sasso.
"Ma p******o" chiedo con grazia d'altri tempi "ma che cazzo le ho fatto io alla Ade che ha tranciato i ponti con me? Tu lo sai?"
"Ma noooooooooooooo Tazzzz, ma cosa dici? Và che la Ade ti ricorda sempre con nostalgia sai? Sarà stato per via dei cambi di numeri di telefono, ma lei non ha niente contro di te, sai??? Anzi, sai cosa facciamo? Una sera andiamo assieme al locale a trovarla, ti va? Vedrai che non è come pensi te."
Ri-rimango di sasso.
Frullo, centrifugo, filtro e distillo i miei pensieri mentre il revox infinito della Ale macina suoni e poi a un tratto lei si alza e mi prende per mano dicendo "Dai che andiamo a fumare" e io non faccio a tempo a dire che non fumo più, che mi ritrovo trascinato tra corpi umani verso quella specie di serra sotto ventilazione forzata e il viaggio d'andata a traino della Ale mi ha ipnotizzato, con quelle chiappe d'oro che sobbalzavano sotto il vestito estivo tinta sabbia.
E la Ale fuma, parlandomi sottovoce e controllando chi si avvicenda nella serra, insomma, una serie di uuuUUUuuuuuUUuuuoooOOoooOooo ma piano e poi a un tratto spegne la sigaretta e mi schiaffa in bocca un quarantasei centimetri buoni di lingua, affrettandosi poi ad aggiungere "Non fare niente che lui è di là" riferendosi al Paracarro, suppongo, ed io non so fare niente di meglio che rimanere di sasso, magari con un principio di scappellamento, ma uno scappellamento di sasso.
Ritorno verso casa che sono zuppo di profumo troiesco della Ale, manco avessimo pomiciato come due liceali a una festina.
Sarà che sento di più gli odori, per via del non fumare.
Sarà anche per quello che risento i miasmi di fogna assai noti in tempi passati.
Ma lo sdegno va interrompendosi ad intermittenza e, sempre ad intermittenza, mi compaiono fotogrammi di chiodi che spingono la stoffa, dita dei piedi stupende, cosce di fata, chiappette imperiali.
E' proprio vero.
Si può smettere di prendere la droga, ma si rimane per sempre dei drogati.
Per sempre.
***
Che i casi della vita sono davvero puttani, lasciatemelo dire amici. Non andavo in quel ristodiscofrittosugnobar dal Cretaceo e sarebbe stato meglio che avessi continuato a non andarci. La verità è che avevo fame, il winebar era chiuso e mi son detto (che non è nel mio stile) stai a vedere che mentre sbocconcelli qualcosa ti rimorchi una figa letamaia che un pompino nel parking te lo meriteresti davvero. Tutto sano e logico, sin qua.
Se non che avviene un fatto strano, che all'inizio mi aveva raggelato, ma poi mi ha rassicurato. Son lì che trangugio un club sandwich al banco, quando sento una mano di femmina bianca che mi accarezza la schiena e poi odo una voce nota che cinguetta sensuale "Ma guarda, guarda, guarda, guarda chi si rivede… l'anno inizia proprio bene…" e si appollaia sullo sgabello di fianco al mio, con quelle belle gambe nude, abbronzate e lucide e quei sandali che, cazzo, zitti tutti e poi sposta la corvina chioma lucidissima, abbagliandomi di un sorriso a quattromilasettecentoventisei denti.
La Aledellapale.
Mi attendevo uno shampoo all'orina o qualcosa del genere e invece niente, molto sorridente, palesemente fumata o fatta o tutte e due, gentilissima, straripante di parole in libertà, di notizie su di sè che a me non me ne poteva di meno, ma è una piena, una travolgente piena e così, mio malgrado, apprendo che il marito e il bambino sono a Torino e lei finalmente ha la sua libertà, apprendo che la pale va sì, ma anche no, apprendo che è la morosa ufficiale di un tizio arcinoto per un QI paragonabile a quello di un paracarro di granito e apprenderei anche moltissime altre cose, se non fosse che d'improvviso mi insorge quel disturbo di ricezione, quel difetto neurologico per cui le parole si stirano e capisco solo muuUUUUuuuuoooOOOOoooo aaaAAAAaaaaAAAaaaaaaaeeeeEEEEEeee e perdo il senso complessivo del sì affascinante monologo.
Che figa da urlo. Vestita come se fosse il sedici di luglio, senza reggiseno, con due punte ipnotiche così e poi quei piedi che, cazzissimodimerdissima, mi riportano alla mente saporite chiavate consumate nel suo laido e promiscuo appartamentuccio. E parla, parla, parla, parla, e io odo senpre ooOOooOOooOOoooooouuUUUUuu, ma poi, a un tratto, tra le frequenze spurie e aberrate dal mio difetto neurologico, odo un nome di donna che conosco e allora mi concentro e sì, son sicuro, è quel nome lì e allora la blocco strizzandole un ginocchio e faccio chiarezza.
"In che senso 'la Ade mi ha detto'? L'hai vista? Dov'è?"
"Ma come dov'è Tazietto, è a Modena, non lo sapevi?"
"Non so un cazzo della Ade da che era presidente Saragat."
"Ma dai???? Ma non ci credo!!! E' tornata a settembre che col tipo là finish, chiuso, fine e poi è stata da me per un po' e poi ha conosciuto il Federico e adesso sta con lui che ci aiuta al locale."
Rimango di sasso.
"Ma p******o" chiedo con grazia d'altri tempi "ma che cazzo le ho fatto io alla Ade che ha tranciato i ponti con me? Tu lo sai?"
"Ma noooooooooooooo Tazzzz, ma cosa dici? Và che la Ade ti ricorda sempre con nostalgia sai? Sarà stato per via dei cambi di numeri di telefono, ma lei non ha niente contro di te, sai??? Anzi, sai cosa facciamo? Una sera andiamo assieme al locale a trovarla, ti va? Vedrai che non è come pensi te."
Ri-rimango di sasso.
Frullo, centrifugo, filtro e distillo i miei pensieri mentre il revox infinito della Ale macina suoni e poi a un tratto lei si alza e mi prende per mano dicendo "Dai che andiamo a fumare" e io non faccio a tempo a dire che non fumo più, che mi ritrovo trascinato tra corpi umani verso quella specie di serra sotto ventilazione forzata e il viaggio d'andata a traino della Ale mi ha ipnotizzato, con quelle chiappe d'oro che sobbalzavano sotto il vestito estivo tinta sabbia.
E la Ale fuma, parlandomi sottovoce e controllando chi si avvicenda nella serra, insomma, una serie di uuuUUUuuuuuUUuuuoooOOoooOooo ma piano e poi a un tratto spegne la sigaretta e mi schiaffa in bocca un quarantasei centimetri buoni di lingua, affrettandosi poi ad aggiungere "Non fare niente che lui è di là" riferendosi al Paracarro, suppongo, ed io non so fare niente di meglio che rimanere di sasso, magari con un principio di scappellamento, ma uno scappellamento di sasso.
Ritorno verso casa che sono zuppo di profumo troiesco della Ale, manco avessimo pomiciato come due liceali a una festina.
Sarà che sento di più gli odori, per via del non fumare.
Sarà anche per quello che risento i miasmi di fogna assai noti in tempi passati.
Ma lo sdegno va interrompendosi ad intermittenza e, sempre ad intermittenza, mi compaiono fotogrammi di chiodi che spingono la stoffa, dita dei piedi stupende, cosce di fata, chiappette imperiali.
E' proprio vero.
Si può smettere di prendere la droga, ma si rimane per sempre dei drogati.
Per sempre.
martedì 8 gennaio 2013
lunedì 7 gennaio 2013
Start again
Mi rendo conto di indugiare, stamattina, rimandando l'accesso in bottega e il conseguente turbine italiano di post vacanza: riunioni, punti della situazione, telefonate, dì che sono in riunione e che lo richiamo io, malumori, nervosismi, gomitoli di problemi, fuori è uno schifo nebbioso, conteggi mnemonici su quanto manca a Pasqua che quest'anno la mi cade il 31 marzo, fottendo ogni speranza di gioia primaverile sul suolo nazionale, ma porremo rimedio migrando, forse.
Poi arriverà sera e saremo già privi di aura festiva, belli imbrattati del quotidiano che ci accompagnerà sino alla prossima puntata di vacanza, imbastiremo la solita cena all'Osteria Quellanuova, perdendo lentamente quel senso di smarrimento da inizio lavoro.
Caratterialmente non sono affatto un remissivo e in questo momento mi giova assai pensare che, in fin dei conti, la baracca è la mia e potrei caricarmi l'onere della scrittura di quei famosi testi dimmerda salendo su un aereo per Londra ed andando a lavorare nella casetta di Camden, cosa che renderebbe possibile una puntatina in quel di Manchester nel week end e la cosa mi rallegra, ma ciò che non mi rallegra affatto è la vista della schermata dell'homebanking e allora ecco che ogni tentativo di fuga viene ricondotto nella riunione di stamattina dove, nel gomitolo dei problemi, dovrò mettere in bella vista il quesito di com'è che non riusciamo ancora ad incassare quelle fatture.
Nebbia e scazzo, come tutti.
Bello 'sto sito calendario-365.it, mi sta dicendo che mancano 36 giorni a martedì grasso, 83 a Pasqua e al cambio dell'ora legale e alla fine dell'esilio a Manchester, 114 al Primo Maggio, che è un mercoledì e si potrebbe meditare qualcosa, sì. Proprio utile.
Ok.
Mi vesto e vado, a dopo dudes.
Buon inizio anche a voi.
Poi arriverà sera e saremo già privi di aura festiva, belli imbrattati del quotidiano che ci accompagnerà sino alla prossima puntata di vacanza, imbastiremo la solita cena all'Osteria Quellanuova, perdendo lentamente quel senso di smarrimento da inizio lavoro.
Caratterialmente non sono affatto un remissivo e in questo momento mi giova assai pensare che, in fin dei conti, la baracca è la mia e potrei caricarmi l'onere della scrittura di quei famosi testi dimmerda salendo su un aereo per Londra ed andando a lavorare nella casetta di Camden, cosa che renderebbe possibile una puntatina in quel di Manchester nel week end e la cosa mi rallegra, ma ciò che non mi rallegra affatto è la vista della schermata dell'homebanking e allora ecco che ogni tentativo di fuga viene ricondotto nella riunione di stamattina dove, nel gomitolo dei problemi, dovrò mettere in bella vista il quesito di com'è che non riusciamo ancora ad incassare quelle fatture.
Nebbia e scazzo, come tutti.
Bello 'sto sito calendario-365.it, mi sta dicendo che mancano 36 giorni a martedì grasso, 83 a Pasqua e al cambio dell'ora legale e alla fine dell'esilio a Manchester, 114 al Primo Maggio, che è un mercoledì e si potrebbe meditare qualcosa, sì. Proprio utile.
Ok.
Mi vesto e vado, a dopo dudes.
Buon inizio anche a voi.
Noia salvifica
Taglio corto sui dettagli insignificanti e noiosissimi, riservandovi solo quelli noiosi. Winebar, poca gente, flirtino incessante con la Malika, lunedì non lavora che è chiuso, cosa fai dopo?, niente, ti accompagno allora, ok, slinguone adolescenziale in macchina, andiamo da me?, andiamo da te.
Mi cavalca dopo aver richiesto senza deroghe l'uso del guanto che, controvoglia, mi faccio infilare. Piccoli seni perfetti a cono incoronati da chiarissimi capezzolini piccoli, discutibile piercing all'ombelico, discutibile stella militare tatuata sotto l'anca di destra, depilata a zero, bellina, carina, biondina, un culino disegnato con autocad, piedini da bimba regolari con lo smaltino bianco madreperlato che pare che all'est sia un must, zero odori, pulita come se fosse finta, nel culo mai, che peccato, c'ha un buco così invitante, però le piace che glielo si lecchi con passione, buon segno, è sensibile, potrebbe intraprendere la strada dell'inculagione se guidata dallo scrivente Maestro, ma lo scrivente Maestro è troppo stanco per un'allieva così vergine.
Mi piace ascoltare come respira e come ansima quando gode, perchè quella è una cosa che mi chiedo sempre quando conosco una donna. Mi chiedo sempre come gode e come ansima e la Malika è proprio delicata e ansima e gode che è un piacere ascoltarla.
Mi concede tutte le posizioni, ma poi mi chiede lucidamente di cavalcare perchè, mi spiega con voce normale come se fossimo al bar, riesce a venire solo così e io glielo concedo, ci mancherebbe altro. E la piccola ragazzina dell'est viene contorcendosi e sussultando, spettinandosi, che è una meraviglia guardarla. Poi mi chiede, sempre con medesima voce da tutti i giorni, come voglio farlo per venire anche io e la schieno, caricandomi le sue caviglie sulle spalle, guadagnando l'accesso ai suoi piedini che lei di buon grado mi lascia ciucciare e leccare mentre si strizza i piccoli seni e guarda godendo.
Mi lascio andare e le vengo dentro, nella gomma scostante ed anonima, mentre lei mi trattiene il viso con ambo le mani, assumendo un'espressione di estasiata gioia nel sentirmi venire.
Pipì, bidet, vestizione, sorrisi, bicchier d'acqua, nient'altro, Tazio è stato bellissimo, bacini, porta, scale, ciao Malika, ciao Tazio.
Le cose semplici, anche se assolutamente insignificanti, sono un bel conforto di fine vacanze di Natale.
Bonjour.
Mi cavalca dopo aver richiesto senza deroghe l'uso del guanto che, controvoglia, mi faccio infilare. Piccoli seni perfetti a cono incoronati da chiarissimi capezzolini piccoli, discutibile piercing all'ombelico, discutibile stella militare tatuata sotto l'anca di destra, depilata a zero, bellina, carina, biondina, un culino disegnato con autocad, piedini da bimba regolari con lo smaltino bianco madreperlato che pare che all'est sia un must, zero odori, pulita come se fosse finta, nel culo mai, che peccato, c'ha un buco così invitante, però le piace che glielo si lecchi con passione, buon segno, è sensibile, potrebbe intraprendere la strada dell'inculagione se guidata dallo scrivente Maestro, ma lo scrivente Maestro è troppo stanco per un'allieva così vergine.
Mi piace ascoltare come respira e come ansima quando gode, perchè quella è una cosa che mi chiedo sempre quando conosco una donna. Mi chiedo sempre come gode e come ansima e la Malika è proprio delicata e ansima e gode che è un piacere ascoltarla.
Mi concede tutte le posizioni, ma poi mi chiede lucidamente di cavalcare perchè, mi spiega con voce normale come se fossimo al bar, riesce a venire solo così e io glielo concedo, ci mancherebbe altro. E la piccola ragazzina dell'est viene contorcendosi e sussultando, spettinandosi, che è una meraviglia guardarla. Poi mi chiede, sempre con medesima voce da tutti i giorni, come voglio farlo per venire anche io e la schieno, caricandomi le sue caviglie sulle spalle, guadagnando l'accesso ai suoi piedini che lei di buon grado mi lascia ciucciare e leccare mentre si strizza i piccoli seni e guarda godendo.
Mi lascio andare e le vengo dentro, nella gomma scostante ed anonima, mentre lei mi trattiene il viso con ambo le mani, assumendo un'espressione di estasiata gioia nel sentirmi venire.
Pipì, bidet, vestizione, sorrisi, bicchier d'acqua, nient'altro, Tazio è stato bellissimo, bacini, porta, scale, ciao Malika, ciao Tazio.
Le cose semplici, anche se assolutamente insignificanti, sono un bel conforto di fine vacanze di Natale.
Bonjour.
domenica 6 gennaio 2013
Deliziosa serata
Oh, Carla. Come stimo il tuo sincero modo di porti, senza orpelli e rituali, senza tristi macchinazioni finalizzate ad un dopo indefinibile, senza plastiche proiezioni di te rivolte alla seduzione fatale di me, senza quello stucchevole e falso deprecare la voglia di cazzo, trattandola invece come fisiologica esigenza al pari del cibarsi o del bere, come stimo il tuo modo di trasformare la sfiga, che ti attanaglia immeritatamente e tuo malgrado, in fresca e giovanile qualità spensierata. Devo dirlo, Carla, è stata una serata gradevolissima e piacevolissima e poi c'hai il fisico da porca, con quelle meravigliose efelidi sulle spalle e i pompini li sai fare con un talento che ha del commovente.
Sfodero il Cobra Libre che era già bello barzotto e scappellato e tu, mentre fai cadere l'ultimo indumento, la approcci con un sorriso ed un delicato "mamma mia" seguito da un succhione alla cappella che ti deprime le guance e ci sai maledettamente fare, che in una frazione di picosecondo mi tira come un rimorchiatore sovietico e tu, dopo uno spompinamento che meritava un articolo di fondo su Repubblica di oggi, te lo togli dalla bocca e mi dici garbata "è bellissimo, sai?" e io ti ringrazio con un sorriso di narcisistica soddisfazione che si tramuta in una smorfia di piacere sotto i tuoi begli occhi verdi che monitorano l'effetto che la tua boccafica produce nel rapido e sapiente smpompinare e mi trovo a mio agio, poichè intuisco che tu, carissima Carla, sei qui per godere e farmi godere e, in questa fase della serata, non occorre altra volontà che quella.
Provo un piacere neuronale nell'entrarti nella fica, calda, bollente, ma soprattutto tua, la tua fica, la fica che serbavi nelle mutandine bianche al liceo e che io, dissennato coglione, non ho mai considerato, mai, ma d'altra parte, me lo dici tu stessa con voce rotta dal piacere dello stantuffare gentile dei primi minuti, a quell'epoca non m'avresti cagato manco di striscio, poichè ero più giovane e perchè tu sbavavi dietro a uno che non ti si filava manco di pezza. La pelle sulla pella mi fa venire i brividi e sento la minchia irrigidirsi al punto da sentire ridursi la sensibilità alla cappella ed è quello il momento migliore, il momento della monta, della cazzagione ficcaiola e tu godi, di schiena, ribaltando la testa all'indietro con le vene del collo che lecco e poi la riporti in avanti, di scatto, scopandomi la bocca con la lingua e godiamo sereni, nella luce della mia abat-jour dozzinale di metallo grigio e tu profumi, sudi e profumi e ti succhio, ti ciuccio, ti lecco le liscissime ascelle e tu mugoli di piacere e io ti fotto, ti fotto come una bestia, ma non ti violento verbalmente, no, mi sento di essere gentile, senza risparmiarti i colpi alla cervice dell'utero che ti fanno sobbalzare e rannicchiare le gambe che mi stringono dandomi un godimento delizioso.
"Fammi diventare il tuo puttano" ti mormoro e sorridi di denti bellissimi e ripeti "il mio puttano" e io incalzo, dipingendoti situazioni in cui tu nel tuo raffinato sociale ti presenti come la professoressa seria del liceo che però serba il sozzo segreto di avvalersi delle sfrenate attenzioni sessuali del suo toro, del suo segreto puttano e tu sorridi godendo e mi dici "che bello" e io tiro fuori il cazzo e ti sborro silenzioso sulla pancia sotto il tuo estasiato sguardo e poi infilo nuovamente la minchia nella fica aperta e continuo imperterrito a chiavarti e tu rimani stupita e consideri, pacata, "…ti rimane duro" e io per tutta risposta ti sbatto furioso e mi chiedi di non smettere e vieni, eccitata da questa mia singolare particolarità ed è tutto molto bello.
Che sensazione di conforto rilassante accoppiarmi con una femmina intelligente che apprezza il sesso e lo considera come sesso e non come mezzo utile ad ottenere cose diverse dal sesso, come fidanzamenti e matrimoni e di questo parliamo, rilassati, nudi, odorosi l'uno dell'altra e mentre mi traccia i confini di una vita impegnata gioca col mio cazzo e mi confessa che lei adora scopare e adora il cazzo, ma per inaffidabilità ed inadeguatezza del mondo maschile preferisce vibrarsi col suo coniglietto rosa, ma con me s'è sentita di lasciarsi andare perchè io sono visibilmente uno spostato, ma uno spostato in senso ottimo, nel senso che sono spostato dai clichè dei maschietti convinti di essere dei Casanova, mentre io, oltre alle generose ed adorabili dimensioni della Minchia Stupenda, ho anche una fantasia fertile e stimolante e questo le piace, così come le piace che entrambi in brevissimi istanti si sia inquadrato quella serata solo ed unicamente come serata scopaiola di mutua soddisfazione.
"Allora non mi fai diventare il tuo puttano?" chiedo imbecille mentre si riveste alle quattro del mattino e lei ride. "Perchè no?" mi dice ridendo "voglio che tu sia il mio puttano, ma solo se mi prometti che capirai che potrebbe succedere che non ci vediamo anche per un periodo lungo" ed io accetto con entusiasmo, perchè lei mi sta chiedendo esattamente ciò che io capisco perfettamente e questa sintonia, questa frequenza radio comune, mi fa eleggere la Carla a persona davvero squisita e deliziosa, oltre che ad un'amante appassionata dalle affascinanti forme seducenti intrise di maturità sensuale.
Ci baciamo sulla soglia di casa mia e lei mi ringrazia ed io la ringrazio e sono proprio contento che nel merdaio che circonda me e il mio amore lontano, ci sia una persona degna di tale nome, intelligente, colta, bella e sensuale.
C'è speranza di vita, su questo pianeta, guys and gals.
Sì.
Sfodero il Cobra Libre che era già bello barzotto e scappellato e tu, mentre fai cadere l'ultimo indumento, la approcci con un sorriso ed un delicato "mamma mia" seguito da un succhione alla cappella che ti deprime le guance e ci sai maledettamente fare, che in una frazione di picosecondo mi tira come un rimorchiatore sovietico e tu, dopo uno spompinamento che meritava un articolo di fondo su Repubblica di oggi, te lo togli dalla bocca e mi dici garbata "è bellissimo, sai?" e io ti ringrazio con un sorriso di narcisistica soddisfazione che si tramuta in una smorfia di piacere sotto i tuoi begli occhi verdi che monitorano l'effetto che la tua boccafica produce nel rapido e sapiente smpompinare e mi trovo a mio agio, poichè intuisco che tu, carissima Carla, sei qui per godere e farmi godere e, in questa fase della serata, non occorre altra volontà che quella.
Provo un piacere neuronale nell'entrarti nella fica, calda, bollente, ma soprattutto tua, la tua fica, la fica che serbavi nelle mutandine bianche al liceo e che io, dissennato coglione, non ho mai considerato, mai, ma d'altra parte, me lo dici tu stessa con voce rotta dal piacere dello stantuffare gentile dei primi minuti, a quell'epoca non m'avresti cagato manco di striscio, poichè ero più giovane e perchè tu sbavavi dietro a uno che non ti si filava manco di pezza. La pelle sulla pella mi fa venire i brividi e sento la minchia irrigidirsi al punto da sentire ridursi la sensibilità alla cappella ed è quello il momento migliore, il momento della monta, della cazzagione ficcaiola e tu godi, di schiena, ribaltando la testa all'indietro con le vene del collo che lecco e poi la riporti in avanti, di scatto, scopandomi la bocca con la lingua e godiamo sereni, nella luce della mia abat-jour dozzinale di metallo grigio e tu profumi, sudi e profumi e ti succhio, ti ciuccio, ti lecco le liscissime ascelle e tu mugoli di piacere e io ti fotto, ti fotto come una bestia, ma non ti violento verbalmente, no, mi sento di essere gentile, senza risparmiarti i colpi alla cervice dell'utero che ti fanno sobbalzare e rannicchiare le gambe che mi stringono dandomi un godimento delizioso.
"Fammi diventare il tuo puttano" ti mormoro e sorridi di denti bellissimi e ripeti "il mio puttano" e io incalzo, dipingendoti situazioni in cui tu nel tuo raffinato sociale ti presenti come la professoressa seria del liceo che però serba il sozzo segreto di avvalersi delle sfrenate attenzioni sessuali del suo toro, del suo segreto puttano e tu sorridi godendo e mi dici "che bello" e io tiro fuori il cazzo e ti sborro silenzioso sulla pancia sotto il tuo estasiato sguardo e poi infilo nuovamente la minchia nella fica aperta e continuo imperterrito a chiavarti e tu rimani stupita e consideri, pacata, "…ti rimane duro" e io per tutta risposta ti sbatto furioso e mi chiedi di non smettere e vieni, eccitata da questa mia singolare particolarità ed è tutto molto bello.
Che sensazione di conforto rilassante accoppiarmi con una femmina intelligente che apprezza il sesso e lo considera come sesso e non come mezzo utile ad ottenere cose diverse dal sesso, come fidanzamenti e matrimoni e di questo parliamo, rilassati, nudi, odorosi l'uno dell'altra e mentre mi traccia i confini di una vita impegnata gioca col mio cazzo e mi confessa che lei adora scopare e adora il cazzo, ma per inaffidabilità ed inadeguatezza del mondo maschile preferisce vibrarsi col suo coniglietto rosa, ma con me s'è sentita di lasciarsi andare perchè io sono visibilmente uno spostato, ma uno spostato in senso ottimo, nel senso che sono spostato dai clichè dei maschietti convinti di essere dei Casanova, mentre io, oltre alle generose ed adorabili dimensioni della Minchia Stupenda, ho anche una fantasia fertile e stimolante e questo le piace, così come le piace che entrambi in brevissimi istanti si sia inquadrato quella serata solo ed unicamente come serata scopaiola di mutua soddisfazione.
"Allora non mi fai diventare il tuo puttano?" chiedo imbecille mentre si riveste alle quattro del mattino e lei ride. "Perchè no?" mi dice ridendo "voglio che tu sia il mio puttano, ma solo se mi prometti che capirai che potrebbe succedere che non ci vediamo anche per un periodo lungo" ed io accetto con entusiasmo, perchè lei mi sta chiedendo esattamente ciò che io capisco perfettamente e questa sintonia, questa frequenza radio comune, mi fa eleggere la Carla a persona davvero squisita e deliziosa, oltre che ad un'amante appassionata dalle affascinanti forme seducenti intrise di maturità sensuale.
Ci baciamo sulla soglia di casa mia e lei mi ringrazia ed io la ringrazio e sono proprio contento che nel merdaio che circonda me e il mio amore lontano, ci sia una persona degna di tale nome, intelligente, colta, bella e sensuale.
C'è speranza di vita, su questo pianeta, guys and gals.
Sì.
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