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domenica 2 luglio 2017

Amore mio



“Ci son rimasto male, sai?...” – mormoro al suo orecchio mentre nudi come suini ci sfreghiamo l’un l’altro sul mio letto, prodighi di coccole amorose, attori di un segreto improbabile e improponibile.

“Per cosa?” – mi chiede a fil di labbra sbaciucchiandomi rumorosa, muovendosi sinuosa di pelle sudata sulla mia pelle sudata, sicuramente bramante una seconda impalata maestra come quella che le ho dianzi ficcato.

“Perché stai con Max” – sentenzio più greve e sofferente che posso, godendo di quei capezzolini di legno che si piegano duri sui miei mentre ci sfreghiamo ancora in calore.

Pausa secca. Occhi negli occhi.
“Mi prendi per il culo?” – “No, Tea.”
“Cioè spiega bene, te saresti geloso?” – mi faccio smorfioso, non rispondo, guardo in basso e poi la fisso, bella non è bella, ma in certi momenti ha un suo perché, sicuramente di corpo è una silfide erotica, matematicamente ha un culo neoclassico.

“Tazio?” – mi chiede sollevandomi il mento per cercare di guardarmi per bene.
Pausa metodo Tazislawsky.

“Tu mi manchi da morire, Tea.” – soffiato, sibilato, sofferto, straziato, disperato, così ben costruito che a momenti mi innamoro, che bella che sei Tea, che bella amore mio, bella di papà, sì Tazio, ed è un abbraccio, tragico, drammatico, romantico, sentimentalpopolare e mi monta una minchia da paura, che liscia, sudata, odorosa di ormoni aciduli, con quel cinto pelvico disarticolato dal resto che madonnasantissima, come sa menare il culo lei manco l’Immensa Miley Cyrus, scivola, bagnata, viscida, calda, carnosa, aperta, depilata, Barbie Porno, il megacazzo entra come in una caverna, dai piccolo amore, fatti chiavare ancora, whops, voglio far l’amore con te Tea, Tetea, anche io Tazio, ed è bufera, tregenda, tragedia, sento i Bee Gees, sento il favoloso Fausto Papetti, che mi dicono suonasse il sax, perché tanto più che guardar le copertine dei dischi e tirarci le seghe non abbiam mai fatto, così Tea amore, che bel buchino del culo che hai (penso), lo accarezzo, non entro, son rispettoso perché io ti amo amore mio, ma spetta ‘mo che ‘sto fricandò che sto mettendo in piedi funzioni e vedrai come te lo straccio che neanche una troia rumena GILF, amore vengo, vienimi dentro Tazio, non smettere, sì amore, ti vengo dentro, massaicheccazzomenefregamme, come godo, amore mio Tea, come godo Tazio amore mio, Tea amore, Tazio amore e la vita è stupenda.

“Max è un coglione” – sentenzia aspirando la prima boccata della canna che ha, come da regola UE, appena arricciato.
“Perché?” – chiedo sussurrando, mentre le bacio la spalla, ancora steso, mentre lei siede nuda, come in un film francese d’amordolore.
“Si spacca di Campari e alle dieci è cotto. L’altra sera l’ho messo a letto io.”

“Stai con me, ti prego.” – e sbaciucchio, mentre lei mi passa la canna e si abbandona su di me ad occhi chiusi e un sorriso. Sento di aver la cartella giusta per fare tombola e, infatti, di lì a un centesimo di secondo la ninfetta oscena si gira a baciarmi sussurrando “Ci pensavo anche io, sai?”.
E ricominciamo ad avvitarci, passandoci la canna, erotomani, tossici, amorali, indecenti, bugiardi, bastardi, cavalcami dandomi la schiena amore, un balzo, una gazzella, un culo dotato di vita propria inizia un twerking da conversione alla religione Naticoista, un capo dai capelli arruffati mi guarda da sopra la spalla, portando i segni del piacere, piacere sporco, piacere nostro.

A’ la guerre comme à la guerre, giovanotto.

Vualà. Lesgiòsanfè.




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