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venerdì 7 settembre 2012

L'estate sprecata e il silenzio di un foglio bianco

Questa mattina alle sei ero davanti al foglio bianco con il preciso intento di scrivere un post, ma dopo dieci minuti ho chiuso tutto e sono andato a fare due passi.
Non mi sono nemmeno interrogato sul perchè. Sarà che lo so alla perfezione.
Poi sono andato in bottega, ho preso un caffè, ho incontrato una persona e poi mi sono chiesto se davvero vale la pena di tacere la realtà, persino su queste pagine.
La realtà è che sto subendo un cambiamento profondissimo su molti fronti e non riesco a collegarli e a capire cosa sta succedendo.

Un'estate sprecata. Sprecata rispetto alla norma, norma in cui io ero costantemente eccitato, costantemente a caccia, costantemente arrapato da qualsiasi cosa. Migliaia di femmine seminude mi circondano e io non le vedo, migliaia di paia di piedi sono ovunque e io mi scopro selettivo, mi scopro a dire dei "bah", degli "insomma" e la volta in cui vedo qualcosa che mi piace mi dico "belli", con valutazione puramente estetica.

La Betta mi scula davanti a volte vestita come una mignotta spagnola ed io la vedo, ovviamente, ma non provo alcun desiderio di saltarle addosso scatenando l'8V che ha sempre albergato nelle mie mutande. Alla sera non esco quasi più, perché il confronto tra una serata fuori e una serata a casa, davanti alla televisione, con pennica incorporata, vede vincente sempre quest'ultima. Non vado quasi più nella Casa, sento Milly al telefono, rimbalzo inviti, appuntamenti, incontri.

Ogni tanto vado a puttane, ma credo d'andarci solo per la praticità dell'incontro e un po' per provare a me stesso che sono ancora vivo e vivace. Che poi anche lì, "vado a puttane" è sbagliato, dovrei dire "vado a puttana" perché mi carico sempre la stessa nigeriana Nadine, che non è nemmeno bellissima, ma mi piace il suo odore.
Mi sono sgonfiato, forse sono depresso, che cazzo ne so, sta di fatto che non so cosa scrivere perché sono un automa che si sveglia, si lava, a volte si masturba quasi per senso del dovere, lavora, mangia un boccone al wine bar con un paio di Chardonnay e torna a casa.
A volte guardo dei porno e dopo due minuti mi scopro a pensare a dell'altro e mi intristisce essere davanti a un porno con l'uccello moscio.

Certo, posso sempre parcheggiarmi in bell'ordine dichiarando che chiavare ed essere arrapati non è tutto nella vita, raccogliendo anche molti proseliti, ma sin a quel punto non ci sono ancora arrivato. E così ho comperato un biglietto per Londra. Salgo a trovare il mio amore e voglio anche la prova del nove, la prova che taglia questa sfilacciata ed appiccicosa apatia dando un senso alle cose. Se vedendola sarò felice, mi sentirò bene, avrò una gran voglia di saltarle addosso ritornando ad essere il Tazio di sempre, la spiegazione sarà chiara (o Chiara, per l'appunto). Viceversa dovrò seriamente cercare di capire che cazzo mi sta succedendo, perché questo purgatorio emotivo, privo di sprazzi entusiastici e privo di acute depressioni, questo galleggiare insignificante, questo disinteresse per tutto e tutti e tutte, comincia ad avere sapori e odori che un po' conosco e non ci tengo a provare di nuovo.

Ecco qua, un bel post alla fine è saltato fuori.

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