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giovedì 14 marzo 2013

Cose

Che giovedì dimmerda, amisgi.
Stamattina sono arrivato nell'ufficio dei mattacchioni dai caratteri spumeggianti ed ho scoperto che c'era una riunione.
Per cui, con un timido e rispettoso "Oh scusate" mi sono trovato in corridoio, pressochè senza un luogo in cui stare. Ma l'Efficentazio non si perde d'animo e, con il coglione discretamente rotto, mi sono accomodato in sala d'attesa, col mio fido Pro, facendomi una bella scaippata text col Mentore. Col quale si sono decise delle cose che mi faranno discretamente divertire nei prossimi giorni.
Per ora continuo a redigere con minuziosa cura il diario di bordo, annotando i movimenti di tutti, i tempi ed i luoghi.
Una spia vigliacca, qual miglior ruolo per me?

Ma non è di queste cazzate che vi voglio ansiosamente parlare.

Ieri sera, al solito bistrot, sono stato abbordato. Che figata.
Si chiama Fanny, ha una cinquantina d'anni, a spanna. Bella donna, veramente. Da giovane doveva essere uno schianto pazzesco, essendo che è parecchio figa e me lo fa tirare in continuazione anche adesso. Occhi azzurrissimi, grandi, capelli a caschetto biondo cenere, magra, elegante, simpatica e, soprattutto, molto molto alcolizzata.
L'ho trovata decisamente irresistibile da subito. Mi ha offerto da bere.

Fantastico, l'ho adorata perchè mi ha fatto sentire puttanella.
Io col francese tentenno, ma Fanny non tentenna per nulla con l'inglese ed è discretamente scheggia anche con l'italiano. Ha vissuto molto in giro per il mondo ed anche in Liguria, per diversi anni. Fanny e una macchina con alimentazione a rosè, molto rosè. Però tiene la balla che è una meraviglia e quando è ubriaca è molto sensuale. Insomma abbiamo parlato e riparlato, flirtando. Alla fine, parecchio sbronza, ha appoggiato la testa ad una mano, mi ha guardato e mi ha sussurrato "…sei così bello…" e, contemporaneamente, mi ha fatto piedino.
Ci può essere qualcosa di maggiormente sublime al mondo? No, amisgi, non c'è. Avevo la cappella che si vedeva dal collo della camicia.

Ci siamo praticamente scopati con gli sguardi, le parole gonfie, le carezze, i piedini e le palpatine. Lei sorrideva provocante, bellissima, bellissima.
L'ho riaccompagnata a casa, che abita lì vicino.
Sul portone ci siamo esplorati gli stomaci con la lingua,  come due ragazzini, in un abbraccio carnale.
E come una ragazzina mi ha detto, un po' roca "Come prima volta ci fermiamo qui… sono una ragazza all'antica…" e poi ha riso con quei denti perfetti.

E mentre entrava nel portone io mi sono affannato con degli sciocchi "Ma senti, ma lasciami il tuo numero, come facciamo a rivederci??" e lei, suadente, sensuale, alcolica, mi ha risposto indicandomi un campanello: "Sai dove abito, come mi chiamo, sai che locali frequento, come fai a non vedermi più?" e soffiandomi un bacio si è dileguata nel buio del suo androne.
Sarò pazzo, ma per me questa cosa è una gran figata.
Gran figata, sì, sì, sì.

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