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mercoledì 20 novembre 2013

Serataggezz

Oh Tazz, mica far l'orso vè, dai, vieni al winebar che c'è un gruppetto che suona del gezz e il bassista è un mio amico che poi ti presento anche un due tre fighe, va ben Massimiliano in arte Max, ci vengo, tanto in queste ore mi dice bene che non c'ho l'ansia e allora andiamo, sediamo, beviamo, schiazzotto, un primino, tè com'è che ti chiami? Tazio, mo vè, ma anche mio nonno si chiamava così piacere Annarita, piacere mio, piacere Cosadue, piacere Cosatre, ma adesso lasciatemi a guardara l'Annarita che mi pare proprio una bella gamba di prosciutto di Langhirano stagionata con amore, sui quarantacinque, capelli corti mori che adesso è così che mi si usano, l'occhio verde detersivo al limone sgrassante, rughine, abbronzatura da Papaiaincalore, piccolinapeperina, bei denti, forma ottima, bel culo, leggins culee, stivaletto d'ordinanza e simpatica, massì, ruspantemente simpatica, poche fisime e paturnie, che sarà anche che c'ha una figlia di venti che aiuta e nessun marito che spesso aiuta, ma anche a volte no.

Uh ma sentimò come schitarrinano bene eh? uno spatacolo Anarita, ma mi puoi anche chiamare Rita sai?, bene Rita e poi il Max mi ride con quei denti e la barbona da Gringo e mi dice, quando la Rita di alza con Cosadue e Cosatre ad andare a vedere da vicino, vemò che c'è la fila per quella lì eh? al che chiedo se anche lui è in fila e lui ride e mi dice che ha già diligentemente e civilmente dato e io ho rispetto di 'sto pezzo di Angus che chiacchiera poco e lavoro molto e, con un occhio al culo della Rita e un occhio alla faccia del Max, mi permetto un signorile carotaggio attorno alle precipue (adoro questo termine "precipue" che mi sgranchisce le labbra) caratteristiche materassaie della bella morettadeiricchiepoveri e il Max ride dicendomi Taziotazio, sono un signore e lo sai, al che mi corre l'obbligo di ricordargli di quando facevam su il maiale (La SusyBar) in sei nella mia casetta protempore di campagna, che allora non mi pareva tanto signore e lui risponde serio e quasi infastidito: che c'entra, lì si faceva su il maiale. Giusto scusa Max.

Poi si beve e si ribeve e a un tratto la Rita fa gli occhioni della Sandra Mondaini e dice sussurrato "Ve lo fumereste un cannino voi? O siete contrari? Perchè io faccio anche a meno se vi disturba" e il Max declina dicendo che oggi gli tolgono licenze e lo multano anche se c'ha il colesterolo alto, io dico ok (ma che strano) e purtroppamente dice ok anche Cosatre, mentre Cosadue resta dentro a far del granbuono al Max.
Poi si rientra, Cosatre per non moccolare saluta un tizio, la Rita fa rotta verso il danzereccio gruppone attorno ai musici e io mi accodo a lei, tentando di replicare i passi di danza che resero famosa Maria Grazia Buccella nel 1969 sul set di Dove vai tutta nuda del Maestro Campanile, sortendone un non trascurabile successo, specie al momento dell'esecuzione con innesto a baionetta del paradisiaco plié di Sabina Ciuffini in M'ama o NON (Gassman) m'ama con l'indimenticabile Marco Predolin, ricordandolo da vivo riposi in pace, plié per cui sono noto, stimato ed acclamato in tutte le Balere dell'Emilia Lussuriosa.

Poi la musica si placa, si fa lenta, si ondeggiano i bacini sulle note di Carlos Santana e la Rita, da davanti a me, cerca le mie mani da allacciare sul suo sottile ventre, posando il capino sul mio petto stanco (Concato docet) per raggiungere l'armonia di un passo a due alla latinoamericana con battuto di lardo e fagiuoli.

E avviene l'inevitabile.
Quel profumo di balsamo Garnier, con quel sentore di bagnoschiuma Aromatherapy Barattolo Viola, con quell'eau così spicy e le culee natiche che, subdolamente e artatamente, pingano il mio pacco ad intervalli regolari, fornendo in morse al missile Cudghén Ventisei (questa arriva solo ad alcuni) il segnale di estote parati, facendo divenire ciò che inizialmente appariva come un comune imbarzottimento di routine, una reale manovra. Nei locali tecnici dei miei coglioni riecheggiava, gracchiando, un sinistro "NON E' UN'ESERCITAZIONE, RIPETO, NON E' UN'ESERCITAZIONE" e dalla capsula Gland tutti erano pronti al difficilissimo e pericolosissimo approach di Cudghèn Ventisei alla stazione orbitale Kuulam Undici, attimi senza fiato, coi cuori fermi e poi "Controllo, qui Cudghèn Ventisei, spacco perizomato della stazione Kulaam Undici agganciato! Crr." e un applauso liberatorio, la tensione che scende, peli del culo che improvvisano una ola alla salvietta e  burro fuso di Karitè.

Poi la band prende fiato, la Rita si gira rossa come una che si è addormentata sotto il grill, Cudghèn e lì, visibilmente a sentinella dei pubi randazzi e io avanzo mite un "ti posso riaccompagnare?" che sortisce in lei un riso pietas, perchè era dalle festine di domenica pomeriggio che non se lo sentiva chiedere e allora mormora molto soave, stasera no, capitano Kirk, ma fai questo numero che mi appresto a dettarti, così tu c'hai dentro il mio e io c'ho dentro il tuo, con occhione ammiccante che induce ambo a scoppiare in risa buzzancaniane alle quali io, mai pago, aggiungo un acclarante "e che c'eravamo quasi" al quale lei chiosa con un "ecco appunto" sussurrato, guardandosi intorno bluastra in volto, con una vis artistica collocabile nella hall of fame che va da Franca Valeri a Carla Signoris.
Sublime fattura estetica involontaria, divina.

Grande Rita, una nambaruan.
Adesso la chiamo.
Ha!

12 commenti:

  1. come amo il tuo uainbar e tutta l'atmosfera bucolico-chic di questi locali d'avanguardia di periferia.

    mi immagino sempre che sia simile a quello che frequento dalle mie parti, e che le facce anonime dietro i tuoi racconti siano quelle che vedo qui: belle, patetiche, tristi, confortanti, sensuali...
    Per tutti i gusti insomma.

    Grande Rita, speriamo che valga le premesse ;)

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  2. Chissà se dà via il culo. Che poi è l'unica domanda rilevante e universalmente ricorrente nella storia dell'umano.
    Buona scopata,

    HC

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    1. Beato te HC. Ti invidio, Creatura Semplice. Resta sempre così.

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    2. Tu lo dici.
      Del resto, penso che ad un fine cultore ed esegeta del grande romanzo tedesco del Primo Novecento non possa sfuggire l'intima essenza delle iniziali del nickname dietro cui mi rivelo.
      Complimenti per la felice intuizione.

      Giusto per scendere dalla montagna, facci sapere se le spani il buco del culo.

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  3. Ma qua a Melano di uainbar io non ne conosco con atmosfere così tipiche....sarà forse perchè non bevo vino? MAH....Comunque sono i racconti di Tazio che crean l'atmosfera (come vecchia Romagna etichetta nera...). Baci. Al culo della Rita ovviamente. GQ
    Ma Tazio sei anche su twitter?

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  4. Nel senso che twitto e feisbucco allo stesso tempo. Ma se feisbucco ho ricevuto dei problemi (don't ask pls) e quindi resterà twitter, su cui sarai avvisato se scrivo dul blogghe.
    Ti amo.

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  5. Niente feisbuc crea dipendenza e poi si scrivono solo cazzate. Twitto per diletto Bombolo67.
    Ciao GQ

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