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martedì 5 novembre 2013

Ubir il Tartaro di Astrachan

Questa è la storia di Ubir, Tartaro di Astrachan dell'etnia del Volga, ultimo discendente della nobile stirpe che occupò la vasta area che si estendeva dalla Romania sino all'Oceano Pacifico.
Ubir è un omone enorme che di professione fa il boscaiolo e, l'ultimo martedì del mese, si reca puntualmente a Mykolaiv a vendere il suo legname.
Al termine della vendita, sul far della sera, Ubir mangia alla solita taverna e, dopo cena, è aduso accompagnarsi ad una meretrice.
Una sera egli incontrò Irina, una giovane biondina dall'esile fisico e, dopo un delicato negoziato, la seguì nella sua abitazione e lupanare.
Quando Ubir si denudò, già in avanzato stato di erezione, Irina osservò il suo membro e disse: "Ciccio dove pensi di andare con quel paracarro? Vai in bagno, dove troverai unguenti viscidi che gioveranno alla bisogna" e Ubir eseguì.
Quindi tornò nella penombra rossastra del talamo del peccato e lì si accoppiò con la giovane.
Dopo circa ventisette minuti in cui Ubir stantuffava come un pistone di un'Alfa 75 Twin Cam, la giovinetta prese a preoccuparsi, pensando tra sè e sè "Ma costui quando eiaculerà?".
I minuti si fecero settantadue e Ubir reggeva come un reggimento di giubbe rosse, pistonando e sudando, ma senza alcuno schizzo definitivo.
La giovinetta prese a sentire dei dolori e dei bruciori, sopportò per altri diciannove minuti e poi urlò un "Fermati!!!!!" dettato dallo spirito di conservazione della specie.
Ubir sgusciò dalle sue pudenda gonfie e la giovinetta, a quel punto, vide che il penone dell'omone era ricoperto da una patina bianchissima.
"Ma Ubir!" esordì stupita la giovinetta "ma cuslè sta roba chi?" e Ubir, un tantino spaesato, rispose che era uno degli unguenti viscidi da lei consigliati, che avrebbero dovuto giovare alla bisogna, porgendo alla giovinetta il tubo dal quale tale sostanza bianca proveniva.
E la giovinetta lesse sul tubo: "Sbiancodent - Elimina la carie e non fa venire il tartaro".

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