Che poi, ok, ‘ste estiche c’hanno
una fisicata che neanche la Barbie e un senso del pudore che nemmeno la mia
tavoletta del cesso, va bene che ti incensano e idolatrano (ma d’altra parte
gli paghi una camera come fosse un mutuo trentennale al 17% non negoziabile
sulla Reggia di Caserta) va bene che si strafanno come le scimmie e tu ti
diverti, ma tutto per un po’però, perché di inspiedare delle pollastre che
fanno coccodè in una lingua che non cazzo conosci, dopo un pochettino ti cazzo fratturi
il coglione, cazzo.
A Riga tutto bene,
prendiamo anche il negozio accanto che chiude e allarghiamo la parte mono-autoriale
che ne avevamo il di bisogno, ora che alcuni artisti russi ci adocchiano, l’albergo
è sempre una magia spaziale del 1800, il Bergolettone sempre più un amico e la
città sempre un mistero attraente. Lo chiamo Bergolettone perché Lettamasco mi
pare brutto.
Ma poi torno al pollaio e
la prima mattina che mi sveglio trovo la Nevenka al pezzo, ferro da stiro al
calor bianco, caldaia che sbuffa come una kriegslokomotive
BR 52 di uncinata memoria, toppino nero da banchetto di Rumènia, con
reggiseno a fascione bianco ingrigito di cui si intravede un arruffato bordo, fuzò grigi di maglina effetto guardachemutandazzabiancachec’hoattornoallacellulitechemimascherailculo,
ciabattazza da piscina blu con righe bianche, smalto rosa-perla-ammalata-di-tisi,
tutta bella lucida di sudore sotto le clavicole ignude, che sbuffa dicendo,
squillante come una chiarina di Raffaello Sanzio “Madù Tazio che caldu che fa ancora, ma inverno non venire mai? Io
schioppo stirare cosgì sai?” che mi fa mixare lentamente la Repubblica Ceca
e la Lettonia con un pizzico di Moldavia che, alla fine, sembra di stare in
piazza a Sant’Agostino alla sagra del gnocco fritto, se solo ci fosse del
peperoncino di Soverato.
Ma poi torno, dicevo, e la
guardo e sento che qualcosa, qualcuno, qualchè mi suggerisce che saltarle addosso
e ingropparla alla strazzona, affondando la minchia in quel cuscino di pelo
compresso che sicuramente avrà nella mutandazza sanitaria, mi impirilla non
poco.
E allora mi doccio e sego,
con lei di là.
Perché un uomo nella vita
deve decidere se una monta randazza della moldava porcazza, monta che al 99,9%
riesce per un ventaglio di motivi vastissimo, vale il disagio di perdere poi l’operatrice
di caldaia e di mille altre fazende e, amisgi no, nononononono, per cui sega
selvaggia e morta lì.
Altri fatti di spessore
come quelli sin qui citati?
Fatemi pensare.
Ah sì! A Riga, in un
momento di depressione che manco i Lemmings, ho uazzappato alla Squinzy un
messaggio che faceva più o meno così, aspettate che prendo la chitarra.
Do7: “Ci sono momenti in cui mi rendo conto del baratro che ho dentro e che
sono riuscito a dimenticare solo quando c’eri tu e mai più. Mi vergogno a
pensare ai baratri che avrò lasciato in te e del fastidio che sicuramente
questo messaggio ti darà, ma la realtà è che mi manchi.”
Insomma c’erano dei baratri
qui e lì, una pennellata sulla fugacità della vita e uno stridor di denti dal
rimorso e così e colà.
Risposte: zero.
Strano.
Insomma amisgi che
numerossi mi seguita da cassa, credo che la vita vera sia anche non mancare mai
l’occasione di apparire uno sterminato coglione, che i treni della
coglionaggine è pur vero che passano ogni quattordici minuti, ma è anche vero
che le carrozze di prima sono sempre piene.
Piene, come la madre del
coglione.
Che anche lei viaggia in
prima.
è in ogni caso un bellissimo messaggio, quello alla Squinzy.
RispondiEliminaTu dici Wutt?
RispondiEliminaAvoja!
RispondiEliminaE quindi reputi un successone il fatto di non aver ricevuto risposte....
RispondiEliminadiciamo che poi entrano in gioco altri fattori, oltre alla bellezza del messaggio.
RispondiElimina(a me non è mai piaciuta, e neanche i suoi ricci)
RispondiElimina(e comunque questo nuovo font mi affatica la lettura)
RispondiEliminaIn realtà, perdona la mia misera opinione e percezione personale, non credo a una sola parola del messaggio che le hai mandato. E forse neanche lei... Ma la questione è un'altra: tu ci credi davvero, a distanza di giorni, a quelle tue parole?
RispondiEliminaIn effetti, mai piaciuta neanche a me. L'ho sempre trovata falsissima e molto teatrale. A volte, sentirsi soli fa brutti scherzi.
RispondiEliminaa me la Skiz piaceva, e molto. Mi sembrava ci tenesse a te ed aveva una bella testolina: forse un pò troppo insicura e Tazio dipendente tipo quando aveva lasciato il lavoro a Manchester. Ma lì penso tutto fosse causato dalla famiglia di m...in cui è cresciuta: Il tuo messaggio è sincero, cerca di capire perchè lo hai scritto: e se unisci sentimento e godimento sei a posto: lo dice pure il mio strizzacervelli. Grande Zio sempre qui a leggerti. GQ
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