Praha 1, piazzettina, facciata
dell’albergo asburgico dal sapore dorato di Sissi e cavalli bianchi, manca solo
Cecco Beppe, bevo il secondo Macallan, dei quattro previsti come prima colazione
delle undiciezerozero dal dietologo, respiro a fondo l’aria fresca e considero
che qui sono un sovrano e a casa una merda.
Mi voleva uno stacco
regale, non vi è che dire.
Mi voleva un risveglio, nel
letto presidenziale, con una giovane mora da infarto che dormiva adamitica
accanto a me.
Poesia, magia, elevazione
dei valori, erba di ottima coltivazione, liquori costosi, locali costosi,
albergo costoso, mignotte costose.
Terapia dell'anima e del corpoporco.
Mi tratterrò alcuni giorni,
devo.
Le due gemelline incestuose, biondo
platino, mostratemi dalla mia mora concubina, non avranno posto per due prima
di mercoledì e io ci voglio andare con chi mi ci ha indirizzato, la mora
concubina, in un lesbo-orgy-quartet che nemmeno Buddy De Franco con Art Tatum
ne hanno fatto di meglio.
Ma bisogna stare attenti.
Bisogna bere con giudizio e
farsi con altrettanto giudizio.
Si deve mantenere quello
stato ebbro-fatto sempre presente, ma mai preponderante.
Altrimenti si gode a metà.
E’ un sozzo mestiere, ma
qualcuno deve pur farlo.
Ha!
Sarà morto?
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