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martedì 11 ottobre 2016

Venerdì 7 ottobre [Parte terza]: La conquista

Che clima fashion e stylish con le luci morbide, il divindivano on duty, la Bossa Nova, il Jack Daniels Single Barrel e una cannuccia di Maria Giovanna che gira leggera librandosi nell’aere perso tra una bocca e l’altra a suggello di un rito di ancestrale memoria che precede, come inevitabile conseguenza, l’accoppiamento tra il maschio adulto e la giovane femmina della stessa razza suina.
E si fa clima di confessioni, come da copione rispolverato e riletto con occhi che lo trovano piacevolmente sempre nuovo.

Scorrono placide le sue rimembranze addolorate sul moroso andato su Giove, che già si assettava al desco familiare, ma nonostante ciò non ha saputo far aderire le ancore al fondo. E tu Tazio? E io Tazio, tu Mia, continua a raccontare che dopo ti dico una cosa, no dimmi, ok, ti dico, ma tu lo sai cosa si dice di me in giro?, chiedo un po’ orgoglione della sicura fama dimmerda che mi precede e lei si stende sparpagliando la chioma corvina e sorride mormorando “Ti riferisci a: pazzo, drogato, puttaniere, sciupafemmine, maniaco sessuale, violento e trafficante di droga nei paesi dell’est?” e la cosa mi inorgoglisce, tante sfumature non le immaginavo, ma non posso che confermare con malcelata soddisfazione e chiedere “E come mai una Mia perbene non scappa di fronte a cotanto mostro?” e lei si leva, mi abbraccia e mi slinguazza e poi sussurra “Non me ne frega un cazzo delle chiacchiere, tu mi piaci da quando avevo dodici anni”.

Sette anni in Tibet senza il Taziot, porella, che sofferenza. Come rimanere insensibili?

Come rimanere insensibili dietro a una gazzella che, una volta nuda e in piedi, ha un culino talmente da modella di Petter Hegre che le si vede il buchino biscottino irraggiato come un sole naif, senza che nemmeno si chini di un grado?

Come rimanere insensibili alle sue tettine acerbe tempestate di sensuali nei, su cui sono incastonati morbidissimi capezzoli chiari e conici che si increspano per sbucare tubetti di carne incisi da un tenero forellino?

Come rimanere insensibili davanti alla passerina rasata a zero per motivi di ginnastica artistica, che immagino davvero artistica, con quello zoccoletto di cammello che ingoia il costumino al saggio a cui vecchi bavosi prendono visione con rinnovati turgori nel pantalone agè.

Come rimanere insensibili alla piccola morte che la travolge nel momento in cui il Tarello Mastro Rampazzo ha pompato con delicatezza, garbo, dovizia e consunta esperienza e certezza della specialità della casa che questa sera propone cotechino di suino adulto stantuffato in salsa d’ostrica femmina praticamente nuova.

Come rimanere insensibili a carezze vere di felicità giovanile che vede il cielo in una stanza senza pareti che non esistono più, come per lei tutto il Creato che la circonda, che vorrebbe piantare un chiodo nel quadrante dell’orologio per fermare il tempo della gioia immensa che io conosco, che ho conosciuto, che so che lei sta conoscendo, preparando così la slitta inesorabile verso il baratro della delusione, nella quale considererà nuovamente le chiacchiere che si dicono, confermando che si tratta di verità assolute, dandosi dell’idiota, diventando tristemente adulta e donna che porrà decaloghi di norme relative agli uomini di cui io avrò per sempre la faccia vigliacca dell’illusione della gioia immensa e del cielo in una stanza.

Come rimanere insensibili?

5 commenti:

  1. Ma è proprio necessario rimanere insensibili? a parte l'ultima frase velata di malinconia (e comunque dipende esclusivamente da te, ricordalo)sei sempre il nostro eroe 'Zio

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  2. L'insensibilità rende il mondo arido. C'è bisogno di gente sensibile.

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  3. "Come rimanere insensibili a carezze vere di felicità giovanile che vede il cielo in una stanza senza pareti che non esistono più, come per lei tutto il Creato che la circonda, che vorrebbe piantare un chiodo nel quadrante dell’orologio per fermare il tempo della gioia immensa che io conosco, che ho conosciuto, che so che lei sta conoscendo, preparando così la slitta inesorabile verso il baratro della delusione, nella quale considererà nuovamente le chiacchiere che si dicono, confermando che si tratta di verità assolute, dandosi dell’idiota, diventando tristemente adulta e donna che porrà decaloghi di norme relative agli uomini di cui io avrò per sempre la faccia vigliacca dell’illusione della gioia immensa e del cielo in una stanza."

    ...è per quest'ultimo paragrafo che ancora un po' ti amo.

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  4. (e per lo stesso motivo un po' ti odio)

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  5. Assolutamente impossibile rimanere insensibili, anche per chi è spettatore.

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