Quando la conversazione è monopolizzata da una ventitreenne che vi
trascina dinamicamente dentro una ventiquattrenne, il quarantaduenne si alza
dal lettino, abbandona il giardino ed il sole e va a letto.
Si alza, sale di sopra, si fa una doccia, si asciuga e conquista
totalmente il letto, dormendoci sopra in posizione di croce di sant’Andrea. E
si assopisce nella fresca penombra, fiero dei suoi privilegi.
E passa del tempo senza tempo.
“Taaaazioooneee…” belano sottovoce
le pecorine, entrando nella stanza in teatrale punta di piedi, tenendosi per
mano, una nuda e l’altra con addosso solo sudore, crema solare e un perizoma
color vinaccia.
“Taaaaazioooooneee… dooormi?”
insistono belanti, avvicinandosi al letto, fermandosi ai piedi, con stampato
sulla faccia un sorriso forse alcaloidico ed alcolico, ma sicuramente puttanico.
Sollevo appena la testa, appena. Quel tanto che mi consente di assistere alla
scena in cui la Raffa sosta immobile e sozzamente sorridente e la Chiara, da
dietro, le strappa velocemente verso le caviglie il piccolo perizoma che rivela
il segno dell’abbronzatura ed una nera cresta stretta di peli schiacciati.
“Taaaziooooneeee….” - insiste
la Raffa alterata – “dooormiii?” e
scivola sul letto accoccolandosi sul mio petto, succhiandomi un capezzolo
mentre la Chiaretta, senza indugi, si dedica subito a succhiarmi il cazzo. Resto
immobile, voglio essere preda, oggetto, giocattolo delle due ninfe in calore. E
così va.
Mentre la Chiara mi tira un pompino di prim’ordine, la Raffa si siede
sulla mia bocca, regalandomi il sapore e l’odore della sua fica pisciona
saporita e puzzolente. Lecco avido stringendole le chiappette dure e tese
mentre sento che il cazzo si ingrossa a dismisura in bocca alla mia puttana che
ha, sin da tempo, progettato, guidato, spinto, speziato, modulato ed
organizzato questo sozzo triangolo e godo.
Godo del suo lerciume, godo al pensiero che la mia puttana si preoccupa
del mio sollazzo lurido, procurandomi giovani prede da montare, prede che
vogliono sperimentare, prede che sono in quell’età in cui dicono “mai fatto, devo provarlo”, prede troie
che mugolano “è il più grosso che abbia
mai preso”, inconsapevoli che, a breve, si sfascerà loro la fica e, seppure
possano prenderne di più grossi del mio, la sensazione di pienezza stretta non
sarà mai comparabile a quella prima volta del supercazzo taziale, prede che
bramano fameliche di leccare quella fessura identica alla loro, godendone
sguaiate e favorite dalle assunzioni di sostanze alteranti, prede che perdono
il controllo e fanno qualsiasi cosa e io la amo, la mia puttana troia in
calore.
Ficco serrato nella fica pelosetta della Raffa mugolante, leccandole le
ascelle acide, mentre la Chiara fa a lingua in bocca con lei, facendosi
scappare di tanto in tanto uno sguardo da grandissima puttana troia che cerca i
miei occhi con quell’espressione adulta, adulta nel più deteriore e lurido dei
significati, quell’espressione che dice “sei
fiero della tua puttana troia che ti ha portato sull’altare del sacrificio fica
puzzona fresca e vogliosa?” e questo mi induce a pensare che, oltre al
sacrificio al Moloch, la Chiara si attenda, come gesto d’amore e riconoscenza,
che io faccia lo stesso con lei, portando cazzo fresco e sconosciuto alla sua
fica cannibale e lurida.
Si leccano, si strusciano, si sorridono molli e ammorbate, guardandomi,
esibendosi, godendo oscene, toccandosi oscene, lesbichette ostentate che mi
provocano sozze ed io le adoro e lascio che la Chiara giochi doppia, facendo
credere alla Raffa di essere sua complice nel processo del mio annientamento
sessuale, scambiando nel contempo con me quell’occhiata da puttana troia che
ripassa i nostri accordi e le nostre certezze che hanno radici profonde e
lontane ed io, che a tratti ho persino paura di tanta destrezza nel maneggiare
le situazioni, mi gonfio di fierezza, di orgoglio, di amore porco per quella
riccetta stralurida che ha portato nel letto comune la sozza gazzella in calore
perché il leone la sbrani e non vedo l’ora di commentare con lei e solo con lei
questo appetitoso pomeriggio assolato passato sul materasso ad annusare l’appiccicoso
buco del culo alla sua amichetta puttana.
E cala la notte, il silenzio e le rane.
Ci teniamo per mano e lasciamo che il tempo scorra da solo.
La sua testa sulla mia spalla, il mio braccio che le cinge la schiena.
Tutto questo è stupendo.
23 + 24 = 47 ovvero morto che parla, ma uno già morto, il che non dovrei essere io o no? vabbè nel dubbio mi accontenterei di una 47enne...vogliosa la metà delle tue ninfe. Oppure potrei decidere di fare sul serio. Intanto 1 saluto a PB 4.0 nuova viziosa lettrice, che questo depravato insanto di mente ha indirizzato verso il tuo blog. GQ
RispondiEliminaGrazie della segnalazione amico anonimo. La lettura e' molto intigrante e maliziosa!!!!
RispondiEliminaBenvenuta amica di Gennarino.
RispondiEliminaLui è al Marketing Taziale. Grande Genny.
Amica di Gennarino, anche se ti logghi come anonima, firmati con un nome, dai, su, vuoi? Dai.
Baci.
Buonasera Taz, chiamami pure pb4.0. Grazie del benvenuto, mi congratulo con te per il blog, lo trovo "fenomenale" , hai acquisito una nuova lettrice!
RispondiEliminaOh Taz, però pb4.0 è mia, o per lo meno spero lo diventerà, visto che mi piace molto questa sua nuova versione. Per cui come dicono da noi Longobardi "Giò i man da la mubilia...." anche se capirei subito se l'hai conosciuta. Buon mercoledì con caldo Kenia a tutti. GQ
RispondiEliminaP.S. Te l'avevo detto che sono un genio, folle ma un genio...
Bello il detto dei Longobardi!!!!
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