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mercoledì 10 ottobre 2012

La zingara e la Prugna Nera

Ma voi non potete immaginare. Ma non potete mai arrivarci a dire chi vi ho incontrato per caso stamattina nel capoluogo di provincia taziale, al termine del frassinamento di coglioni del mercoledì ottobrino. Ma neanche se vi ci mettete col microscopio potete dire chi vi ho incontrato, anche perché, magari, non ve la ricordate per nulla, datosi che è roba assai vecchia e il blog si è spostato e cazzi e mazzi.

Beh.
Son lì che esco dal frassinatoio e praticamente le sbatto contro. Ocio eh: ho incontrato Gipsyqueen, l'amica della Tanya, quella che faceva gruppo con la Tartaruga delle Galapagos e Sfigamerda, ve la ricordate? Un bel troione, mora, riccia, volgare, figa, tettuta e culuta, profumata con 'na scia che rimane in tutta la strada, tutta bella imputtanata, un pacco di cartelline sul braccio, il borsone, il foularone, il taccone, il jeansone strizza vene varicose, ma che bel mignottone puttanone, ma che bella uccellaia d.o.c., ma che minchiaiola simpatica, ma che bella passera scopaiola.

Io e lei non è che abbiam diviso tante merende, devo dirlo. Anzi, mi stava pure parecchio sul culo e sembrava la cosa fosse likewise, poi con la troia della Tanya le cose sono andate come sono andate e fine della limonata. Ma oggi ha illuminato un sorrisone quando m'ha visto, con quella boccona che mi ricorda Mietta, che la bocca di Mietta, da sola, è meglio di un film porno per me, che io dico che la bocca di Mietta vale sega tempo zero, ma è solo la mia opinione ovviamente, beh, insomma, mi accende 'sto sorriso da mille watt e mi viene incontro e mi bacia e mi anestetizza con 'sta laguna di profumo che si tira dietro e come stai e come non stai, ma cosa ci fai qui Mietta, nel capoluogo di provincia taziale, ma ci lavoro Tazio, faccio l'associata nello studio Strangozzi-Guazzaloca-Franconazzi, osti!, le dico, micacazzi!, micacazzi no, mi dice, c'ho avuto un culo della stramadonna che l'associata è morta sotto una macchina e così mi han preso, delle volte il destino eh, ma taci taci taci ed io mi taccio.
 
Senti Miettaqueen, ma lo prendi?, un caffè dico, lo prendi con me?, Tazio devo scappare come una lepre che devo portar 'sta merda nello studio Lugagnani-Perritelli-Mezzalira-Razzi-Tortonazzi-Vieri, osti!, dico, che peccato, speravo lo prendessi, il caffè intendo, ma senti Tazio facciam ben 'na cosa, devi scappare o mangi qui per pranzo? mangio lì, cioè mangio qui, sì, mo allora, lasciami portar 'sta merda da Lugagnani-Perritelli-Mezzalira-Razzi-Tortonazzi-Vieri, che poi passo a prendere una busta da Sperandio-Chiaritelli-Rambaldi-Pini-Mastelloni-Ferrari-Pasetti-Zotti-Serravalle-Bregoli e ci vediam al Margherita che mangiam assieme, molto bene, dico, ti do il mio numero in caso che, no, no, no, no, ci sarò senza dubbio e parte sbattendo quelle belle mammellone nella camminata veloce e io indugio e faccio prua al Margherita, dove siedo tappando un tavolo e aspetto con un Americano in mano che fa tanto atteggiamento Costa Azzurra. 

Beh.
La Tanyatroia l'ha tirato nel culo a tutte le amiche, comportandosi dammerda e così, per il principio della solidarietà tra inculati, ora sono simpaticissssssssimo alla Miettaqueen, che ora siede sul banco degli analizzati, mentre prima, quando sedeva tra le fila degli analisti, era convintissima che c'avesse ragione su tutto la Puttanya, come la chiama, dottamente, l'enciclopedico GQ. Ma che bel pranzetto con questa moracciona seSuale, tutta carne e curve e capelli ricci e orecchinoni e boccona che, cazzo, meglio che non ci ripenso troppo, ma che bello davvero Tazio, ma senti ecco qui il mio numero, segno, chiamo, ora hai il mio, che bello, dio sì è stupendo tutto ciò MiettaQueen, ma seeeeenti Mietta, và che ti chiamo nel week end se non son su a Londra veh, oh ben sì, dai, ci facciamo una pizza ignorante, ma va ben tutto guarda, ma certo, l'importante è la compagnia.

Ma pensa, la GipsyMiettaQueen, con quelle belle scarpe con la zeppona, senza calze, con tutte quelle belle vene in rilievo, che me li ricordo i suoi piedi veh?, c'hanno il loro bel perchè, eh, brava, brava, ma che brava e la guardo sculare mentre attraversa la strada e continuo a dire, ma che brava, ma che brava, ma che brava che è.

Morale della fava: mai abbattersi.
Scompare una morta e ti compare un troione.

3 commenti:

  1. Sono commosso per la Tua citazione !!! Sono uno del Blog. Grazie Tazio. Grazie di cuore. GQ

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  2. Ah, le labbra di Mietta. Le labbra di Mietta. Che visione. Che sturbo.
    B

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