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domenica 24 febbraio 2013

Flash back and flash forward

Rieccomi a casa, dentro casa.
Ho votato PD e sono entrato nel mio buco dimmerda, dove l'odore di fogna e di tubo di scarico secco la fan da padrone.
Non resisto dal collegare le due cose, tanfo e voto, no.
Mi verso un bourbon che, grazie a dio, s'è mantenuto intatto.
E penso.
O meglio, ripenso a ieri sera.

***

Ripenso a come, in una sorta di sacrale silenzio e di palpabile tensione erotico-esoterica, Holga mi fa aprire le gambe con una delicatezza estrema ed io lentamente le apro. Sono steso su un lettino da massaggio di pelle bianca che il sessantenne puttaniere deve avere comperato proprio per generare simili situazioni ed io lo stimo, perchè ha messo a frutto danaro ed esperienza per produrre cose belle.

Siamo entrambi nudi e silenti e nella stanza si avverte appena il rumore della strada e la Holga mi guarda con i suoi finnici laghi azzurrissimi, seria, ungendosi le mani di olio per bambini e poi comincia a massaggiarmi. E vuole che stia a gambe aperte ed io mi sento puttana e non potrei farne a meno.
Massaggio, mani calde, mani grandi, mani senza fine, bravissima, scorre lungo gli inguini, schiaccia lo scroto, lo solleva, strizza il perineo lenta, lentissima.
Storpierò l'italiano per rendere l'effetto devastante che fa il suo inglese abborracciato.
"E' masagio tantrico insegnato mia amica" sussurra.

Non lo so se è masagio tantrico e assai poco me ne chiava, so solo che mi fa godere in una maniera bruciante.
La Holga sa come si tocca un cazzo, non c'è che dire. Sarà pure stata la sua amica ad insegnarglielo, ma lei è stata davvero bravissima ad apprendere.
Mi ritrovo completamente unto d'olio, con il cazzo che tira come un rimorchiatore finlandese ed una paralizzante bellezza finlandese che me lo strizza come si strizzerebbe uno straccio inzuppato ed io godo ad occhi semichiusi.

"Ha mai fato atore porno?" mi chiede sussurrando lenta mentre preme la punta dell'indice lungo il frenulo.
"No" le rispondo "solo roba casalinga, personale" e lei alza gli occhi dalla cappella e mi guarda intensa e poi si ridedica ad allargarmi il foro uretrale con la massima delicatezza. Poi scende lungo l'asta facendomi sentire appena la punta delle unghie, arrivando alla scroto, strizzandolo con una mano e carezzandolo con l'altra. Il piacere si stabilizza, ritorno in controllo.
"E tu, hai fatto l'attrice porno?" le chiedo in un soffio.
Mi guarda, svitandomi la cappella con una mano e segandomi il perineo con l'altra. "Sì".
Senza aggiungere altro, continuando devota a dedicarsi a quella che posso eleggere come la miglior sega ricevuta in vita mia.
Minimizzando, non sapendo ancora il seguito.

"Di tuo cazo mi piace vene grose, mi piaciono cazi con vene grose" e io sento davvero il sangue che me lo fa tirare da sentire male.
Me lo piega, me lo gira, me lo torce, lo sfrega a due mani come se dovesse accendere un fuoco al campeggio, uno di quei fuochi che nessuno al mondo è mai riuscito ad accendere, ma lei, in compenso, mi accende una voglia che mi divora il sistema nervoso.
Non mi chiede mai se mi piace, perchè è ovvio che mi piace e questa è una donna che viene dal freddo, viene da dove l'ovvio, se è tale, non merita sforzo d'esegesi, così come le parole inutili, ovvie o meno, ed è semplicemente ammutolente quello che mi sta facendo.

***

Il tanfo qui dentro è orrendo, ma non aprirò mai le finestre, no. Voglio rendere agevole agli eredi del de cuius il chiedermi di comperare questo buco dimmerda a carissimo prezzo, voglio vedere i loro occhi dimmerda mentre mi propongono il loro affare dimmerda, per cui credo che cagherò per due giorni senza tirare l'acqua, lasciando aperta la porta del bagno e tirandola solo quando suoneranno il mio fottuto campanello per salire a tentare di estorcermi del danaro, perchè il business è il business, signori. E spesso puzza dimmerda. Umana.

***

La sua mano parte velocissima, masturbandomi in senso inverso, ovvero coprendomi il glande col prepuzio e non scoprelndolo scappellandomi. Afferra la pelle alla base dell'asta e la porta su, veloce, la molla, la va a riprendere sotto e la riporta su, velocissima e io mi contraggo, sussulto, mi aggrappo ed è divino.
Mi corre la necessità lurida di sapere cosa le chiede di fare il sessantenne, ma non ho la forza di proferire parola e lei sorride appena, quasi mi avesse letto nel pensiero. Poi, basta. Mi afferra la cappella al di sotto del bordo, serrandola tra indice e pollice e inizia a svitare, come fosse un tappo, stringendo forte come se fosse un tappo che resiste, sforzando, producendomi un piacevolissimo dolore che mi fa inarcare la schiena e affondare le unghie nella candida pelle del lettino.
"Vieni qui voglio fotterti" grugnisco in un angolo morto di piacere che mi consente di riumanizzarmi.
"No. Voglio tenermi la voglia" mi risponde veloce con un bagliore lucente dal fondo dei suoi laghi finnici e questo mi fa schiantare di schiena sul materassino di pelle, a sudare, a strabiliare estasiato, perchè in quel momento la Holga ha tracciato un assioma perfetto, una teoria che si può esprimere con settantamilioni di parole senza averla chiarita, ma non la si può esprimere così chiaramente con appena quattro vocaboli.

***

Guardo il letto polveroso almeno di un mese e mi ricordo la Ade. Le sue fughe carbonare, il caffettino prima della palestra, la tutina culea, il sabato annoiato, il mercoledì delle inculate alla merda liquida e le fughe e i soldi con cui mi ha mantenuto e il piacere demoniaco che provava col buco del culo e realizzo, per la prima volta in vita, che la Ade era un gigantesco magazzino di ottima materia prima grezza non lavorata che, saltuariamente, mi induceva ad abbozzare l'idea affascinante di un probabile sublime prodotto finito, il cui incompiuto spingeva a perpetrare gli efferati incastri, mentre la Holga, invece, è una miniera di pochi preziosi minerali che non necessitano di alcuna lavorazione per essere perfetti ancor quando, semmai, è la perizia dell'estimatore che deve aggiornarsi, evolversi, raffinarsi, allargarsi, per cogliere tutte le celestiali sfumature di cui tali minerali si compongono.

***
Le schizzo in mano d'improvviso. No, stupidaggine. Io sono convinto di schizzarle in mano all'improvviso, mentre la vichinga dea bionda sapeva perfettamente l'esatto istante in cui il mio latte bianco sarebbe gocciolato dal buco del glande scuro di abbondante afflusso sanguigno. Godo senza un solo rumore, osservandola tra le palpebre semichiuse, serrando i denti, godendo del suo agire, del suo appena accennato sorriso di soddisfazione mentre, con l'unghia dell'indice, gioca col mio foro uretrale che vomita sperma, donandomi la più alta vetta del piacere degli ultimi quarant'anni.

***

In questo soggiorno grigio, ma non grigio per sineddoche, ma proprio grigio perchè l'ho colorato io personalmente di grigio, si sono avvicendate solo alcune delle faccende più importanti della mia vita. Beh, lasciatemelo dire. Voglio buttare via tutto, il Divindivano, la libreria, i libri, lo stereo esoterico, il televisore, tutto. Voglio solo tenere la musica e i video.
Questi ultimi perchè potrebbero anche salvarmi la vita.
La prima, perchè è un tatuaggio dell'anima che non si può mai sopprimere, nemmeno coi cambiamenti più radicali e profondi.
E la vita, alla fine, è solo la capacità di tatuarsi l'anima, in un modo o nell'altro.

Stasera dormirò sul Divindivano, per una delle ultime volte.
Ma lo farò col sorriso.
Sì, col sorriso.
Ed il cappotto addosso.
Buonanotte.

4 commenti:

  1. il Divindivano, quante ne ha viste....
    io triste :(
    ma speranzosa assieme a te ;)
    besitos wapo :*

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  2. Per lo stereo esoterico, fammi l'elenco dei pezzi che qualcosa può interessarmi ;-)
    Anyway, saluti dalla terra delle infradito ad ogni stagione :-)
    MaZ

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  3. é il Lingam.
    Secondo il Tantra, favorisce il Risveglio :)
    L'Erinne

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  4. Anche io voglio imparare a fare il masagio tantrico.

    B

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