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venerdì 1 marzo 2013

Giovedì sera

E vado al locale. Mi vede, mi abbranca, mi abbraccia, mi bacia, mi porta in trionfo tra il troiaio luccicante che siede al tavolo VIP, puttane, puttanieri, profumi, belletti, viscide creme e pelli seminude il volgare supera il crinale e diventa nido, tana, covo, maschere e mostri, la coca, ne vuoi?, no grazie, la musica altissima, le puttanelle minorenni che si dimenano per l'eccitazione sudata di luridi porci grassi che sbavano seduti e composti, la cravatta allacciata, il sudore che imperla, l'occhiale appannato, la Ade alterata, ultrafiga, taglio corto e drittissimo, il tizio che sembra sbarcato dal Portorico, con la giacca gessata e sotto nudo, il taglio con cresta, l'occhiale da sole, abbronzato che mastica, un clone di Corona e quella? quella è un clone della Moric e la Ade un clone di chi? ma pesca un numero e la fortuna ti aiuterà, mi sento soffocare, là fuori l'Italia affonda e si spacca, là fuori le menti brillanti faticano a finire la frase pane e salame e  voi nullità, qui dentro, siete nel pieno del baccanale notturno regolare, che va in onda ogni sera, che si nutre di merda ogni sera ed allora tipo, scusa, mi presti il cellu che il mio s'è scaricato? una telefonata breve, tranquillo chiama quanto cazzo vuoi e io chiamo, chiamo il 113 e dico che qui dento la coca gira a fiumi e che vengano a dare un'occhiata e poi restituisco e ringrazio il tipo che mi dice tranquillo ed esco e torno a casa e vado a dormire con settanta gocce di Mr.X.

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