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venerdì 1 febbraio 2013

Perchè io sono io

E mi esci dalla Pale, che ti fluttua la chioma e sei molto casual, col piumino, le leggins, i bearpaw che mi ricordi una stronza dimmerda, ma tu sei la Ale, che sali nel mio carro e strabuzzi gli occhioni facendo un bel "wow", che l'ultima volta c'avevo un catorcio e tu, che sei donna di sentimenti profondi, queste cose le apprezzi. Destinazione trattoriadimmerda fuori mano che sia mai che ci sgamano e una volta arrivati nel park posteriore io ti trattengo dal scendere e sfodero un piccolo giuoco di gomma, un simpatico buttplug nero di media misura e tu lo guardi e sorridi e mi chiedi cosa voglio fare e io, sincero come sempre, ti preannuncio che siccome ti voglio inculare, voglio che indossi qui in macchina il nero allenatore, al fine di serrarlo nel culo per tutta la sera e tu acconsenti mordendoti il labbro inferiore, controllando che nessuno stia osservando la scena ed abbassi le leggins ed il fiorito perizoma e ti sposti sul fianco di destra mentre io, dopo averlo doverosamente succhiato, ti premo nell'ano il gommoso suppostone del piacere e tu gemi una piccola 'a' e poi si va dentro a mangiare.

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Dio che figa che sei, vieni qui che ti lecco e tu spalanchi le gambe e mi porgi la gonfia fessura sotto la quale la carne è lucida e tesa dal suppostone che va tolto solo quando lo dico io e acconsenti servile, Troiona Imperiale, e mentre ti lecco la spacca bavosa ruoto il buttplug e tu butti la testa all'indietro strizzandoti le tettine dure e emetti sgraziati grugniti di piacevole dolore e ti faccio venire con la bocca, che tremi e batti i pugni e mi piace e poi ti lecco il piedino di destra mentre tu con quello di sinistra mi sollevi le palle e mi solletichi sotto e poi scatti atletica e me lo ciucci famelica e mi fai proprio godere, Alessandra della Palestra, che tiri dei pompini da mignotta stradale e te lo dico e ti inuorguogluisci, che la troia stradale è un ruolo che a tante un po' affascina e poi eseguo la trivellazione, con ancora il cono nel culo, ti scopo, ti chiavo, ti monto e ti freso, ti aleso, ti rettifico, ti chiarifico e ti filtro, ti trapano, ti smeriglio e tu urli con l'espressione di chi sta per mettersi a piangere, ma invece no, tu sei felice come una Pasqua, come due forse, ma anche come tre ed un paio di lunedì dell'angelo, che poi arriva il momento in cui mi urli che vieni e io me ne rallegro e poi, finalmente, come se tu fossi una bottiglia di Krug Gran Riserva, ti stappo, per festeggiare la ritrovata intimità e tu, anzichè fare il botto, gemi di piacevole dolore e lasci uscire una calda scorreggia dall'ano che, arrossato, rimane aperto e dilatato ed io mi affretto, a secco, ad approfittare di tale dilatazione per premervi all'interno la minchia, che scorre senza contrasti, mentre tu ti trasfiguri e ti compaiono delle vene nelle tempie mentre il mio cazzo scorre nel tuo culo fino a che, di fuori, rimangono solo i miei rugosi coglioni e mi fermo, schiacciandoti alla chiocciola, con le tue belle caviglie appoggiate sulle mìe spalle e colgo l'occasione per ciucciare il buttplug intriso dei tuoi più intimi sapori e questa cosa ti ingrifa e mi insignisci del titolo di luridissimo pervertito, che eleva ulteriormente il prestigio della mia già prestigiosa casata e, a testimonianza della mia gratitudine, ti svango il budello merdoso inculandoti col medesimo vigore che metterebbe un ergastolano da due anni in isolamento se si ritrovasse una femmina d'imporvviso nella cella.

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"Madonna Taz…" mormori con la mano sulla fronte, nuda sul letto a gambe aperte, osservando il soffitto, mentre io tracanno dell'acqua da una bottiglia secolare che giace polverosa sul pavimento accanto al comodino.
La tua mano mi accarezza la schiena lievissima e, dopo avermi confidato che non sai se riuscirai a camminare, ridi leggera e poi mi dici una cosa.
"Ci vieni martedì grasso a una festa con noi?"
"Noi chi?"
"Io e la Ade"
e poi mi scivoli addosso e mormori "se ci vieni non te ne penti, ci facciamo di tutto" e mi baci.
Mi fermo e ci penso.
Non male, come pensiero.
Assolutamente.

"Quand'è martedì grasso?" ti chiedo.
"Il dodici" mi dici.
"E Testadiparacarro e Federico?" ti chiedo.
"Nah, facciamo in modo che stiano a casa" mi dici.
Bevo.

"Il dodici sono a Londra, mi spiace, ma grazie."
Che bello.
Io sono a Londra.

Perchè io sono io e voi non siete un cazzo.
Ha!

1 commento:

  1. Ah ma che bella e piacevole erezione mattutina mi hai regalato!

    Sono indeciso se tenermela e coltivarla teneramente,assaporando il piacevole contatto tra la cappella arrosata e la coscia sotto i jeans tesi, oppure andare a scaricarla in qualche sozzo cesso post-industriale...

    ci penserò su ;)

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