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martedì 23 aprile 2013

L'oblio sudato e impolverato

Gli uomini siedono e parlano in francese di alcuni casini alla frontiera col Mali, che là fa brutto. Siedo su una seggiolina, sudato come un porco, perchè c'è un'umidità da Blade Runner, bevendo l'ennesima birretta ghiacciata.
Passa una ragazza stupenda col vestitone e mi chiedo se sotto è nuda o ha le mutande.
Che senso ha mettere le mutande sotto il tunicone? Nessuno.

Ho i piedi bianchi di polvere fino alle caviglie, l'aria è irrespirabile e il frastuono pure. Un terzetto di bambini, il terzetto numero sedicimilaquattrocentootto, mi approccia in francese battendo cassa a suon di sorrisi e io in francese gli svuoto le tasche e dico che non c'ho un franco. Se gliene dai uno si girano voce e il pomeriggio ti costa un miliardo di franchi. Però vi giuro che è dura resistergli, sono bellissimi.

Bevo e avverto una zaffata di hashish e cerco di capire chi è che sta fumando, ma non ci riesco. Bevo e considero un fatto straordinario: sono otto giorni oggi dall'ultima chiavata. E non ho smanie, furie, crisi, manie, no. Certo ogni tanto mi si scappella quando vedo certi culi, certe tette e certe bocche, ma credo si scappellerebbe a molti.
L'ultima sega l'ho fatta domenica, cioè, vi rendete conto?

Questa piega ascetica mi indispone e mi spiazza al punto che andrei forzatamente a troie stasera. Ma il pensiero di mangiare con Sara e Ibra dopo una bella doccia e aspettare Maurice per caricarci un centinaio di birre sulla terrazzina del Libellule mi piace di più.

E' fatto così l'oblio?

2 commenti:

  1. ...poi non dire che non ti avevo avvisato...
    :)
    Hip.

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  2. Non è che mi hai "avvisato" Hip.
    Tu mi hai guidato.
    Max bows to Hip, grateful forever.

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