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lunedì 20 gennaio 2014

Tayra

Me la consiglia il Ruggi, mi esseemmeessa il cellu, fidati amico mio, massì, anche se son due parole che mi accaponano la pelle, "fidati" e "amico mio", dette da te Bocciolodirosavogliosa, ma alle ventidue e diciassette la chiamo, la chiamo, la chiamo, la chiamo, la chiamo, la chiamo, ma poi verso le ventitre e zerodue comincio a cagarmi la minchia, ma poi mi risponde, Tayra, dammi la via, eccola, spè che arrivo, ti aspetto amore, sì, aspettami amore, non possiamo che amarci dopo tutta questa conoscenza.

Pelle di cuoio, lucida e cioccolatosa, un culo superbo, due gambe lunghissime, di dove sei amore, Liberia, ma che bello, ecco le rose, tesoro che bello che sei e mi ciucci i capezzoli e io sotto ti ravano la fava barzotta, madonna dell'incipit che pezzo di tronco di cazzo di ebano c'hai, signora gentile, poi nudi sul letto, leccalecca amor mio, ti mangio io biscione e il bucone sfondato, le palle e il perineo e ti tira la fava, amore di sempre, mentre la mia ti scoppia in bocca e mi dici che vuoi il mio cazzone, ma non temere Tayra, ce lo tiriamo nel culo per tutto il tempo che ci vuole e io pago, cazzo me ne chiava, pago.

Tette di cioccolato fondente con coni capezzolari di cioccolato al latte, ungimi il culino amorina esotica e fottimi forte, fammi piangere di piacere, fammi sanguinare, c'hai una bestia impressionante e io smignotto da frocia, esaltando il tuo lato maschile, sei arrapata, mi inculi, io godo, cristosantissimo fin dove mi arrivi nelle budella e i tuoi coglioni sui miei e mi succhi la lingua e io ti esorto a stuprarmi e mi monti da bestia, come sei bella, sento il mio buco sfondarsi e non riesco a contrarlo e tu lo capisci e mi pompi chimamandomi troia con quella voce mezzo e mezzo che mi fa impazzire, pompami amore, pompami il culo che domani ogni volta che mi siedo voglio pensarti, sì amor d'ebano, che zoccola sei, certo che voglio che mi sborri in gola, voglio ingoiarti tutta, amore e mi esci dal culo in un lampo e sento il mio odore e ti sgommi e mi chiavi la bocca, dai, dai, dai, ti stringo le chiappe spingendoti in fondo e sborri piegata su di me, baciandomi i capelli.

Voltati, troia, dammi il gel, bagascia, un goldone e del gel, dai, muoviti, aiutami, girati, ecco, son dentro di te e pompo vigliacco, senza nessuna gentilezza e sento che la minchia, lenta, lenta, ti si imbarzottisce mentre, incollato alla tua schiena sudata, ti sfondo il budello e mi esorti a sborrare, sudata e odorosa, mentre ti palpo i coglioni e mi sgommo a mia volta e ti schizzo in gola felice.

Momenti di pace.
Carezze e una canna.
"Ti rivedo?"
"Puoi contarci."

Un bacio d'amore sintetico e la notte piovosa.
Devo andarmene da stammerda.

2 commenti:

  1. eh si....forse è meglio Tazio. Ti rovina la vis poetica questa metropoli tentacolare.
    Con affetto. GQ

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  2. Concordo, questa Milano è deleteria...
    Con tutti quei tentacoli poi :\

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