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martedì 16 agosto 2016

Sic transit ferragostum Tazii. O giù di lì.

Ferragosto da schianto, raga. C’era anche il gelato, ohè.
Poi c’erano tutti gli amiciparentiamicideiparenti che linguisticamente era un paradiso per le orecchie sentire il calabroemiliano, davvero figus.
Forse a tratti togo.
Sicuramente togo quando cercavo di spiegare, in seguito a precisa domanda, cosa faccio nella vita e circa a metà dello spieghino il mio interlocutore cominciava a parlare ad altri.
Togo no?
Al terzo ho detto che faccio il tipografo.
Mi ha detto “ah” e ha iniziato a parlare a un altro. Ma almeno ha detto “ah”.
Toghissimo.

Poi lei mi dice “ti fermi da me?” e io dico “”, ma forse dovevo dire “no”, non so.
Alle tre del mattino ero sulle lenzuola ignudo come tre bronzi di Riace e lei arriva in mutande e canottiera e si stende in un gemito, dandomi le spalle.
Le faccio sentire sullo spacco culeo la potenza del nerbotortòre, già mitico punitore di settentasette armenti di agnelle infoiate, e lei dice la frase.
Perché esiste LA frase.
Quella definitiva, terminale, metastasica.
Quella detta a boccuccia alla buco del culo di pollo, con tono con cui ci si rivolge agli infanti irrequieti.

Ma amore hai solo in testa quello tu, dai su. Sono esausta.
Le chiedo scusa e mi giro, dandole le spalle.

Sic transit gloria mundi.
Bah.

2 commenti:

  1. Cavoli, anch'io ho sempre in mente quella cosa lì? Ma è così grave? Comunque anch'io ho notato che, soprattutto a tavola, ti chiedono una cosa e tu educatamente stai rispondendo o comunque parlando, e questi si girano da un'altra parte e aprono un discorso con terzi, fregandosene bellamente della tua risposta. Mah? Comunque oserei dire Ferragosto da smaronamento. O sbaglio? Invece questa è la settimana + bella nella megalopoli lumbarda. quasi deserta se non fosse per i profughi che arrivano come le ciligie a gruppi di 12.

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  2. Tazio, sarà una mia impressione ma mi sa che la Concetta non dura tanto...
    PG

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