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lunedì 17 settembre 2012

Alle sette parlo

E finalmente, alla quarantasettesima telefonata da stamattina, mi risponde.
C'avevo già il discordo pronto, organico, organizzato, critico, approfondito, auto lapidante, zeppo di scuse (nel senso del chiederle scusa) e pieno di richieste di perdono.
Non ce n'è stato bisogno perché mi ha travolto, chiedendomi scusa lei. Ma come? Non funziona così, funziona che se IO faccio cazzate, IO chiedo scusa, quando LEI fa cazzate, LEI chiede scusa e nessun crossing intermedio è ammesso.
E vabbè, alla fine sono minchiate da liceali, che è lo stadio deevolutivo a cui sono approdato.
"Ma perché non hai risposto alle centosedici telefonate che ti ho fatto?"
"Perché ero incazzata, ma non ero totalmente sicura di avere ragione"

Uno stato confusionale, benissimo, siamo in due.
"Faccio una gran fatica a volte Chiaretta, non la sopporto la distanza"
"Taz?"
"Eh"
"Vuoi che torni indietro?"
"No! No! Oh! No Skiz, è la tua vita, è l'occasione, no! Mi abituerò, troverò il modo, in fin dei conti è poco che sei via"

Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
"Cosa c'è Skiz?"
"Niente"
"Parla!"
"Parlo stasera, non ora. Dai Taz, scappo, ti chiamo alle sette"


Alle sette.
E vabbè.

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