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mercoledì 13 febbraio 2013

Eccessi infernali

Tutto ci dice "Benvenuti all'inferno", a partire dalla musica altissima, rappaccio suburbano, martellante, distorto, poi la bolgia, il carnaio, la gente che urla, sudata, pressata, odore di canna, duemila pusher che strattonano, caldo, umido, caldissimo, le luci, i gruppi dalle facce indemoniate che si uniscono in grida bestiali che non riesco a capire, trascino la Skizza, voglio andare al banco a bere, mani, braccia, corpi, sudati, umidi, due vodke, pago cash, in tasca c'ho solo i soldi e nient'altro, niente anelli, catenine, niente, dò la vodka alla Skiz, tracanniamo, ti piace?, figata!, mi urla a bocca aperta e poi si mette a ballare nei suoi venti centimetri quadrati di spazio e io ordino altre due vodke, cheers, tracannate, poi le tipe strafatte si inerpicano sul bancone, scalze, che qui tutto è viscido e cominciano a ballare tra le urla bestiali degli amici della parrocchia del Sacro Cuore di sicuro, comincia la gara a inzupparle di birra e queste si spogliano e in cinque minuti ce ne sono altre due nude sul banco che ballano, oddio ballano, traballano sarebbe più corretto e sudiamo come maiali e tracanniamo vodka a cannone, poi ci spostiamo, c'è un'altra saletta di là, dove c'è un capannello urlante e capiamo che in mezzo al capannello sta succedendo qualcosa e allora ci accapanelliamo anche noi e tra le fessure del capannello vediamo che un pezzo di manzo di colore lo sta allungando di brutto a una tizia bruttina che gode come una bestia, prendendolo a ritmo di musica, col capannello che incita, che è quasi meglio di andare allo stadio, peccato non avere una prima fila, ma pazienza, poi giriamo un pochino, strusciandoci addosso a quell'umanità bestiale di cui noi facciamo parte in piena regola e con pieni requisiti, la Skizza mi urla ridendo che la palpano a cannone e poi vediamo che là c'è una scala che porta di sotto, scendiamo, mica facile, che ci son due fiumane che transumano una verso il basso e una verso l'alto e di sotto non c'è un cazzo, è l'anticesso, dal puzzo di piscia intenso e un caldo infernale che ricorda una stalla, c'è una tizia appoggiata al muro che si spara una spada nel braccio, chiavandosene di tutto, mentre dentro alle cabine dei cessi qualcuno si fa e qualcuno si incula o si sbocchina, c'è chi sniffa sui bordi dei lavandini, sull'orlo della tazza del cesso, c'è un nero enorme che vende a mulino e a noi viene una voglia bastarda di farci e chiedo alla Skiz cosa vuole provare e lei mi dice la coca e io compro dal nero, poi ci troviamo un lurido millimetro tutto nostro e compiamo la liturgia e ci infariniamo ed è un bel botto, il nerone ce l'ha buona, la Skiz si esalta e torniamo di sopra a ballare, impallati come fanali, balliamo e ci slinguiamo e lei mi dice che ha voglia di chiavare, qui, ora, trova un posto Taz, la tiro, la porto, contro il muro, sbottono la masturbo mi tira fuori l'uccello e la gente è ovunque e tutto si amplifica e la giro e la premo sul muro, sudati come se ci fossimo fatti i gavettoni, le abbasso i jeans quel tanto e glielo infilo nella fica e di fianco c'è un tizia così piena che manco capisce che me la sto chiavando, oppure capisce e non le fa sega e credo per la prima volta in vita mia di averle schizzato di dentro appena ho sentito il caldo del suo buco bagnato, ma nonostante lo schizzo ho continuato a chiavarla finchè non ho sentito che veniva anche lei.  

Che serata meravigliosa.

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