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martedì 2 aprile 2013

Impazienza divorante

Sono appena tornato dalla strappagione totale e sono liscio come un'anguilla porca, sensibile in cinquemila posticini sporcaccioni che, sino a prima, erano sedati dalla lieve peluria che li ricopriva. Sono erotico come una cavalla sudato, non riesco a smettere di menarmelo guardandomi allo specchio, ingallato anche dall'intimità creatasi d'improvviso con una spagnola davvero caliente che ha armeggiato con il mio arnese spostandolo di qua e di là, donandogli un'erezione di cui avrei dovuto vergognarmi e di cui, invece, ho goduto midollarmente, sbracando da troia con la Mazza Randazza dura mentre la bella spagnolera faceva finta di niente e, anzi, strappava con maggior vigore, nella speranza di procurarmi del dolore che dissuadesse Madama Minchia dallo svettare così impertintente ed impietosa nei confronti della minchiarella che il di lei coniuge deve possedere, ma inutilmente, poichè tanta cattiveria mi ha arrapato ancor di più. E poi vai alla pecora, a farmi depilare il culo, il buco del culo, perineo e coglioni, lisci e glabri come quelli di una pornostar che fa l'anale, come diceva quella troia vigliacca dimmerda della Ade. Perchè se mi capita lo voglio fare anche io l'anale, con qualche bel maschione gay che l'isola ne è zeppa.

Domani, domani, domani.
Domani parto, domani arrivo. Da domani voglio ingozzarmi di sensuale cellulite abbronzata e lucida d'olio, di morbide tette penzolanti, di pance erotiche, di sorche spatasciate per il godimento oculare dei suini astanti, voglio ubriacarmi di donne comuni percorse da immondi desideri di lurido da consumare nell'isola Troia, lontana da tutti e da tutto, dove pudore, costumi e inibizioni vengono cacciati nel cesso con lo scopetto per lasciare posto alla lussuria e all'impudicizia, alla sporciziainteriore ed intellettuale, al degrado e alla sublime immoralità. Voglio brasarmi di atteggiamenti puttaneschi luridamente volgari, ammiccanti, di corna volute, di piaceri perversi, voglio essere lo stallone di chiunque me lo chieda, maschi, femmine, giovani, maturi, anziani, voglio godere, urlare di piacere, spaccarmi e spaccare e mollare il fottuto ormeggio al quale un po' mi ci sono impiccato da solo e un po' mi ci hanno impiccato, perchè ora come non mai mi sento di pensare e agire come se dovessi morire domani, assetato di piacere e vuotezza, di orgasmi, sperma e pelli e carni e sudori altrui, odori, sapori di esseri sconosciuti, di donne dai capelli bianchi che a Natale qualche piccolo umano chiama nonna e focalizza in lei la bontà asessuata, mentre sull'isola la nonna vuole il cazzo, vuol far vedere la fica agli sconosciuti, vuole essere guardata mentre succhia cazzi forestieri, vuole essere adorata da piccole orde di merdosi omunculi arrapati che si segano insignendola di titoli importanti: Troia, Puttana, Succhiacazzi, Maiala.

Domani è il gran giorno, domani è l'espatrio, l'esilio, il limbo, la fuga, la macchia.
Da domani la mia solitudine sarà sacra ed inviolabile.
Ed avrò, finalmente, tutto quello che non mi serve.

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