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lunedì 5 settembre 2016

Lunedì inerpicato

“Non so dove andare a trovarla :-)”
Tardo pomeriggio di domenica, fiacco, fiacco al punto di non sentire il classico scappare della pipì in corrispondenza di questi messaggi.
E io? Dove cazzo la trovo io che me la procurava Virus, il secolo scorso?
Non prudente mandarla da lui, ma poi soprattutto guai al mondo, che di cazzi ne ho già di mio che anche se non vado a cercarmene degli altri va poi bene lo stesso.
Porcherie da gente sconosciuta non se ne parla, quindi fine, no erba, no party.

Per cui, alle diciassette e zero quattro invio il seguente text:
Ci penserò io, ti aggiorno.”

E dopo mi lascio cullare dalla tv e dormo sino alle ventuno e undici.
Prendo la Chimicaaminchia e mi schianto sino alle zero sei zero zero.
Bella la vita così, senza neanche la rottura di coglioni di viverla.

Stamattina trentanove minuti di auto e vualà, nell’agenzia da sogno, dove si respira la scontrosa aria del lunedì mattina, come alle Poste, o all’INPS.
Alle dieci e zero nove, come si conviene a un capo, arriva il capo, che attacca daccapo la pippa degli erpici, che non va bene come l’ho messa giù io, da cane infedele all’erpice, da popolano del dente dritto, “perché manca, come posso dirti Tazio, manca poesia”.

Poesia????
“Tipo T’amo pio erpice? Ma che cazzo vuol dire poesia in mezzo a stammerda?”, chiedo concitato e visibilmente agitato, nonostante ancora imbottito di Merdammica?
“Tazio” attacca il capo pacatamente, sistemando delle inutili carte sulla scrivania da boiardo ex sovietico, “questo è il nostro lavoro, capisci? Noi mangiamo e paghiamo gli stipendi e la luce con questa cosa che ti appare buffa o fastidiosa. Per cui adesso vai di là, ti prendi un tè deteinato e riscrivi questi testi e me li porti che dobbiamo impaginare.” 
E c’ha ragione lui c’ha. Se non mi va bene aria. E lo dico io. Posso aria? No. E allora che erpice poetico sia, cazzodimmerdadellaBarbietroia.

Per cui torno, dopo ore una e cinquantadue minuti e gli ripresento lammerda di prima profumata al Lime dei Caraibi, lui sorride soddisfatto e le pornoancelle dell’InDesign si catapultano a impaginare, arrapate come pornobertucce. Che bello. Siamo una squadra cazzomerda.
Non c’è erpice che non si commuova, adesso, dio****.

E per rimanere in tema agreste, adesso devo trovare dell’erba. Per stasera, cazzocazzone.
Che devo andare a sedurre la Anto, sugli scalini, nottetempo.
Perché devo farlo, mi chiede Anonymous incredulo/a.
Perché no rispondo io, psicopatico che rifiuta il Professorone.

Perché io amo sguazzare nella debolezza altrui.
Mi fa sentire utile.
Sensato.
Al mondo ci vuole un Tazio Psicopatico, credo.
No?

Erba, adesso.





2 commenti:

  1. La poesia dell'Erpice....ignoranti noi a non conoscerla. Prudenza 'Zio non tanto per l'antonellina che sa che cazzo vuole, soprattutto il tuo...ma per te. Non passare da un eccesso (di morigeratezza) all'altro. Tu e solo tu sai le ragioni alla base delle tue cure chimiche. Non so dirti se c'è una via di mezzo, ma una gradualità sì, sta a te trovarla. Un abbraccio Nonna Abelarda

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    1. Te ne farò avere un libello con dedica, della introspettiva poetica del solipsismo dell'erpice, mio amatissimo. Per il resto, non temere. Avvezzo all'esperienza, ora so conoscere i miei limiti. Compresi i possibili ed eventuali connessi con l?Antonella che fa rima con cappotto.

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