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giovedì 14 maggio 2015

Notti emiliane

 Ieri notte 

“Mi sta sul cazzo anche a me” – commenta la Anto riferendosi alla morosa di Zack – “con quei modi da “signorinetta per bene”…”
Siamo lì seduti in seguito alla frettolosa liquidazione serale del povero Altrui da parte della Donna Altrui, la quale si è, in seguito, affrettata a darmene uozzappica notizia. Ci troviamo al solito posto, in gradinata rurale notturna, a sparlare da comari, lei in pigiamino grigio e felpa col cappuccio, io in pantaloni del pigiama blu e t-shirt, mutandoprivo, perché se devo andare vestito come andrei a dormire, le mutande non ci sono mai.

“E taci che ci siam liberati della Emy” – incalzo da troia nella certezza di trovare terreno fertile, seppur non standomi minimamente sui coglioni la Emy, ad eccezione di quando cavalca sbattendo forte, impalata dal mio bell’albero della cucCagna. Più che rompicoglioni la trovo di una piattezza intellettuale soporifera, ecco.
“Dio la Emy, non me ne parlare che l’avrei ammazzata, miss Stoccazzo, con tutte ‘ste moine… sei figa sì, sei figa, abbiam capito, ma adesso basta, che non ce ne incula un cazzo a nessuno che sei figa…”.
Sì, non ce ne incula un cazzo per dire, comunque. A me, ad esempio, me ne incula eccome. Ed anche a te, visto che citi il dettaglio e ti incanni abbestia anche adesso.

Cannetta.
Involontariamente un po’ più carica.
Ci incannelliamo pesti io e la Anto, eh.
Lei è un’ottima compagna di fumate, perché non va in paranoia, è tranquilla, ciarliera il giusto, mai sopra le righe anche quando è fatta dura, insomma, è una grande compagnia cannaiola.

“Aveva voglia di scopare, stasera.” – sentenzia gelando un momentino l’aria.
Segue breve pausa.
“E tu?” – chiedo per sapere come avesse gestito – “ebeh se son qua con te, io no evidentemente” e sorride sensuale guardandomi con gli occhietti piccoli e i capelli arruffati.
“Intendevo dire cosa gli hai detto” – preciso da sciocchina – “gli ho detto che ero stanca, ma tanto a lui faccio un piacere perché lo sai lui dov’è adesso no?” – mi chiede prima di tironare fonda.
Sì che lo so, ma la mia testa fa segno di no.

“Lui è tra le cosce di una qualsiasi delle puttanelle russe di merda là vicino alla fabbricona… mo sì che lo sai, nden, lo san tutti che c’ha quel vizietto” – e io taccio.

Già. Va sempre che un po’ tutti sanno un po’ tutto un po’ di tutti.
Chissà cosa saprà lei di me.

 “Ma senti” – chiedo io, bimba falsa e farisea dal lungo clitoride ipertrofico – “ma come fai ad andare a letto con uno che sai che va a puttane?”.
“Ci vado quando non posso evitare e basta. Prendo precauzioni comunque.”
 “Detta così non suona da vita di coppia felice”
“No, infatti, per niente. Ma penso che…”
e io non indago su dove stanno andando a spaziare quegli occhietti fumati. Non indago.

Silenzio.
Cannetta, passaggio.
Silenzio.
Notte emiliana nera, rurale, intima, segreta, cannaiola, intristita e un po’ rabbiosa.
Mi spiace.
Mi spiace, ma non indago.
No.

2 commenti:

  1. Domanda: ma se una non è felice che ci sta a fare con un coglione simile, puttaniere? Dimmelo tu 'Zio perchè anche questa è una cos che sfugge a molte logiche.
    Buon venerdì, in arrivo temporali, speriamo solo atmosferici.

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  2. Non chiederlo a me. A me spiace, ma io non indago.

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