Londra, 24 ottobre, 07:15 am
Bonjour, bonjour, bonjour, bonjour, bonjour, bonjourbonjour, bonjourbonjourbonjour.
Dodici gradi centigradi e una lieve pioggerellina, finalmente.
Vorrò mica essere uno di quegli sfigati che vede Londra sempre col sole e che se va in vacanza a Sharm piove, eh.
La Skizza è sotto la doccia che tra poco c'ha il tubo, brava la mia scorreggetta erotica.
Profumo di caffè e pane tostato, Repubblica online e un canale jazz che sussurra lievissimo note, questo è il paradiso.
Che bello arrivare di notte e venire accolti dalla Chiaretta con addosso solo quel magliettone che se scendeva la spalla usciva la poppetta puntuta, che bello. Che bello sostare incastrati sul pavimento dell'ingresso, nudi, col mio trolley in piedi che faceva da nerissimo arbitro a quel match selvaggio da cui entrambi ne siamo usciti vincitori.
Che bello dirsi le prime parole di senso compiuto quasi tre ore dopo il mio ingresso nella dissanguante casetta.
Che bello l'odore della Skiz.
Che bello il sapore della Skiz.
Che bello, qui.
Qui, in questa megalopoli da sette milioni di anime di cui ne conosco solo una, meraviglioso.
Oddio, a dire il vero ne conoscerei ben più d'una, ma posso stare tranquillo, anche se mi incrociano si girano dall'altra parte.
La popolarità è una faccenda sovrastimata, secondo me.
Che bello.
Bonjour.
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