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domenica 21 ottobre 2012

Le riflessioni del puttaniere

Ritorno a casa con le mani e la pelle che profumano intense di magnifica négritude, avvertendo che la stupenda statua di ebano, seppur prodigatasi in maniera estasiante ed encomiabile, più che commovente, a tratti esaltante, non è riuscita ad estinguere totalmente l'ancora ardente brace di voglia sozza e, così, giaccio sul Divindivano impugnando con fermezza la verga ceramica, strozzandola, scappellandola ed incappellandola, godendo del profumo d'Africa Divina, riflettendo su me stesso.

Sono un puttaniere.
Impersono la figura più disprezzata e derisa in qualsiasi comunità civile, sono un reietto, un porco, un essere zotico che alla sera si scioglie nei rivoli mefitici del liquame urbano per accompagnarsi con donne che fanno mercimonio del proprio corpo, accoppiandosi come una bestia con sconosciute che gli concedono, a pagamento modesto, l'accesso e l'uso delle loro sacre intimità.

E vengo con un piccolo urlo.
Deliziose riflessioni.

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