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domenica 21 ottobre 2012

Il linguaggio del corpo porco

Avvolta in ampie maglie rilassate che dissimulano le forme, salvo far spuntare spalle nude e, in un'occasione a mio dire procurata, una fascia di nuda pancia abbronzatissima, Mietta ha impostato l'andatura ed il ritmo della serata, tendendola verso un'improbabile amicizia di spessore tale da obnubilare la fisicità ed il desiderio, ma solo nella forma, poichè nella sostanza quel comparire improvviso di carni calde significava "Tazio resisti, non è stasera, sono drammaticamente figa e porca e infoiata, affamata di cazzo come una faina porno, ma stasera no, è la seconda uscita, ti devo studiare, devo capire se sei quel porco selvatico che sogno ogni notte digitandomi la sorca masticante".

Serata tranquilla, di grandi chiacchiere, pizza ignorante, ripetuti scappellamenti improvvisi a guardare quei piedi nudi immersi nelle ballerine, serata regolare, serata di pace, serata di voglia di succhiarle quelle tettone che si nascondono sotto le ampie maglie e canottiere e mantelle e foulard e coperte e tende e teloni da autocarro leggero, serata di musiche antiche, te la ricordi questa, no, già sei più giovane di me, serata di passeggi e saluti notturni con baci guancei e silenti promesse di fica rovente nel breve periodo.

Raggiungo la macchina e mi dico che è tutto nella norma, che tutto procede secondo previsioni, previsioni taziali che dicevano che il cazzo glielo avrei dato solo se me l'avesse chiesto e così è stato ed ora che è notte, che sono in macchina che guido piano e ho qualcosa dentro ai jeans, sai che mistero, non so neanche dove andare e m'allontano, anche se dovrei tornare, lei m'aspetta, me la vado a caricare, la scuretta, che l'amore mi vuol dare.

Nadine, arrivo.

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