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lunedì 14 gennaio 2013

Dammi una mano a tingere la luce di sole

Dammi una mano, Tazietto amore, non mi dire di no, dimmi di sì, che bella mano che c'hai, liscia calda e che bella grossa, spingi amore, sì spingo, mettici un altro dito, svangami, e mi guardi con l'aria drogata di sesso da troia coi ciuffetti di ricci che ti cadono sul viso sudato e muovi il bacino, tenendomi il polso, chiavandomi le quattro dita fino alle nocche e col pollice ti strofino il cazzetto arrossato e tu sbavi e sbrodoli e autoritaria mi dici di mettere dell'altro olio e io eseguo e tu spingi, poi piego il pollice nel palmo e ti chiedo se sei sicura e mi chiedi se l'ho già fatto e ti dico di sì e tu sorridi e sorridendo lurida mi dici che figurarsi se non l'avevo già fatto e io ti torno a chiedere se lo vuoi veramente e tu mi dici che vuoi sentire male e godere e allora io ruoto e sento la carne tesa che sembra che si laceri e ti guardo e tu mi dici indemoniata di non fermarmi e sbatti la testa all'indietro muovendo il bacino arrapata e allora io ruoto, ruoto e scivolo dentro mentre lasci andare un urletto roco e la fica si richiude attorno al mio polso e dentro sei tenera come una vitellina e io chiudo il pugno e ti stantuffo lievissimo, mentre mi guardi con gli occhi sbarrati e la bocca aperta piegata in un micro sorriso e ti lecchi le labbra buttando la testa all'ìndietro, respirando profonda, spalancando le gambe, brontolando che ti piace di essere sfondata da me e io pompo e tu ti torturi le tettine appuntite e io ti scopo la fica col pugno chiuso di dentro e sei liscia, liscissima, bollente e godi, godi da pazzi e ti scappa un piccolo goccio di piscia e ti muovi, dando pugni sul materasso e mi dici che ti senti scoppiare di dentro e schizzi piscia di nuovo e godi e con l'altra mano ti massaggio col polpastrello del pollice il buco del culo e mi guardi terrorizzata e mi dici di non farlo e io non lo faccio, anche se l'idea di pomparti nel culo e nella fica con entrambi i pugni mi arrapa e tu mi dici che arrapa anche te ma hai paura e io aumento le pompate e tu ti metti quasi seduta e mi prendi il braccio e mi spingi dentro di più e scorreggi e io ho il cazzo di acciaio triplex, dritto come un pennone e ti masturbi il clitoride duro, schizzando piscia di tanto in tanto e mentre ti pompo, sudando, sollevo il tuo delizioso piede di destra e ti annuso sotto le dita, dopo tutto quel camminare di oggi e sei fetida, pesante, ammorbante, deliziosamente puzzolente e ne godi, sozzamente sorridente e io mi schizzo lungo una coscia senza nemmeno toccarmi e tu sbavi e a me resta duro e ti tolgo la mano da dentro, lentamente e con cura e poi mi infilo col cazzo nella caverna slabbrata della tua fica sfondata, fottendoti come un animale.

Ti fotto di brutto e parliamo, ci diciamo che ci amiamo, ti dico che non posso vivere senza di te e mi tiri i capelli, mi stropicci la faccia, mi mordi, mi lecchi, grugnisci, poi ti sento venire che schizzi dappertutto e piangi e io continuo e tu ti plachi e io ti dico di un fiato, ti chiedo in un lampo, ti sussurro in un respiro, ti chiedo di sposarmi, di essere mia moglie, la madre dei miei figli, la donna della mia vita e tu resti basita e poi mi baci, mi succhi, mi mordi le labbra e mi dici sì, sì, sì, sì, sì.

E la luce si tinge di sole.

5 commenti:

  1. ma lei lo sa che scrivi questo blog? perché, secondo me, si innamora ancora di più. perché di più porco del divulgare non la semplice descrizione, ma tutto il complesso di emozioni che ci va appresso, non so cosa esista.

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  2. lo so che scrivi per te e non per noi, ma mentre leggo quasi sento (quasi :-).... ) quello che sente lei... che bel pezzo.

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