E oggi sono contento.
E’ stata una ventiquattrore dimmerda, ma sono contento di essere riuscito a infilarmi sull’ultimo volo della notte per Milano e di scrivervi adesso dalla mia provvisoria lussuosa magione del capoluogo di provincia taziale, seduto al tavolo della cucina, completamente nudo e anche un parecchiamente voglioso di porcherie adulte.
Praga, porca troia.
All’aeroporto, l’altra notte, viene a prendermi la mia “assistente” con una macchina a noleggio e, solerte come solo certe donne sanno essere (rumene o meno non conta un cazzo, vorrei sottolinearlo sette volte) mi comunica durante il tragitto (l’ottimizzazione dei tempi, anzitutto) che si licenzia e va a Brno da un’amica che lavora in un bordello dove cercano una barista e lei ci va. Per cui, seppur stanco dal viaggio, una volta a casa rilevo chiavi della medesima, chiavi dell’ufficio e una busta con i soldi calcolati come residuo del netto mensile depurato dalle ‘giornate’ lavorate. NON faccio il signore che sono e mi forzo a farmi restituire sino all’ultima corona, perché mi pare già un dono pagare quelle relative alle ‘giornate’ lavorate. Poi la vedo imbracciare una borsona e andarsene quasi senza un saluto. Mi piacciono queste donne decise, puttanissima la grandissima troia, chissà che deragli il treno e muoia solo tu.
Trascorro una nottata disturbatissima dai rumori della strada e dal turbinio dei miei coglioni e mi sveglio all’alba, pronto per andare a “lavorare” alcuni dettagli all’Humble Brothel and Hotel.
***
Non sopporto più il Costa. Nella maniera più assoluta. La compagnia degli amici suoi gumba lo rende molesto, aggressivo, trasformato. Ma ve lo ricordate quel bambolotto di pezza di un tempo? Non c’è più e al suo posto deambula un piccolo ceffo sbruffone e peloso, sovente puzzolente di sudore d’ascella stantio, perfettamente amalgamato nel peggio del peggio, sguazzante senza rimorsi né sensibilità, burino allo schifo, predisposto alla violenza e al sopruso, novello mandriano di vacche umane, provvisto di standard di trattamento interpersonale assai al di sotto della media in circolazione nei bassifondi.
Per cui: rapido svolgimento delle operazioni, Internet, biglietto aereo per il terzultimo posto libero, restituzione auto dimmerda all’aeroporto dimmerda, ritorno a Milano. E vi dirò una cosa stravolgente: seppure Malpensa sia a Varese, l’idea di essere arrivato a Milano mi ha dato sollievo. Fatevi due conti attorno al mio stato d’animo.
E ora sono qui, al calduccio di un sole che Dio ha voluto far uscire dopo un periodo di piogge incessanti, a scappellarmi e rincappellarmi il cazzo mentre vi scrivo, pensando ad alcune necessità fondamentali della Uoma Tazioa che vive nel suo luogo col suo tempo e la performàns: una epilazione totale che mi renda un liscio giocattolo sessuale irresistibile ambosessi, una ricongiunzione con gli Amici della Sega sulle ripe odorose del fiume sozzone, con i quali godere nudi del primo sole sfregandoci i maschi sessi duri, grugnendo osceni sino a ricoprirci reciprocamente di delizioso sperma, contattare la Maggie per arpionarla con un invito a cena che vada aprendo (o chiudendo) il protocollo d’intesa, verificare l’avanzamento del trasloco, chiamare la Emy che è giovedì e lei non è più a Zena, rivedere la Lidia per affari personali e (perché no?) per violentarla come necessita, o forse anche qualcosina in più.
Tante cose, tutte belle, tutte entusiasmanti, tutte di elevata matrice culturale, tutte mature e traccianti il profilo di elevata ed affidabile serietà che è la mia cifra distintiva di stupendo maschio pansessuale dagli appetiti voraci ed insaziabili, oscillante tra le necessità di donna intime nella erotica Tazia a quelle del maschio alfa Taziosaurus Cazzis, in un turbine ormonale piacevolmente tumultuoso che mi fa svettare la Minchia Randazza da sotto il tavolo, Minchia che mi parla attraverso le goccioline limpide che trasudano dal sensuale foro uretrale, implorandomi un masochistico “strozzami fino a farmi vomitare” ed io credo che sì, amisgi, credo che la accontenterò con furore belluino, non tanto per sedare la necessità istintiva, ma piuttosto per alimentarla a dismisura raffinandola lungo profili parossistici e sofisticatamente depravati, divenendo nuovamente il Gran Pezzo di Porco Duro e Crudo che la cupa Praga, debbo ammetterlo, ha temporaneamente depresso.
E ora, grandissima sega.
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