Pagine

venerdì 8 maggio 2015

Il lunghissimo post del mattinale capovolgente che suggella l'imperiale immensità del Tazio Superstar

Olè, olè, olè e allora eccoti, Maggie delle mie seghe interminabili, eccoti che non mi deludi in questa tarda mattinata bella calda, eccoti vertiginosamente sandalata da minchiaiola scandalosa, unghie bianco perlato,  che esci dalla botteghetta e mi vieni incontro con la gonna al ginocchio carta da zucchero e la camicEtta bianca senza maniche sotto la quale si vede il reggiseno bianco importante di lavorazione, eccoti che mi sudi al bar sotto l’ombrellone e mi aloni appena di bagnato sensuale lo scollo sotto l’ascella ed eccoti che mi fai tirare anche il buco del culo al pensiero di leccarti sudata e di annusarti sotto le dita dei piedi.

“Quand’è che passi a Nizza” mi dice poco prima al telefono la MissMilly umorale che io, caparbio come un montone di marmo, ho richiamato. Ma come “Quand’è che passi a Nizza” stracazzo berbero, che va bene che la geografia è giurassica, ma a Nizza bisogna volerci venire perché non ci si passa per niuna ragione al mondo e faccio presente la cosa, così come sottolineo appena seccato che l’ultima volta non è che avessi ricevuto chissà quale incoraggiamento o segno di piacere nel sentirmi e lì mi becco del “Tazio sciocchino” che detto da quella voce sorridente e calda, maialescamente sussurrata, mi fa increspare il perineo come fosse un capezzolo e la cosa mi turba di piacere femminaschio.

E la Maggie intanto? Siede con l’occhiale da sole in Panavision Multisala incastonato nel cranio che mi ricorda Pamela Prati e chiacchiera fittafitta di argomenti di mio nullo interesse per i quali però, come sempre, fingo di provare un’attenzione pressoché accademica e la conversazione si snoda e io posso rimirare quei piedi scaldacazzi dalle belle dita lunghe e le belle unghie e perdermi a immaginare l’aroma sudato che a mio avviso deve essere molto maschio e, parallelamente, a visualizzare in diverse variazioni il suo pube, ora peloso, ora pelosissimo, ora glabro, ora strippato, ora qualsiasi cosa, ma sempre con la mia minchia di sopra, ma vi dirò che non avverto feeling, non sento trasporto, mi tratta proprio da conoscente, non apre, non lascia la mano, non ride, non concede, non.

Passa a Nizza, dice la Sublime Pervertita Patologica.
Ebbè certo, stupido me, come non averci pensato.
Seppur infastidito cerco di carpire informazioni su cosa, come, dove, chi, quando, perché e per come ella staziona colà e la  bella Padrona Porca e Depravata sorride morbida e mi lascia intuire solo poche, ma sentite, cosucce del tipo che in quel momento è in spiaggia con addosso un tanga ridottissimo che le contiene a malapena i peli e la mente mi si intasa di monumentali tette e superbe natiche, di nerissima villosa e carnosa fica puzzolente, ma non mi perdo d’animo e resisto, continuando a pressare l’indagine e scopro che sì, è lì a Nizza perché sta con un tizio francese, che lei non si prostituisce più da un bel pochetto, ma che sarebbe anche dispostissima a ricominciare datosi che la vita della mantenuta di ultra lusso la annoia mortalmente (potete bestemmiare liberamente, l’ho fatto anche io al telefono con lei, a raffica) e poi rimembriamo i bei lerci tempi andati, i clisteri di detersivo per i pavimenti, le bevute di piscia collettiva, la sua schiava nera, le mie sodomie a maschioni urlanti condotte come se il culo che stavo sfondando fosse il suo, Divina Dea, che mi affiancava mentre inculavo violento e lurido, spingendomi ad essere preciso nei dettagli e alla fine chiedo se, qualora dovesse succedere (e torno a dire “se”), una mia salita a Nizza, questa sia imprescindibilmente legata alla conoscenza obbligatoria del merlo francese e mi viene risposto con una molle risata pornografica che ovviamente no, che si tratterebbe di qualche giorno trascorso con “libertina discrezione” tra vecchi amici lontano da Nizza a rimembrare meglio i bei sudici tempi andati e la volete sapere una cosa amisgi?, mi ci ha quasi convinto a salire a Nizza al più presto, cazzo di quella merda vigliacca.

E la Maggie intanto?
Ella rotea alienata la caviglia destra, quella della gamba destra che scavalla la sinistra ed in tal senso mi parla di Renzi, di Civati, del jobs act, del Movimento a Cinque Stelle e io mi sento di aver voglia di infilarle il cazzo nell’appiccicoso buco del culo sudato stringendole stretti i fianchi come fosse una fattrice al parto, mentre il mio scroto viene farcito di questi interessantissimi discorsi di politicammerda e mi chiedo se può essere ancora plausibile ritenere di poterla chiavare, questa bella cavallona cougarona, avvertendo una sorta di crisi di nervi data dalla dissociazione progressiva tra il centro dei miei interessi carnali bestiali e la sconfinata prateria di cazzate che mi viene somministrata con tono monocorde, politicamente impegnato e noiosamente dissuadente e allora mi appello allo spirito del Taziosaurus Coitis che dorme in fondo alla caverna degli orrori e decido di capovolgere la situazione portandola sul crinale della rottura, sul pericoloso filo del rasoio dal quale ci si può fare soprattutto un bel taglione netto dei coglioni, ma sinceramente basta, non ne posso più di ascoltar di emorroidi gonfie e così attacco, secco, basso, di tackle, spiazzando, virando, avviando una strambata che manco Cino Ricci le ha mai viste così sapienti e le prendo la mano e le bacio le dita, gelandole sulla lingua il soliluquio dell’insussistenza, ricavandomi lo spazio per mormorarle lentamente e sensualmente, da Grandissimo Laido Figlio di Puttana Bastardo Falso Corrotto e Fariseo (quale solo io so deliziosamente essere) che provo una magnetica attrazione nei suoi confronti e che rimango estasiato ad ascoltarla e a guardarla, che anche se mi leggesse il bugiardino dell’Oki per ore lo troverei attraente e sensuale e tutto diventa diverso, si tinge di rossore e risate, di “ma dai scemo!” a segno di un apprezzamento vivace delle mie parole ed il tono scivola dapprima sullo scherzoso, ma poi io incalzo, rafficando una quantità di immani cazzate che nemmeno me le ricordo e delle quali io stesso mi stupisco di esserne fertile produttore, ma che piantano la bella Femmina lì, con gli occhi sorridenti e brillanti a farsi tormentare le dita dalle mie, divertita, interessata, lusingata di signorili apprezzamenti sul suo corpo e i suoi modi magnetici, e non mollo, cesello, intarsio, tornisco e raffino, smonto scene di sabatiadi passate e le rimonto con un raffinato tocco di regia consumata e finalmente, SI’!, finalmente si flirta! cazzo marcio di quella travona della Barbie frocissima, finalmente usciamo dallo schema e quella caviglia smette di roteare mentre lei mi ascolta sino all’ultima sillaba, ebbra delle bugie che da sempre vuole scolarsi avida e poi,  modulando la voce coi toni soavi del filarino, mi dice che la prendo in giro, che non si sente così sexy e bella e attraente e interessante e io mi addresso per il secondo giro, per la ripetizione, per la replica e giuro e spergiuro che PER ME è vero, minacciando di mettermi in ginocchio per essere creduto ed è fatta, fatta, fatta, fatta, finalmente la caldaia non è più in blocco, finalmente il concetto “Tazio Uomo Adulto Single piacere moltamente molto Margherita Donna  Adulta Single”, è chiaro, solido, divertente e flirtaiolo e si tramuta con uno schiocco di dita in cena, stasera, ore ventuno, dopo il suo yoga (va a yoga! Mi voglio ammazzare!) e io sarò un dio greco, bellissimo come solo un Uomo stupendo come il Tazio che vive col suo tempo e la performàns sa essere, corteggiante e intelligente, non frettoloso, perché no, non è stasera, noooooo, NOOOOOOOOOOOOOOO AMISGIIIIIIIIII, ma sarà DOMANI sera la sera in cui sferrerò l’attacco mortale liberando il Taziosaurus Trapanis, riportandola a cena di nuovo, ma senza gruppone questo sabato, in una nuova solitaria spericolata che, come da calendario delle convenzioni internazionali, può legalmente sfociare nella ficcagione selvatica passando dal via e ritirando anche la bella ventimila lire che nessuno può ostare nulla.

E a Nizza?
A Nizza c’è la Padrona che m’Attizza, che aspetta che il TazioPornoDimmerda si dia da fare per procurarle l’occasione utile a cornificare con soddisfazione uterina devastante il francese agiato, per umiliarlo con lo sviluppo carbonaro di blasfeme ghiottonerie sessuali depravate coperte dalla cifra di “libertina discrezione” che, in Italia come in Francia, non vuol dire un cazzo se non “vieni su, porcoddio, che ho bisogno sanguinario di megaminchia di grosso calibro e di uno spostato mentale che la sappia usare bene come solo tu sai fare, perchè ho bisogno di fare la sozza come piace a me e anche a te”.

Non male il risvolto di questo disinvolto mattinale, non male, non male.
Si incomincia a giocare con le cose vere, bene, bene, bene.
Grandissimo Tazio, superberrimo.
As always.






Nessun commento:

Posta un commento