E allora?, ma dai, ma sul serio, è partito per fare la
doppia guida col pullman, la gita, la rava e la fava, va a Roma, esticazzi
però, che meta arditissima, coi pellegrini, ma che mito di uomo, ma dai!, e
torna domenica?, vieni qui allora, che ti aspetto, ma così come sei, che più
nuda e sudata che sei, più mi tira la biga con tutti i cavalli da tiro del re e
arrivi e sorridi e c’hai la tutina economica, ma sotto le tette increspate e la
pelle, la carne da sesso e odori di buono e hai la voglia affamata, ti strusci
e mi spoglio e vualà siam belli che pronti a fare la ficca paesana, e mi seghi
e mi sorridi mugolando e succhi, ma che bocca che c’hai Antopompinella, se mi
piace?, di brutto, se sei brava?, di brutto, ma girati dai, porgimi la cula
frociona da porca in calore col segno del mare e mostrami che bucone della
ficona pelosa che c’hai, cristo santo è la voragine nera, lascia che ti mangi
le salsicce di labbrone da vacca che c’hai, come godi, che bisogno di porcate
che c’ho Antolina e tu ridi e mi chiedi ah sì?, sì sì, prendi il cazzo per
l’intanto, così, alla pecora sozza, ma sì, ma dai che fa agreste
Antominchiella, spingi indietro, madonna che botte che tiri che le chiappe fan
ciaf, ma che cula santiddio e tu ridi godendo che è bello da sentire e io
sbatto fino in fondo, finché non fai ahi, che è lì che godiamo come marmotte
mignotte mannare, ma che cula, ti inculerei, no no, mi fa male, lo so, me l’hai
detto e allora monta su, cavalca sta grancippa di cazzo nodoso e tu monti e
sbatti la fregna barbuta biondastra sul mio pube implume e alzi le braccia per
far su i capelli alla Lady Godiva e sei proprio una bella troia lo sai? Ah sì
sono troia? Sei una troia da sesso vigliacco stupenda e cavalchi e sbatti, poi
ti pieghi in avanti e mi slingui la bocca e mi sussurri sorridendo sono troia,
la tua troia, che pare che con il pronome possessivo non sia peccato, va bene,
la mia, la mia vacca, sì, la mia cagna, sì, la mia puttana in calore, sììì, mi
tira il carro di brutto, losentosìììì, voglio che mi pisci sul cazzo, sììììì
che porco che sei porco, porco, poooorco, voglio sentire che mi coli la piscia
sui coglioni, sììììììììììì, maiale, dai sbatti che vengo troia cagna suina,
sìììììììììììììììvengo, ancheioooo, rantoli, morsi, bacino scomposto che
sfrappola il cazzo nelle viscere sfatte, che bello, che duro, ti tira ancora,
lo senti?, se lo sento?, lo so che continua a tirarmi e lo sai anche tu, maiala
di merda, e ridi sozza e traviata, finalmente, sei drogata di cazzo supremo,
niente sarà mai più la stessa cosa, vieni nella doccia che ti richiavo e giù,
in piedi, la gamba sul ferro e poi pecora e poi cavallo, dai mignotta pisciami
sul cazzo chiavando, non ci riesco, prova puttana, che porco schifoso e fai
sgusciare la minchia sollevandoti un po’ e fai partire schizzetti gentili e
timidi e poi, nel silenzio sovrano della porcata iniziatica, il getto ritorto
che sibila e inonda e guardi a bocca pendula la barba pelosa che ti si inzuppa oscena
di piscia dorata e odorosa e poi smetti e ti rinfili la mazza e sbatti da
cagna, scapigliata e morbosa, sinuosa, ammorbata, traviata e mi dici maiale,
porco, pervertito, depravato e pompi come un cilindro V8 e scoppi in una venuta
che ti scuote, maiala lurida e lercia, che ti voglio ciucciare le dita dei
piedi pisciate e stavolta non sei inodore come una garza chirurgica, che in
mezzo alle dita c’è un lontano sentore di Brie e Camembert e non lo temi, mi
offri, mentre mi sego leccando da cane e ti schizzo sul pelo grugnendo e venendo
e come vengo, cazzomerda, non smetto di venire di dentro e menando sozzone ti
punto e ti infilo e ti porto in missione, missionaria dalle tette irte e
capezzolute e sbatto e pompo e poi smetto.
***
A letto, inondati di odore di maschio e di femmina sozzi che
copulano a cazzo senza fini figliali, ci baciamo sublimi, lenti e mollicci,
ammorbati e vogliosi, colposi e eccitati e torni a toccarmi la minchia per
renderla dura e lentamente cogli lo scopo, mi rendi pronto alla pugna,
traviata, corrotta e ghigni eccitata per la parentesi orinaria, mai fatta, mai,
mai, ma pensata, quello sì, che ho visto i porno che lo facevano e non avevo
mai capito che fosse così… e ti riempio la bocca di carne e di vene, ti
ingiungo di usare la lingua, autoritario e padrone e ti piace, mollemente
sdraiata sulla riva del fiume che non torna più indietro e si alimenta di
sudore e essudati, ma soprattutto di lacrime acri.
Benvenuta, Traviata.
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