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lunedì 11 maggio 2015

Il prandiale del sabato maschiale taziale

 Sabato mezzogiorno

Formazione: io a capo tavola e dalla mia destra a seguire: il Max-libero-ma-poi-deve-andare-velocemente, Virus-Ceccherini, l’Umbe, Zack, il Sa-aaarti.
“T’ha spompato per benino” mi dice il Virus lento e riverente affrontando una coscia di galletto che gli unge le mani.
“Non c’è male” rispondo io con pacatezza, combattendo il senso di vomito.
Nessuno sapeva della serata al restorant de clas con quella, grazie a dio.
Altrimenti sarei stato ucciso di interrogatorio.
Si pranza, si rutta, si parla di sesso anale e poi il Max abbandona il fine desco e allora giù di riunione carbonara.
“Oh ragass, muoversi adesso.” dice il reverendo Sa-aaarti concitato.
Si è entrati nell’argomento “addio al celibato di Max”.
A parte il fatto che mi scomporrei assai di più per essere invitato all’addio al nubilato della Nadia (vi confesso) e che mi sentirei anche di reggere in contemporanea lei e un tre-quattro delle sue amichette, la faccenda adesso è agli sgoccioli.
La maialata, che è in progetto dall’età minoica, ormai non ha più margine. Martedì sera è la data, decisa e inalienabile ed è per questo che si lavora sui dettagli.
Inutile dirvi che non ci andrò, rendendomi irreperibile all’ultimo minuto, anche se nessuno sa nulla.
Ciò che invece mi ha fatto piacere è che il Max sia stato ultrafelice del mio regalo-viaggiodinoche.
“Non dovevi, cazzo” mi dice commosso in separata sede quando arrivo.
“Massì che dovevo, perché volevo e potevo” rispondo “vorrà dire che mi ripagherai con una vostra foto nudi sulla meravigliosa spiaggia roquera” e lì si ride, ma intanto speriamo che mi prenda in parola.

Tanto io all’addio al celibato non ci vado.

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