Ore venti e quarantacinque, sosto in corallo nel soggiorno taziale, drrrrrr, campanello, plonc e lei sale, sale nella tana del Divincazzo, nel mio lurido budello dimmerda, ciao amore, smacksmack, amore sto cazzo mi dico di dentro, mi devo fare una doccia prima però, ah sì? una doccia? e come mai? ma manco lo chiedo, lurida pantegana in calore, vieni qui troia, la placco, la stendo, la sbatto sul divindivano e la spoglio, si contorce, sorride, no Tazio, la doccia, zitta troia, la doccia sto cazzo, la spoglio, la lecco, la annuso, identifico i punti cruciali e li lecco, li assaggio, mi infoio come un Pitonegalattico e la chiavo, la chiavo di brutto, bam bam bam bam bam bam bam, che faccia da troia, bambambambambambambambambambambambambambambambam, che odore intenso tra le dita dei piedi, bambambambambambambambambambam, che goduria la ricrescita sull'ascella acida e dolciastra, bambambambambambambambambambambambambambambambambambambambambam, urli puttana?, urli che vieni?, e allora eccoti servito l'invito a venire bambambambambambambambambambambambambambambam, stramazzi la testa all'indietro con la vena sul collo e le guance violastre, i capelli scomposti e mi dici di venire, assurdo, tu a me dici di venire, va bene, sguish, esco, vieni troia, lavorami il tronco di ceppa rampazza e tu agisci, bravissima, sucksucksucksucksucksuck e tosto ti omaggio di una maschera rivitalizzante agli aromi taziali e poi.
Stop.
La doccia, a quel punto, diviene uno spreco di tempo e energie, rollo una porra, tu frughi nel frigo, raccatti una birra, fzzzzz che culo che c'hai, in tutti i sensi, ma nello specifico, che culo che c'hai ad aver trovato una birra e vieni e ti siedi all'indiana sul divino e mi guardi che completo sapiente il cannoncino frizzillo rollroll e lo accendo e te lo passo e in cambio mi passi la birra, molto bene, l'obiettivo è stonarsi da subito al fine di generare l'alibi a te, per le cagate che dici in continuazione, e di generare la forza in me di sopravvivere alla tua stupidità, per cui fuma, puttana, fuma e bevi, sballati da subito, che sarà una lunga serata, poi un'idea, un'esigenza, masturbati che ti voglio guardare e non ti fai assolutamente pregare e ti spalpugni i bargigli carnosi e arrossati che si stagliano sulla pelle bianca punteggiata di peli in riscrescita e io mi occupo del tuo sublime piede di destra, fetido, caldo e perfetto e guardi la mia bocca, non c'hai più la filosofia del cazzo della prima volta che t'ho vista, vero troia?, anche perchè leccando e annusando sdeng! la minchia si impala pennona e guardo la tua mano, le dita, due e poi tre, struscio la cappella sotto le dita, vomito ogni sorta di immondizia sessuale al tuo riguardo e guardo, quattro dita, ti contorci, sollevi la tetta e ti succhi il capezzolo, che brava, infilo la cappella tra alluce e illice, che dolore eccitante e sguish, la manina scivola nella patonza usatissima, ti fisti, che bello, sembri monca, eccitante, con quel buco del culo carnoso, scuro e estroflesso, ti metti seduta per premere dentro di più, ma sei una dea, la dea ultrasozza del pianeta randazzo e sento il motore che staziona al minino tumba tumba tumba tumba e ti zompo addosso e ratatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatata ti strachiavo come meriti e stragodi straurlando e strarivenendo e mi prendi la faccia e mi dici che ti faccio morire.
Ok.
Ti schizzo sulle dita dei piedi. Tu porti il piede alla bocca e le lecchi. Sei porno.
"Mai fatto un film porno?" - "No. Cioè sì, ma robe in casa non un film film"
"Lo faresti?" - "Se mi pagano bene sì". Sei porno e prostituibile.
"E se ti pagassero bene, ti prostituiresti?" sorriso lurido e mi guardi "Quante domande, signor Tazio".
Giusto, hai ragione.
"Succhiami il cazzo che intanto io ordino due pizze. Che pizza vuoi?"
"Pomodorini e bufala" e ti dedichi alla pompa on demand.
Sei piena di qualità, Siusy, davvero davvero.
Continua il tuo sucksucksucksucksuck, che voglio che apri nuda al ragazzo delle pizze, lo farai?, se vuoi sì.
Sucksucksuck.
Brava.
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