Venerdì sera rilassante, venerdì sera casalingo, venerdì sera informale col Costa in pantaloni della tuta blu di acetato semilucido, maglietta senza maniche nera, ciabatta di gomma da piscina e calzino corto antracite che mastica pizza seduto a gambe larghe nella sua vomitevole cucina e che mi dice che sua cugina, la zozza con la quale ha chiavato come un porco tutta l'estate, la zozza che è fidanzata e che si deve sposare, la zozza pelosa, la zozza troia minchiaiola ninfomane, prima di Natale viene su dalla mamma del Costa, che vive a Mantova. E mi bisbiglia cospiratore placcandomi l'avambraccio sul tavolo con la mano unta di pizza "Oh Tà tu sei un fratello pemmè e lo sai. Che ne digi se ge la ghiaviamo azzieme che guella una botta a due cazzi non l'ha mai presa Tà!, ge la vogliamo dare noiddue? Io ce ne ho ggià parlato al thelefhono e lei non-vede-l'ora, Tà". Minghiasì, Costantino, mi piace l'idea di infilare il cazzo dentro a tua cugina, quella gran troia dimmerda, dai, facciamolo.
"Oh Costa, a me puoi dirmelo, ma com'è quella troia di tua cugina? Una cessa? Và che a me mi tira il cazzo anche se è una cessa eh" e il blasonato Costantino mi guarda e mi dice "La vuoi vedere?" e ghigna e io gli dico che non ci posso credere che se l'è pure fotografata e lui mi dice "Emminimo Tà, mi ci volevo tirare le zeghe accasa" e poi si alza ciabattando e raggiunge, a bocca piena e masticante, lo splendore del 46" LG che in quella topaia stona, ma forse anche no.
E ci trasferiamo sul divano, trascinando i cartoni coi rimasugli di pizza e comincia lo show. Ta-dah cugina primo piano, ma è carina di viso cazzo, bella nera come il peccato, di capelli e di occhi, bella bocca, bei denti, però ce l'ha scritto in faccia che è troia, diciamocelo e il Costa annuisce con la bocca piena di pizza e poi tac, cugina in costume, ammazza che bocce, bella pancettina rotolina budellina, oh Costa c'hai niente di culo, minghiasì ashpetta Tà che arriva, cugina stesa, cugina in piedi, cugina girata che ride mostrando la cula abbondante, ma sai che mi ingrifa?, fianco largo, cula generosa, gambe mediterranee, che brava, proprio brava, bravissima e poi *zanf* cugina con occhiale da sole che succhia la fava al Costa superstar e avanti e avanti, minghiaoh Tà, non una barola ghe io di te miffido, tranquillo Cò, però io me lo devo menare un pochetto, pure io ed eccoci vestiti di sopra, in calzini, senza pantaloni e mutande a menarci la minchia guardando quella gran troia della cugina che se lo fa piantare in ogni buco e se lo fa piantare all'aperto, in una macchia vicina alla spiaggia, ma è bravissima tua cugina Cò, vero che è bottana Tà?, minchia se è bottana e poi le foto finiscono e si ritorna a riprenderne un po', Costa metti quella della pecora che si apre le chiappe, ok Tà eccola, minchia che bucio del culo che c'ha tua cugina Cò, e come le piage prenderselo nel gulo Tà aqquellattroia.
Che serata stupenda, rilassante, spensierata che abbiamo passato io e il mio amico Costa che è come un fratello e che mi farà chiavare sua cugina, che pensiero delicato, è sempre così pieno di attenzioni, un vero signore d'altri tempi. Che onore tirarmi una sega con lui guardando la ciornia irsuta e nera della troia di sua cugina che d'estate non si depila manco le ascelle, bravissima, veramente brava la nostra somara puttana da monta che se ieri sera fosse stata lì le avremmo stracciato i buchi da quant'eravamo infoiati come i montoni.
Che belle cose che sappiamo imbastire con nulla io e il Costa che è come un fratello per me.
E tra fratelli talvolta non occorre nemmeno parlare e così mi ritrovo a leccargli il culo e i coglioni mentre lui se lo mena e che profumo di maschio col culo in calore, vieni qui fratellone, o sorellona, non so, ma vieni qui che ti tiro una pompa che ti fai il segno della croce, minchia Tà come mi tira e lo so Costantino sentissi quaggiù che marmetto di Carrara che c'ho, fammelo succhiare Tà, ma certo Cò, che bella serata, tutti nudi sul divano a spompinarci da troie davanti alla cugina che succhia a sua volta, che spettacolo, che paradiso, che bel corpo che hai Cò, che bel culo che hai Tà, dai mangiamelo, sì girati, mettimelo dentro Cò, dolorino piacevole, fottimi duro che poi fotto io te e girati, mettiti, spostati, leccami, succhiami e poi sento lo schizzo in gola che adoro e frà Cò trema e grugnisce e poi si addressa in ginocchio perchè anche frà Tà deve schizzare e non una goccia, non una, non una sola s'è sprecata, perchè noi frati ci divertiamo con nulla nel rispetto dei doni del Signore.
Ah che bella serata, sì.
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