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sabato 13 aprile 2013

La mia prima Puttana

Viuzze, facce scure, la piccola finta pensione e poi dentro, luce bassissima, chiedo della persona, chi la cerca?, amico di Massoud, ho un messaggio, lo legge, mi sorride, ci diamo la mano, vieni, mi dice e salgo le scale dietro a lui e comincio a sentire il tanfo sublime dell'hashish che si libera nella luce rosata e poi entro in una stanza non grandissima e la vedo seduta su un divano di velluto verde e ha un viso stupendo e lei mi sorride e mi fa gli abbaglianti con gli occhi ed è scalza, che bei piedi, già questo mi basta, mi fa segno di andare a sedere e le siedo di fianco e così lascia cadere un pochino quella specie di pareo damascato e scopre due tette che definirle colossali monumenti ornati di capezzoli quasi neri mi sembrerebbe più adeguato e comincio a trattare e lei mi accarezza la gamba e si struscia e lo sa, ha già capito, sono nella tela del ragno, quattromilacinquecento, mi dice, cazzo mi dico, me l'aveva detto Massoud che qui gli affari li fanno solo loro, ma è la più bella, la regina, ma io provo a trattare, le dico sincero che 4.500 non li ho e tiriamo, amore, mi dice, mi puoi fare tutto quello che vuoi, tutto, cazzo, me lo fa tirare solo col profumo del suo fiato, quattromila, le dico, quattromila e dell'hashish da fumare con lei e lei sorride e mi dice di no e poi nì e poi sì e mi prende per mano e mi porta ancora più sopra, in una piccola stanza con tante casuali mensoline di legno piantate nei muri, mensole vuote e si toglie il pareo e comincia a misturare mentre io mi spoglio e lei accende il cyloom variopinto e brucciacchiato e me lo passa, cadendo di schiena a gambe larghe sul letto, mostrandomi la patonza pelosa e nerissima e quel fumo comincia a salirmi e le ripasso il cyloom per dedicarmi a leccarle la fica, pelosa, calda, umida, usata, tenera, odorosa, sudata e sublime.

Non mi sento un forestiero calato in un'avventura, mi sento a mio agio, il fumo è fortissimo e mi sale e lecco, lecco, lecco e lei mugola piano, perchè per fare per bene il mestiere della troia il sesso ti deve piacere, altrimenti puoi essere la più bella del mondo, ma con te non ci viene nessuno e comincia a succhiarmi la minchia con eccelsa bravura e lentissima arte, massaggiandomi i coglioni e poi sotto, il perineo ed il buco del culo e succhia lenta, guardandomi con quei due fanali arabi ipnotici e succhia e mi dice che ho il cazzo grosso e questo me lo fa gonfiare ancora di più e lei succhia, me lo tira a lucido come un paracarro d'acciaio e poi la giro e le mangio il culo e lei si apre le natiche per farmi fare tutto quello che voglio, tutto, tutto e continuo a leccarle il buco scurissimo incorniciato di corti peletti eccitanti, nella luce rossa della stanzina lupanare e mi inebrio del suo odore misto a un profumo dolcissimo e speziato e spingo la lingua nel buco che cede molle e le assaggio l'intestino amarognolo accarezzandole le generose natiche e le cosce sino ai piedi.

Sode mammelle giunoniche dalla forma esaltante mi dondolano ritmiche davanti agli occhi mentre Basma ondeggia il culo imperiale impalata sul mio cazzo pietroso.
Godo, è stupenda, è diversa, è carnosa, è bellissima, è presa, gode, la sento. Poi di fianco, con ritmo sensuale, poi alla pecora piegato sulla sua schiena, poi sguscio e glielo punto nel culo e lei aderisce sottomessa al materasso e si allarga le natiche e io entro lentamente, con rispetto, mentre lei emette piccoli gridolini di dolore che mi eccitano e scivolo dentro e lei mi ciuccia col culo e lentamente, pazientemente, attentamente, le pianto la verga fin quasi ai coglioni e mi muovo con cura, con attenzione, godendo delle sue strette improvvise e del suo ansimare dolente, mi piace il suo culo, mi piace che provi quel sottile dolore estasiante ed in breve la carne si scioglie, si allarga e il cazzo può scivolare più rapido, appena di più, sgusciando di fuori, facendo liberare il profumo di intestino bagnato della bella Basma, per poi tornare dentro, per essere tirato fuori e rimesso dentro, e tirato fuori e rimesso dentro, mentre la sua espressione sofferente mi arrapa da pazzi, la schiena le si imperla di un velo di fine sudore che lecco e la abbraccio sfondandola con un vigore che pare apprezzare e spingo più a fondo e lei non smette di emettere piccoli gridolini aggrapppandosi alle lenzuola e a domanda risponde, le piace, le piace nel culo, la sto facendo godere, che non importa se è vero od è mera recitazione, ciò che importa è che il suo retto scivoloso calzi come un guanto di carne il mio cazzo e la chiavo nel culo a lungo, in tutte le posizioni del mondo, godendo di quel buco che pare che urli da quanto aperto ed oscuro rimane quando ne esco d'improvviso, chinandomi a leccare il bordo interno, roteandovi la lingua per mantenerlo aperto e poi ficcarci dentro il cazzo di nuovo, di scatto, sentendo il riflesso che strozza e mi ciuccia e mi porta a leccare la fica all'estasi da quanto godo.

La giro, la metto seduta, le unisco i piedi, mi sgommo la fava e sfrego con vigore la parte inferiore della cappella sulle sue unghie sensuali, che mi graffiano, che mi mandano in orbita, mentre lei, scomposta, spettinata e con la figa aperta, muove appena le dita per esaltare il mio piacere che scoppia in una sborrata con l'urlo, sborra schizzata sino alle caviglie dal mio cazzo violaceo di sangue.
Li è valsi tutti i dirham che mi ha chiesto.
Anzi no.
Ne vale assai di più.
Adoro questa città e le sue superbe femmine.
La adoro.

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