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martedì 9 aprile 2013

Questo è il Marocco, monsieur

Sono sudato come un maiale, anche se fuori ci sono venti gradi e non duecento. Sarà che mi sarei dovuto fermare al quarto bourbon, sarà che non avrei dovuto prendere la tachipirina col bourbon, saranno un po' tutte 'ste cosette.
Beh, vi ho lasciati che ero in preda a dilemmi esistenziali di spessore esistenziale ed allora, con la scusa di farmi versare il quarto bourbon con discrezione, aggancio il barista e gli chiedo, con un giro di parole che ha messo a dura prova il mio francese, se in Marocco la prostituzione è un reato o se si riesce comunque a farsi qualche ficcatina e lui, visibilmente imbarazzato, mi risponde che sì, che in Marocco la prostituzione è illegale e che no, non saprebbe darmi alcuna indicazione.

Ringrazio, mi scuso, torno alla mia cuccia e me la metto via. Sento che la febbre sta salendo e mi calo la pastiglietta anti febbre che combatte la febbre. Di lì a un po' Massoud, il cameriere, viene a prelevare il vuoto e mi sussurra che mi avrebbe aspettato al caffè a cento metri dall'albergo sulla destra, appena staccato, cioè in mezz'ora. Bene, mi dico. Mi porta lì e mi sgozza. Però la cosa sembrava più legata alla mia domanda di prima e allora, vuoi per il bourbon, vuoi per la febbre, vuoi per la tachipirina, vuoi che non riesco a non essere uno sterminato coglione anche in Marocco, dico di sì e in mezz'ora sono là.

Un bar dimmerda, con un tanfo di sigaretta che sembrava ci fossero mille muratori degli anni '60.
Beviamo un caffè tossico, Massoud si accende una sigaretta mefitica e mi dice delle cose.
"Ti spiego in due parole come funziona il Marocco. Il Marocco può essere un posto mortalmente pericoloso o meravigliosamente bello. Sai cos'è che lo può far cambiare da mortale a bellissimo? I soldi. Qui tutto è in vendita io, lui, lui, questa tavola, tutto. Tutto." e aspira la sigaretta e non è più quel Massoud che mi versava bourbon e li piantava nel mio conto, no. Ora è Massoud di Casablanca.

"Vuoi una salope? Niente di più facile. Passeggia giù di là e sarà lei a trovare te, è una cosa facilissima. Facilissima. Ovviamente scordati di portartela in camera, le guardie all'ingresso massacrerebbero lei e farebbero cacciare te. Solo i sauditi si permettono questi lussi e tu non sei saudita."

"E allora come si fa?" chiedo da perfetto rincoglionito.
"Si fa che ti fai portare da lei, a casa sua, nel suo posto, non lo so. A tuo rischio e pericolo. Molte agganciano i turisti, li portano in posti che conoscono loro, lì c'è il fratello, l'amico e lo rapinano, lo uccidono anche."

Prospettiva davvero allettante, non vedo l'ora che una salope mi trovi, guardate.
"Scartiamo l'idea" dico.
Lui aspira e fa sì col capo.

"Tu hai bisogno di una maison, di un posto tranquillo, non preso di mira dalla polizia, tranquillo insomma." e gioca roteando sul posto il portacenere.
"Esatto" dico io, sudando come una bestia, ma lui non pare curarsene.
"Bene, allora. Io potrei, diciamo, darti delle indicazioni su due maison di classe, una qui vicino e una nella medina. Belle ragazze, bei ragazzi giovani, anche, se ti interessano, posto confortevole, alcolici, hashish. Continuo?"
"Continua."
"Io ti firmo un foglio di garanzia, tu entri chiedi della persona, dici che ti manda Massoud e gli fai vedere il foglietto e da quel momento diventi un cliente di riguardo. Però ti avviso: non farai affari lì, le salope si fanno pagare. Ma è merce di classe, non poutaine da strada."

E mi guarda sinistro come un magrebino sa guardare sinistro.

"Ok." dico, riprendendomi con una blanda voglia di sfida. "Riassumiamo. In albergo ti chiedo se sai qualcosa e fai l'imbarazzato e mi dici che la prostituzione è illegale e non sai niente. Dopo mezz'ora sto con te qui che mi proponi dei lasciapassare per dei bordelli mega lusso e non sei più imbarazzato. Chi mi assicura che non mi mandi a farmi sgozzare?"
"Nessuno"
e beve l'orrida miscela.
"Vuoi garanzie? Canale 133 del satellitare: trasmette porno ventiquattr'ore al giorno. Ti metti lì da solo, uh? Capito? Non ti basta? E allora rischia. Questo è il Marocco monsieur."

Ci rifletto. Sarebbe da folli non accettare. Da idioti. E gli dico ok.
E lui tende la mano, con un sorriso.
E io infilo la mia nella tasca e gli sgancio quasi seicento dirham, l'equivalente di cinquanta euro, che lui intasca.
Poi tira fuori un blocchetto e comincia a scrivere in arabo.
Fa due foglietti, con l'indirizzo in francese e il messaggio in arabo e il nome delle persone in francese.
Mette un asterisco su uno dei due, quello della medina.

"Vacci, non te ne pentirai."
Io intasco e lui mi ferma.
"Una cosa monsieur. Se tu paghi seicento dirham un'informazione, firmi la dichiarazione che sei ricchissimo. E qui, in questi posti, tutto ha occhi. Diventa rischioso. Non più di duecento, se ti ricapiterà."

Eh già.
Questo è il Marocco, monsieur.

Prima di avviarmi e di andare a svenire in camera, gli chiedo un favore. Vorrei una bottiglia di bourbon e gli chiedo informazioni su dove comperarla.
"Marca?" mi chiede secco.
"Qualsiasi" rispondo fiacco.
Si alza e va dal barista. Confabula in arabo e di lì a cinque minuti, mentre mi scioglievo nel sudore, torna con un cartoccio.
"Mille" dice senza fronzoli.
Tiro fuori i mille e glieli dò.
"Vuoi offendermi?" mi chiede con un sorriso.
"Assolutamente no, anzi, ti ringrazio infinitamente…" blatero ai limiti del collasso.
Lui ride, dandomi indietro cinquecento dirham.

"Qui non eistono i primi prezzi, qui si tratta. Altrimenti si oltraggia con la propria ricchezza il venditore, ricordatelo."
"Perchè qui siamo in Marocco, monsieur" dico, mentre lui scoppia in una risata e mi stringe la mano.
Gli sono simpatico. Anche lui lo è, in un certo senso.

Mi riaccompagna quasi all'entrata dell'albergo.
"Sei in transito o resti?" mi chiede all'improvviso.
"In transito" rispondo con un filo di voce e il fiatone.
"Per dove, se posso?"
"Dakar"

E fa grandi cenni di assenso col capo.

"Domani andrà meglio con la febbre, vedrai. Il primo giorno è il peggiore."
Mi stringe la mano e se ne va.

Minchia.
Jack Daniel's Single Barrel.  Grande Massoud.
Questo è il Marocco, monsieur.

4 commenti:

  1. Anch'io seguo, senza commentare. Anch'io mi sento un po' guardona per questo.
    Bella scrittura. Complimenti.
    m.

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  2. Siamo tutti in transito!

    k

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  3. anche perché c'è anche avventura, qui!

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