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sabato 11 aprile 2015

Finalmente

Ceniamo assieme? Ma sì perché no, dai, sì che mi racconti di Bucarest, mai stata?, mai, e mai andarci che fa schifo, ridi, mangia, bevi, ridi, bevi, poi cambiamo, andiamo là, bevi, bevi, mazza che tette che c’hai Venka, ridi, siamo stronchi di vodka, pago, fuori, chiamataxi, sul marciapiede aspettare, la caverna ruggisce, sono stanco di puttanepay e tu lì sotto c’hai la carnedifemminavera,  ti ingroppo che barcolli, ti slinguo, mi abbracci, mi guizzi, sei calda, sei morbida, sei curvacea, ti palpo senza ritegno e mi slingui, taxi, casa tua.

Tutta. Te la rasi tutta e mi stupisci, chi l’avrebbe detto, lecca, lecca, lecca Tazietti che questa, dalla notte dei tempi, è la prima fica di donna umana che lecchi e godi Venkona, godi, con quelle tettone e quei capezzoloni increspati, la cellulite erotica sulle cosce, sulle stupefacenti chiappone del culone estasiante e anche se non c’hai dei bellissimi piedi e anche se profumano di pulito io il Mitologico Tarello Tazieo te lo allungo lo stesso nella ficona carnosa calva, che c’ho una voglia di femmina reale vera da condurre sulla strada del sesso depravato che non ci credi, ma neanche io ci credo quando accetti di essere tirata nel cesso della tua casetta e entriamo nella doccia assieme e ti chiedo di pisciarmi sul cazzo e tu ridi mordendoti il labbro e poi zac, pisci divertita senza problemi, con un getto grosso e bollente e te la tieni aperta, le ginocchia flesse e in punta di piedi mi irrighi di piscia il cazzo mentre io me lo meno, mai fatto prima Vemka?, mai Tazio, e mugoli e ridacchi e io ti bevo e ti ingoio e ti chiedo se ti piace e mi fai cenno di sì con la testa guardando di sotto eccitata, e allora andiamo di là che ti chiavo e via a sbattere a percussione quella carne tremula piena di voglia di cazzo di dimensioni ragguardevoli e che bella la pancia con le balze di carne che ingoiano l’ombelico e mi galoppi e sei diversa da quell’immagine da sega che ebbi, ma sei porcamente sensuale lo stesso se non di più e ti racconto delle seghe a letto che mi son fatto pensandoti e ti infoi al pensiero e mi confessi che sotto la doccia ti sei tormentata la sorca anche tu pensando di essere montata da me e che non immaginavi nemmeno che razza di estasiante Menhir di Pura Carne di Duro Cazzo di Porco c’avessi tra le gambe.

Sbatti come l’onda quando il cielo è scuro, Tazietti, che anche se ti ha detto che nel culo no, mai, con una piccola piega di intima vergogna, quella femmina dell’est disinibita chiava come poche, brava, partecipe, toquinha che sembra la dea Kalì da quanto palpa e tocca e strizza e allora sanificale l’utero ammorbato di voglia di minchia dolorosa, guariscila, cauterizzale i germi della sozzura con un orgasmo epilettico, falla tremare, sbavare, sbattila come non hai mai sbattuto prima, falla godere, sputale in bocca e guardala ingoiare sorridendo a occhi chiusi, la fronte sudata e poi vienile dentro senza chiedere il permesso e godi del suo avvinghio da edera mentre sborri come un lama e disinfettati anche tu del triste, orribile, festino di Bucarest, delle puttane a pagamento che non fai che pagare per chiavare e, anche se quello c’ha il fascino suo, fottere una fica che ha dato al mondo un figlio, una fica di mamma agée è un mondo stupendo e stupiscila non smettendo di chiavarla dopo averla riempita di sborra, chiava ancora, chiava forte facendo sbordare la sborra dal buco della fica mentre pompi, succhiale le tette, i capezzoloni, le ascelle sudate e pulite e godi della sua incredulità nel sentire che nonostante la sborrata il Missile Intercontinentale rimane di uranio sino alla seconda venuta, questa volta tra le tue mammellone di mamma vigliacca e bagascia che mi arrapi come un somaro alimentato a Viagra e Cialis.

“Incredible” mormori col fiatone mentre mi accascio sul fianco a rantolare e tu ti siedi a gambe aperte, sudata, umana, carnale, oscena, spudorata di fianco a me, accarezzandomi e soffiando esausta i capelli dalla fronte.

“How long since your last time, Venka?” - “A year, more or less, was on vacation… but this made worth the long delay… absolutely incredible… woah”

Essòcontento, so. Assai.
Che non si pronuncia assè.
Bella Venka del mio cazzo, bella vera.

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