Mancavano solo i monocoli.
Gozzano, Ossian e MacPherson, in un angolo, giocavano a scopone scientifico con la morte, ma credo si sia trattato di una visione mentre, tragicamente, le calze color carne a basso danaraggio con scarpa a basso taccaggio di vernice verde brillante non erano un’illusione, ma una solida realtà al pari, se non oltre, di quella dell’Immobildream di Roberto Carlino.
Sedere al tavolo dell’intellighenzia (è una parola russa, lo sapevate? Интеллигенция, và che frutti il mio studiare veh) della capitale rumena, tra professori universitari, medici, scrittori, boiardi, banchieri, faccendieri, funzionari della polizia e ufficiali dell’esercito, mi ha incartapecorito i coglioni che avevo voglia di bere dal water di un cesso pubblico per rifarmi la bocca.
Poi, finalmente, dopo alcuni piccoli e velocissimi conclavi all’interno dei quali, ovviamente, vi era anche il Ruggi con veste assai poco condottiera, ma al contrario assertiva ed auscultante, si scende e si va, che quelle cene intellighenti non si protraggono oltre le ventitre. Molto intellighente come usanza, grazie San Pietroburgo, santo degli esasperati.
E così via, a bordo della Mercedesazza nera con autista che il Ruggi a) non si fida dei taxisti di notte b) i soldi bisogna usarli anche per rimarcare le differenze di ceto.
Certo.
E noi giù duri col ceto malavita d'alto bordo. Ha!
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