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lunedì 1 giugno 2015

Pranzi, dialoghi, ipotesi, affari, sesso, piedi sudati, parrucchiere, sabato taziale

  Sabato prandiale 

"La cosa è estremamente interessante”, mi dice mentre pranziamo sotto il telone di cotone bianco del raffinato DaNicoFuoriMano ed io, pur non perdendo di vista l’argomento, considero che la Lidia è una quarantenne veramente figa, con una fisicata che seppellisce le ventenni, con degli occhi da husky che ti possono uccidere, spaventare oppure far innamorare per sempre col cazzo duro h24.

“La cosa sarebbe estremamente interessante se la gestissimo SOLO io e te: capitali, organizzazione, personale e, promozione. Per quanto riguarda il Professor Zucchetti, scusa se te lo dico che so che siete amici, ma: punto uno o ce li ha i quattrini, punto due o sai come trovarli, oppure se vai in giro a piazzare “affari” come se fossero tuoi non essendoli, per me diventi della piacevolezza di una emorroide.”
E lei ride, annuendo, concorde.

Di cosa stiamo parlando, belli lì che mangiamo DaNicoFuoriMano dei fiori di zucca al forno ripieni di burrata e alici su una coulisse di pomodoro fresco? Dell’acquisto di un meraviglioso casale gigantesco, ristrutturato post terremoto, riconvertito a struttura potenzialmente B&B, perché il volpone che l’ha ristrutturato c’ha ricavato otto camere matrimoniali, ciascuna con bagno ultra figo, esterno pietra faccia a vista, scuri originali restaurati, salone interno con camino da casa padronale, salone parallelo per le colazioni, cucina industriale ancora col cellophane, pavimento esterno di cotto originale restaurato, piscina che Phelps ci fa l’abbonamento se sa che esiste, duemilaseicento metri quadri di scoperto totale, con arredo verde di pregio totalmente illuminato al led in maniera discreta, capanni in legno per le facilities bordo piscina e impianti avviati per la realizzazione di una spa grande tanto quanto te la puoi permettere e poi e poi e poi. Roba da paura.

E Zucchetti chiccazzè, direte? Zucchetti è il paraculo che è venuto a conoscenza dell’affare, non ha i quattrini per succhiarselo da solo, ma pretenderebbe di entrarvi in tackle con capitale altrui che, tra l’altro, vorrebbe gli venisse affidato come “capo cordata” sulla sola base della sua chiarissima reputazione di luminare accademico, oltre ad un simpatico assunto (sue parole) “in fin dei conti son poi stato io il primo a mettere il cappello sulla sedia” .

E la Lidia sorride dicendo: “Il cappello sulla sedia… mica stiam trattando due camion di granoturco… qui bisogna pensarci e se si è convinti si fan saltare fuori i quattrini (e Zucchetti se ne ha bene), se no se ne fa una ragione, oppure ci viene come ospite che noi lo trattiam da papa, perché come hai detto è mio amico.” E ride.
Poi si mangia e pausa. E io lo so a cosa pensa la Leedeeah.

“Senti Tazietto” attacca professionale dopo un po’ “di che disponibilità tua potresti parlare?”
E a me vien da ridere dentro e rispondo “Mi hai bruciato sul tempo, sai? Stavo per farti la stessa domanda!” e si ride, bavosi crotali assassini che si strisciano attorno studiandosi, ma gli affari son così. Lei mica mi ci ha portato perché avevo bisogno di prendere aria, mi ci ha portato perché le interessa che ci accoppiamo anche in quello.

Bella la Lidia.
Pantalone stretto a tubo blu notte con bordo arrotolato, sandalo a zeppa vertigine color caramello, pitonato con inserti di nabuk eleganti, unghiette bambine laccate di trasparente dalla dominante violetta appena visibile, camicia ampia a righe bianche su fondo bluette, capelli corposamente accorciati, leggermente schiariti e magistralmente acconciati (c’ha guadagnato dieci anni, veramente).
Le esequie della famosa treccia saranno tenute in forma privata presso la cappella che metterò volentieri a disposizione per la cerimonia.

Bello anche lì DaNicoFuoriMano, cucina interessante, ristorantechicfintatrattoriallabuonadistocazzo, servizio impeccabile, location discreta e distante da occhi curiosi, proprio bello. Mi ci ha portato lei, dopo l’incontro col Professore, che io manco sapevo esistesse il locale. Non indago sul perché lei lo conosca, ma sono certo che la sua fica non sia estranea alla frequentazione del bel luogo.

Poi, d’improvviso, lei mi dice la sua cifra disponibile e io le sparo ravvicinato la mia.
Ci guardiamo e diciamo che lo sforzo mancante si può affrontare, poi arriva la crema catalana con un Passito di Pantelleria “quello vero”, dice il cicisbeo del titolare che, dopo sedici minuti di esposizione delle qualità del nettare introvabile e della sua fraterna amicizia col produttore, se avessi avuto una Glock 19 gliela avrei scaricata nello scroto. Io sono molto da “versa e fuori dai coglioni, che se fa sboccare torni qui di sicuro a spiegarmi il perché, non temere”.

E si chiacchiera, ciascuno con in un angolo del cervello la rotella girante che scava su come ridurre l’impatto dell’esposizione enunciata nelle parole.

“Ma tu” – chiedo lasciando libero il Gran Porco che è in me di pascolare in tanta bella natura – “hai mai assistito alla scena di due che si chiavano davanti a te?” e abrado gli ultimi cucchiani di catalana.
“Cioè intendi due che chiavano dal vivo davanti a me e io che sto lì a guardarli?”
“Esatto”
“No, mai successo. Solo film porno, ma credo non contino ai fini della domanda, vero?”
“No, non contano. O meglio, solo parzialmente. Intendo dire: è una situazione che potrebbe eccitarti quella di essere seduta sul bordo di un letto dove due sconosciuti si chiavano, oppure comodamente seduta su un divanetto molto adiacente?”

Pausa.
Lunga pausa riflessiva.

“Allora, diciamo questo. Dipende molto dal contesto generale: sono obbligata ad essere nuda anche io? Sono obbligata a toccare i loro corpi? Loro interagiscono con me parlandomi? Perché queste tre cose trovano un mio totale ed immediato blocco che conduce al no. Il no arriva anche se mi dici che con me ci sono altri che guardano e interagiscono coi due (masturbazione, conversazione, battute, eccetera), perché troverei la cosa ridicola. Una volta ho visto un film porno francese sul modello e il suo surrealismo mi ha annoiato mortalmente. Tolto questo, la riposta è: sì, mi potrebbe piacere.”

“Allora disegno un altro scenario: tolgo la coppia etero e ci metto una coppia maschile.”
“Ferme le condizioni di prima, ok. Sarei molto curiosa.”


“E se tolgo la coppia maschile e ci metto una coppia femminile?”
“Belle e giovani?”
chiede ridendo ed io annuisco sorridendo.
“La più interessante delle prospettive allora, dico sì senza esitazione” e sorride lurida.

“Ah-aah” - dico sorseggiando il passito-fenomeno che è fenomeno di ‘sto gran cazzo – “emerge una Lidia bisex qui!”

“No, piano. Tu mi hai detto di GUARDARE e a me GUARDARE due donne che fanno sesso eccita. Le donne mi possono affascinare, sedurre, ma non credo di essere bisex. In ogni caso io sono etero al centopercento, ad oggi. Mai nemmeno baciata per gioco una donna, ad oggi.”
“Ad oggi.”
sottolineo.
“Ad oggi.”
e sorride.
Poi sistema meglio il tovagliolo e specifica.

“Caro Tazio, la sottoscritta è una donna mooolto ‘normale’, lo sai bene. Anche se a te il concetto ‘donna sessualmente normale’ è più noioso della Recherche di Proust, io te lo devo dire: nor-ma-le – e ride divertita come una scoiattola piena di chetamina e poi continua– “così nor-ma-le che, tieniti fortissimo, non ha MAI preso il sole totalmente nuda e l’ultimo topless risale a non so quanti anni fa per accontentare un amica, ma non penso meno di dieci.” e continua a ridere.
Peccato, le sue tettine sono proprio da mostrare a tutti.

“Quindi per ora teniamo distanti i dettagli estremi, vero? Adesso andiamo di nor-ma-le. Giusto?” – chiedo sia per capire, sia per far presente che non sono lo smemorato di Collegno.

“Esatto, non ne parliamo affatto di tutto ciò, che sono state cose legate al sesso con Luca e fatte per Luca e non necessariamente collimanti col mio massimo del piacere. Parliamo della mia nor-ma-li-tà. e mi guarda con l’occhio che più da troia non si può.

Puttana. Sei una gran puttana Lidia e per questo mi piaci. Perché non si capisce quanto e sino a dove tu sia una grandissima, sconfinata, maestosa puttana, granzoccola e stratroia.
Ma dentro hai del lurido potenziale che sturerò piano piano. Ma neanche tanto piano piano. Tu vuoi che cancelli la lavagna e ricominci a disegnarci sopra.
Tu sei un fottuto troione come TUTTE le donne e sei qui pronta a deliziarti coi prelibati menu che confezionerò per te, facendomi sudare per accettarli, seppur avendo voglia di una ventata di maialaggine tra le cosce che ti destabilizza, Troia.

“Ho voglia di sborrarti tra le dita dei piedi che non ce la faccio più a guardartele solamente…” mormoro da maniaco avvicinandomi al piano della tavola.
“Mmmh” - dice eliminando un nocciuolo di ciliegia con eleganza - “andiamo da qualche parte tranquilla allora, che mi sa che” – e abbassa e rallenta la voce fissandomi negli occhi con quegli zaffiri, abbassandosi anch’essa verso la tavola – “in virtù della lunga camminata con questi sandali che mi fanno tanto sudare, tu potrai godere del mio ‘aroma animale’, come lo chiami e che tanto cerchi in me…”

E sì, Lidia.
Sei una grandissima, oceanica, intercontinentale, sibaritica Puttana.
Il conto, cicisbeo, veloce, che ho di meglio da fare che bere le tue analisi delle urine.

Voilà, che sabato taziale meraviglioso.
Voilà.

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