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lunedì 1 giugno 2015

Anche i piedi delle signore di classe puzzano nel sabato primomeriggiale taziale

 Sabato postprandiale 

Sotto l’alberone vicino al bivio del cavo maestro del canale che irriga la fiorente ed operosa agricoltura della bassa, una VW Touareg grigio metalizzata porge le terga alla campagna ed il volto alla strada.

Il portellone è aperto ed all’interno del piano di carico, seduti, sostano un uomo ed una donna. Ella è scalza e porge le sue estremità inferiori ad ello che è totalmente nudo, cosa che manda in sollucchero ella, che preme un piedino sulla Randa Impazzita Rampazza Pietraia Birilla di ello, mentre dilata le ditina dell’altro piedino affinchè ello abbia di che imbufalirsi annusandone il suo pacato odore di sudore dei piedi, aggressivo nelle note, maschile nell’impianto, eccitante da manicomio nella sostanza.

Ella, col piede libero e l’ausilio di una manina, conduce una masturbazione acrobatica al femore di dinosauro di ello, mentre costui lecca, succhia, infratta la lingua e gioisce del salato nettare che alberga tra quelle dita bambine.
La performance bizzarra si protrae per poco tempo, sinché ella, stanca di cotanta acrobazia che non fa che alimentare il suo belluino desiderio sessuale, non decide di liberarsi del pantalone stretto a tubo blu notte con bordo arrotolato e delle culottine blu pervinca con piccoli fiori azzurri, per porsi a giacere di schiena con le gambe e la glabra fica spalancate, a palese invito alla copula agreste nei confronti di ello, già ben pronto alla monta taurina.

Ed i due chiavano, sbattendo proletari, scomposti.
La camicetta di ella, ampia a righe bianche su fondo bluette, una volta sbottonata rivela l’assenza di reggiseno, con effetto trasfigurante in ello che sa cogliere la simbologia puttanesca di tale assenza, mentre ella va godendo divertita della reazione di ello conseguente alla scoperta, ma soprattutto va godendo del sentirsi ripiena di tanta Suina Carne di Rigidissimo Cazzo di Porco Crudo di razza Durissimock che stantuffa, senza lesinare le forze, nella fragrante ed umida fichetta bambina e signorile di lei.

E poi ella canta, agreste, con note a tratti rabbiose e vene del collo pronunciate e ello, al termine dell’epilessia di ella, porta nuovamente il piedino odoroso al naso e schizza scomposto il suo seme sul corpo nudo di ella che, previdente e saggia, spalma con ambo le mani lasciando tramontare gli ultimi grugniti suini e moderatamente blasfemi sulle sue eleganti labbra di signora di classe.

Che bel sabato taziale, così diverso, ma così intenso di emozioni.
Penso agli amici della Solita ed una punta di curiosità culattona mi titilla il perineo.
Ma preferisco annusare.
A fondo.
Mentre ella ride sguaiata e dice “bastaaaaa pervertitooooooo!!”.
Che bel sabato taziale.
Che afrore seducente ed irrinunciabile.
Che femmina.
Ha!

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